Capitolo 9:

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Mi svegliai e guardai la sveglia: erano le nove ed io avevo dormito decisamente più del solito. Mi misi seduta sul letto e cercai di domare i capelli ribelli, facendone una coda.

Scesi in cucina per fare colazione e trovai soltanto Hank, sembrava piuttosto pensieroso "come va?" gli chiesi, ma sembrò non avermi notata per nulla, tanto che sussultò alla mia domanda "ieri sera.. non è stata una bella serata" confessò "a chi lo dici.. cosa è successo?" ripensai al giorno precedente ed alla mia assoluta stupidità "ieri con i ragazzi ci sentivamo così a nostro agio che abbiamo fatto troppo casino, ci siamo rivelati i nostri poteri e nel farlo abbiamo distrutto la statua al centro del giardino, il vetro ed il prato" sospirò deluso, quasi come non potesse pensare di essere la stessa persona di ieri sera, certo, avevano combinato un guaio, ma erano adolescenti. "Non prendertela con te stesso, la CIA sopporterà il dover ricomprare una statua, tranquillo!" cercai di sdrammatizzare "non è quello.. Charles ha detto a Raven che si aspettava molto di più da lei.. avresti dovuto vedere il suo sguardo, si è spento in un attimo" sorseggiò il suo caffè distrattamente, come se potesse ancora vedere la ragazza davanti a se "beh.. non so se può farti sentire meglio, ma lui era già nervoso, abbiamo avuto una discussione ieri sera, non è colpa di Raven" lui sorrise "faglielo sapere, okay?" mi feci promettere, prima di cercare qualcosa da mettere sotto i denti.

Sebbene avessi litigato con Charles, il mio pensiero cadeva sempre su di lui e proprio non riuscivo ad essere arrabbiata se non con me stessa. Mi ripromisi che avrei fatto quello che lui mi aveva chiesto, ovvero proteggere i ragazzi. Spesso mi ritrovavo a pensare a come avrei fatto a proteggerli se davvero ce ne fosse stato il bisogno, anche se non credevo.

Per fortuna la CIA era dotata di una palestra davvero ben fornita e la mattina mi allenavo lì, di certo il tempo libero non mancava. Dopo pranzo, invece, tentavo di affinare le mie capacità telecinetiche e stavo facendo davvero grandi progressi: sebbene sulla nave fossi riuscita a sollevare Erick, era Charles ad aiutarmi ma ora riuscivo a spostare anche più pesi contemporaneamente ed in direzioni diverse.

Ogni sera, invece, chiamavo Hank perché attivasse celebro: se ci fosse stato qualcuno all'orizzonte non avrebbe attaccato la CIA in pieno giorno e sperai che Shaw, nonostante la sua follia, non facesse eccezione.


Erano ormai passati quattro o cinque giorni dalla sera del litigio con Charles e dalla sua partenza, la mattina seguente. Ormai era sera, così mi ritrovai con Hank davanti a Celebro. Entrammo nella struttura sferica e mi posizionai al mio posto "non ampliare troppo il raggio stasera, mi fa un po' male la testa" chiesi "tranquilla, faccio solo lo stretto necessario" annuì, mi sarei posta totalmente nelle mani di Hank, sia perché è un ragazzo fantastico, sia perché è uno scienziato incredibile.
Celebro si attivò e sentì la mia mente percorsa da un'energia alla quale non mi ero ancora abituata, cercai di concentrarmi su ogni singolo individuo dentro e fuori la struttura, per un raggio che, sebbene piccolo rispetto al solito, era comunque abbastanza vasto.
Fu dopo un minuto di ricerca che li vidi ed il mio cuore sembrò fermarsi per un attimo: Shaw, Azazel e Riptide venivano verso di noi e, nonostante non riuscissi a penetrare la mente di Shaw per lo strano elmetto che indossava, gli altri due sembravano non avere ottime intenzioni.

"Hank, ascoltami. Aumenta questa cosa al massimo. Per raggio e capacità d'informazione. Fino in Russia. Immediatamente. " lo scienziato sembrò capire immediatamente cosa stesse succedendo e fece quello che gli chiesi senza porre una singola domanda. Riuscì a leggere nella mente di Riptide, intenzionato a distruggere questa struttura con un uragano "Va dagli altri, Hank. Corri!" sembrò pensarci un'attimo ma fece come gli chiesi.

Se non volevo morire dovevo trovare Charles, avvisarlo ed andarmene da qui in pochissimo tempo. Avevo paura, ma non potevo permettermi di fallire. Dovevo proteggerli. L'avevo promesso a me stessa, anche a costo di morire.

Eccolo, lo trovai. Era con Erick, e stavano interrogando una donna bionda in intimo. Preferì non farmi troppe domande e con tutto il fiato che avevo in gola urlai il nome del telepate. Lui si tenne un orecchio, accasciandosi a terra "Oh, scusami Charles! Ascoltami: dovete tornare subito qui! Questa missione era un diversivo, Shaw sta venendo qui con Azazel e Riptide e non hanno buone intenzioni! Tra poco distruggeranno Celebro, devo andare subito via. Fai il prima possibile, ti prego" avevo le lacrime agli occhi ed una paura fottuta di morire, sentivo la testa bruciare per lo sforzo ma mi obbligai ad ignorare questo dolore. Staccai il casco con forza per dirigermi dove si trovavano gli altri.

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