Capitolo 11:

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Silenzio. Tutto quello che mi circondava era un silenzio che mi toglieva le forze ed il respiro. Ero incredula, davvero tutto quello stava succedendo proprio a me?

Avevo un solo compito. Uno solo: difendere i ragazzi con tutte le mie forze, anche a costo della vita.

Eppure Darwin era morto ed Angel aveva deciso di abbandonarci e di stare dalla parte di Shawn e, cosa peggiore, io avevo appoggiato la sua decisione. Volevo che fosse felice, sapevo che sarebbe stata al sicuro e che quel mutante psicopatico non le avrebbe fatto del male, così ho creduto che lasciarla andare sarebbe stata la soluzione migliore.

Del resto, cosa avrei potuto fare contro Azazel e Riptide? Sarei morta ancor prima di riuscire a fare un passo. Eppure Alex e Darwin ci avevano provato comunque, pur sapendo a cosa andavano in contro.

Non sono adatta a fare l'eroe.

Che ci facevo in un posto del genere? Ero davvero così stupida da pensare che sarei stata in grado di fare qualcosa di grande per il mondo, fuori da un laboratorio di medicina? Stupida e illusa.

"Hei" mi chiamò una voce, ma per me era tutto ovattato, l'unica cosa che sentivo erano i brividi sulla pelle, residui del terrore che avevo provato poco tempo prima e le lacrime che mi rigavano il volto. Non proferì nessun parola, non ne avevo la forza.

"Hei" la voce si fece più intensa e qualcosa si posò sulla mia spalla, così mi girai in quella direzione. Era una mano, ed emanava un calore che avevo completamente dimenticato. Risalii con lo sguardo il braccio a cui apparteneva, trovando ben presto lo sguardo di Alex fisso nel mio.

Aprii la bocca per parlare, ma nessun suono ne uscì, così, semplicemente, la richiusi e mi girai a fissare il punto indefinito che fino ad un attimo prima aveva la mia totale attenzione.

Alex si sedette per terra al mio fianco, potevo sentire la sua spalla che sfiorava la mia, così come le nostre ginocchia.

"Avrei dovuto ascoltarti, mi dispiace. Se Darwin non è più qui non è colpa tua, ma mia, quindi non sei tu a dover stare così male" mi disse, fissando il vuoto con me.

"Avrei dovuto proteggervi, ma non sono stata in grado di fare nulla..." riuscì a snocciolare

"Ci avevi detto di non farlo, che era rischioso. Abbiamo scelto di non ascoltarti e... E Darwin è stato l'unico a pagarne le conseguenze. Sono stati i miei poteri ad ucciderlo" mi confessò.

Quel ragazzo stava soffrendo terribilmente ed io non stavo facendo nulla per aiutare nessuno, ancora una volta, mentre lui provava a fare qualcosa per me.

Non potevo permettere che questa storia continuasse ancora a lungo, dovevo fare qualcosa per lui e tutti gli altri, dovevo farla subito.

"Alex..." lo richiamai, facendolo voltare nella mia direzione e gli posai una mano sulla tempia. Sapevo che ciò che stavo per fare era sbagliato, ma, almeno in parte, scelsi di anestetizzare il suo dolore, per poi farlo addormentare.

"Scusami, è tutto ciò che posso fare, per adesso"

Andai dagli altri, accompagnandoli nelle loro stanze e facendo la stessa cosa con ognuno di loro. Non potevo permettere che quei ragazzi continuassero a soffrire per la mia incompetenza, quindi avrei fatto il possibile per alleviare le loro sofferenze e diventare più forte nell'attesa del ritorno di Charles.

Charles.

Mi sentivo completamente persa senza di lui. Io, che fino ad adesso ero la ragazza indipendente che sapeva sempre cosa fare, ora avevo disperatamente bisogno di qualcuno al mio fianco, qualcuno che sapesse cosa dirmi e che fosse in grado di farmi sorridere anche nel bel mezzo di una guerra.

Con Cerebro completamente distrutto non potevo sapere dove fosse, né quando sarebbe arrivato, e neanche se stava bene.

Al momento c'era una sola cosa che potessi fare: smettere di reprimere tutto ciò che stavo sentendo e trasformarlo in energia, esattamente come Shawn faceva con le radiazioni.

-

All'arrivo di Charles, i ragazzi, sebbene stessero ancora male, almeno non erano più visibilmente distrutti. Stessa cosa non poteva essere detta per quella base della CIA, ormai completamente fatta a pezzi dalla furia omicida dei seguaci di Shawn. Arrivarono ben presto i soccorsi, ma potevo prettamente leggere nelle loro menti che noi non eravamo più i benvenuti all'interno dell'associazione governativa.

Seppi che Charles era arrivato ancor prima che lo avvistassero in lontananza, tanto stavo sforzando la mia mente per capire dove potesse essere. Avevo disperatamente bisogno di lui.

Richiamai i ragazzi e li portai nel punto in cui capì che sarebbe arrivato. Il ragazzo dagli occhi azzurri scese dall'auto, seguito da Erik e tutte le paranoie che mi impedivano di corrergli in contro la prima volta erano completamente state rimpiazzate dal bisogno di colmare il vuoto che la sua mancanza aveva generato, così corsi direttamente fra le sue braccia, mentre sentivo le lacrime rigarmi il volto e bagnare la sua camicia, mentre lui mi accarezzava i capelli.

Mentre ancora mi teneva stretta a se, si rivolse verso sua sorella chiedendole se stesse bene e lei annuì. "Ci stiamo organizzando per riportarvi a casa" affermò, rivolgendosi, questa volta, ai ragazzi, ma Alex tentò di opporsi.

"Darwin è morto" fece presente

"Ed è per questo che vi riporteremo a casa" spiegò Charles, irremovibile. Mi staccai, dando manforte al ragazzo che tanto mi era mancato "Sta diventando troppo pericoloso, Alex... Finisce qui."

"Darwin è morto, Charles... e non possiamo neanche seppellirlo. Lea, è successo sotto i tuoi occhi, come puoi dirlo?"

"Possiamo vendicarlo" ne approfittò Erik, brusco come sempre, guadagnandosi una mia occhiataccia ed una di Charles, che gli chiese di parlare in privato, lasciando me con i ragazzi.

"Lea, non posso lasciare tutto così, adesso che un mio amico ci ha rimesso la pelle. Non è solo vendetta, è fare in modo che il suo sacrificio sia servito a salvare il mondo." mi spiegò Alex, cercando un appoggio.

"Sei un bravo ragazzo, Alex, non posso lasciare che tu o gli altri vi facciate male"

"Stavolta non accadrà, non più, te lo prometto" mi cinse in un abbraccio che ricambiai con qualche secondo di ritardo.

Quando sciolsi l'abbraccio, Charles aveva terminato di parlare con Erik e guardava dritto nella mia direzione.

"Che ne dici, Lea?" mi chiese telepaticamente

"Facciamolo" risposi allo stesso modo, annuendo.

"Ci dovremmo allenare" iniziò, ma Hank lo bloccò prima che potesse aggiungere altro "E dove? Non possiamo restare qui, se anche ce lo permettessero non è più sicuro. Non abbiamo un posto dove andare"

Charles accennò un sorrisetto furbo. "Uno sì, in realtà" spiegò, facendomi sorridere quando capii a cosa si stava riferendo: finalmente potevo tornare a casa.

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Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!💖
Come promesso, ho ricominciato ad aggiornare (finalmente!) e spero tanto che questo capitolo vi piaccia.
A presto!💖

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