Capitolo 14:

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Erick riuscì a far emergere il sottomarino, potevamo vederlo librarsi in aria come se nulla fosse, era incredibile, era indubbiamente fortissimo, almeno questo bisognava concederglielo. Riptide creò un uragano facendoci sbandare ed Erick perse il controllo del sottomarino, come Hack del nostro veicolo. In un secondo si era rovesciato tutto, i poteri che possedevano quei due erano incredibili, ma questo non mi avrebbe fermato stavolta. Non potevo permetterlo. Shawn si stava trasformando in una bomba nucleare umana e tutto sembrava andare per il peggio, ma Charles riuscì a mantenere la calma e impartire ordini ad ognuno di noi.

Io tenevo bloccato Riptide, ma era dura mantenere il controllo in una situazione del genere. Ciononostante, non potevo mollare. Sentivo chiaramente Charles dare istruzioni precise ad Erick, ma ad un certo punto disse: "Se ne è andato, è entrato nel punto ceco. Non posso avere contatti con lui lì" e questo fece vacillare del tutto il mio controllo per cui lasciai andare la presa su Riptide, che si allontanò dalla mia zona d'azione.

"Charles, che cosa facciamo adesso?" gli chiesi

"E' tornato!" urlò, prima di riuscire a riprendere il contatto con lui. Sorrisi. Non potevo crederci, per un attimo tutto sembrava volgersi per il peggio, avevo temuto che potesse tradirci, ed invece stava solo creando un nuovo modo per comunicare con noi.

"Adesso Charles!" urlò Erick, mentre il telepate prese subito il controllo della mente di Shawn, urlando per lo sforzo. "Stai bene?" gli chiese Moira, allarmata. "Moira, sta zitta, riesco a controllare quest'uomo solo per poco tempo" ribatte lui, eliminando ogni gentilezza per la prima volta in vita sua. Decisi di supportarlo di trovare nella sua mente il famoso punto 'a metà tra la pace e la rabbia' che potesse fargli avere il massimo controllo per il massimo tempo, proprio come lui fece con me quando bloccai Erick per la prima volta. "Insieme possiamo." gli comunicai semplicemente.

Dopodichè, non potei credere a quello che successe. "Scusa, Charles, non è che non mi fidi di te. Ma sicuramente non mi fido di lei" gli disse Erick, riferendosi a me ed interrompendo ogni contatto col telepate, che gli urlò invano di non farlo. Non potevamo sbloccare Shawn, altrimenti avremmo messo tutti in peridolo, ma non potevamo impedire ad Erick di fare di testa sua. Eravamo colpetamente succubi del suo gioco, ci aveva traditi. "Te lo avevo detto" dissi semplicemente a Charles,ma continuando ad aiutarlo. Sapevo quanto tutto questo gli stesse facendo male, eppure doveva fidarsi di me, non di Erick. 

"Ti prego, Erick, no... ti prego" disse, prima che un dolore straziante ci invadesse, lo stess che stava provando Shawn, nell'esatto momento in cui Erick fece passare una moneta nella sua testa, uccidendolo. 

Quando uscì dal sottomarino, eravamo tutti sconvolti, riuniti in semicerchio davanti a lui, che depositò il corpo di Shawn sulla sabbia, prima di dirci "Togliete i paraocchi, sorelle e fratelli, il vero nemico è laggiù" indicandoci le navi "Sento il loro metallo dirigersi verso di noi per attaccarci: sovietici, americani... umani. L'uomo di Neanderthal è spaventato da noi, fratelli mutanti. Forza, Charles, dimmi che sbaglio". Moira cercò di comunicare con la CIA, ma invano. Le armi erano già cariche e nessuno le avrebbe fermate. Partirono tutte contemporaneamente, contro di noi. Erick le fermò con un solo gesto della mano, laddove io non sarei riuscita a fare nulla. La mia debolezza ci stava portando alla rovina, ma la forza di Erick stava per distruggere ogni possibilità di pace con gli esseri umani. 

"Erick, l'hai detto tu. Siamo uomini migliori." provò a convincerlo Charles "Questo è il momento di dimostrarlo. Ci sono migliaia di uomini su quelle navi, uomini onesti, innocenti, buoni, che stanno solo eseguendo gli ordini." continuò. "Sono già stato vittima di uomini che eseguivano gli ordini, non lo sarò mai più." disse Erick, prima di scagliarli tutti contro di loro. 

Fu solo in quel momento che Charles capì che non poteva più rimediare solo con le parole, quindi si scagliò contro Erick, cercando disperatamente di sottrargli l'elmo. Charles stava avendo la peggio, per cui tentammo di aiutarlo, ma Erick ci scagliò tutti lontano. Lo scontro col suolo per un attimo mi fece mancare il fiato. mi faceva male tutto, ma non potevo arrendermi adesso. Mi rialzai, andando nella direzione dei due girando in lungo: se Erick mi avesse visto adesso, non avrei più avuto speranze. Dall'altro latp, parallelamente a me, si muoveva Moira, armata di pistola. Annuimmo guardandoci negli occhi. Charles avrebbe capito, quella rea la cosa giusta da fare. L'unica. 

Arrivate vicino a loro, Moira sparò una serie di colpi, ma Erick riuscì ad evitare il primo ed intercettare gli altri, deviandoli. Uno di questi stava per colpire Charles, ma riuscì a bloccarlo. Era ad un pelo dalla sua schiena, nel migliore dei casi l'avrebbe paralizzato dalla vita in giù. Quella, probabilmente, fu la goccia che fece traboccare il vaso. 

"Non potrei mai spostare i missili come fai tu. Ma i proiettili sono ancora nelle mie capacita. Avresti potuto ucciderlo. Eri un amico per lui, probabilmente lo sei tutt'ora" 

"Charles, sono così felice che tu stia bene. Metterci l'uno contro l'altro, è questo che fanno. Io ti voglio al mio fianco, insieme, per difenderci l'un l'altro. vogliamo la stessa cosa" disse, ignorando totalmente le mie parole. "Mi dispiace, amico mio, ma non è vero" gli disse semplicemente Charles. Lui rincarò la dose, troppo accecato dall'ira "Gli umani non ci accetteranno mai, hanno giocato la loro partita, adesso giochiamo noi la nostra. Chi è con me?" rincarò la dose, ignorando perfino il volere di Charles. 

Raven andò con lui, ma Charles comprese le sue ragioni, e lo accettò. Angel, Azazel, Riptide. Lo seguirono anche loro. Avevamo perso tutti oggi, Charles più di ognuno di noi. Un amico, una sorella. Qual'era il prezzo di questa guerra? Ne valeva davvero la pena?

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Charles aveva deciso di fare una scuola a casa sua, avremmo badato a quei ragazzi, insieme. Avevamo fatto dimenticare tutto a Moira, era meglio così. Adesso eravamo insieme, questo bastava. Non importava cosa ci avrebbe riservato il futuro da adesso in poi, ci andava bene così.

Quando conobbi Charles per la prima volta non avrei mai immaginato quanto avrebbe cambiato la mia vita, ma rifarei ogni singolo gesto. Se tornassi indietro lo seguirei ancora ed ancora. Ho commesso degli sbagli, probabilmente ne commetterò ancora, ma se ci sarà lui al mio fianco, sarò sempre in grado di rimediare. In fondo l'amore è questo, no? Aiutarsi l'un altro, fidarsi di una promessa non detta, ma rispettata.


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