La nobiltà di spada

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Ogni sera ,dopo cena ,si alzava dalla tavola ancora apparecchiata e si incamminava lungo l'ampio salone. Si fermava poi a guardare sempre lo stesso dipinto. Lo guadava ogni sera. Sembrava quasi che non l'avesse mai visto,
eppure era sempre stato lì. Ogni tanto amava sorseggiare un bicchiere di vino che dopo qualche sorso lasciava ancora pieno sul camino per poi continuare ad ammirare quel quadro , il suo amato quadro. Un uomo burbero ma tranquillo e una donna amorevole , erano questi i soggetti di quella tela. Ogni tanto guardando quei volti il Conte tra se e sé rimuggivano il passato. Dopo qualche momento di tranquillità risaliva le ampie scale , che lo conducevano al piano di sopra e si accingeva verso la sua camera da letto, con andamento sicuro e fiero. Come se portasse sopra le sue spalle settecento anni di storia, infondo però era così. Il conte Ferruccio Savelli apparteneva a una delle famiglie più antiche di Roma , nel suo sangue scorreva la storia della più alta nobiltà romana. Vi era nobiltà in ogni suo gesto. La sua altezzosità non passava sicuramente inosservata. Nei suoi modi di fare era forse l'uomo più invidiato e ricercato  di Roma , anche se il suo carattere scontroso non lo vedano più protagonista delle grandi serate romane. Non amava farsi vedere in pubblico  e col tempo si smise di parlare di lui. Si vociferava da qualche tempo che fosse addirittura morto. Ma lui era sempre lì, sotto quelle quattro mura, a prendersi cura dei suoi due figli , lontano dalla frenesia di Roma. Mettendo la mano sul passamano , saliva ad uno ad uno i gradi , con un po' di fatica negli ultimi anni, anche per Conte Salvelli iniziavano  gli acciacchi della vecchiaia. Raggiunto il primo piano si dirigeva nella sua stanza , tenendo con la mano destra un candelabro d'argento. Apriva la porta,  posava il candelabro sul comodino e iniziava a prepararsi per la notte. Prima abbandonarsi al sonno amava aprire la finestra del balcone per osservare il chiarore di luna e per leggere quelle poesie che illuminano il cuore di un uomo proprio quando la solitudine fa capolinea nella sua vita. Non tutti capivano quelle rime , la delicatezza non sarà una virtù innata ma era come se lo fosse nel conte Savalli. E stava minuti e poi ore a scrutare la luna e rimembrare il passato attraverso le auliche rime che ripeteva ogni notte. Poi quando l'ora iniziava a farsi tarda, si avvicinava al letto e si infilava tra le lenzuola sperando che la notte passasse in fretta.
Era infatti la notte, il momento più oscuro per Conte. Ogni notte , da qualche mese infatti , un brutto sogno continuava a tormentare la tranquillità di Ferruccio. I tristi ricordi del passato balzano alla memoria , la linea sottile tra sogno e realtà di notte si spezzava. Sensazioni passate tormentano il suo presente , come demoni malvagi che rifiorivano dal passato , ancora non del tutto veramente passato.

L'intrigo: una travolgente storia d'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora