Non cominciare

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Quel terribile sapore nella bocca non lo sentiva da anni. Il sapore di mille cocktail, che insieme ne andavano a formare uno ricolmo di dignità mancata e ricordi annebbiati. Non ricordava di aver bevuto eppure la lingua sapeva di cenere, alcol e di notte insonne. Mettendosi seduto sul letto ascoltò i rumori che la finestra vomitava nei suoi timpani tremendamente sensibili, ma non aveva la forza di arrabbiarsi o provare dolore, quel sapore gli dava già abbastanza pensieri. Rimase per almeno un quarto d’ora, congelato in quella posizione, per cercare di connettere almeno un ricordo ai brandelli di lucidità che tanto amaramente si facevano strada nell’emicrania. Si alzò componendo mentalmente vari anatemi che spediva ai vari oggetti che si ponevano tra lui ed il bagno, ed una volta arrivato lì, si concesse di rinascere con una doccia lunga una notte turbolenta.

Risorto dalla catalessi cerebrale il mal di testa era passato, ma il sapore no. Ancora nudo si diresse in cucina per un sano e robusto caffè che gli togliesse definitivamente il risveglio dalla mente, e dalla bocca. Accese la stereo, per far sgarbo al vecchietto della porta accanto, lui non lavora, si alza a l’ora di pranzo. Di solito i suoi generi preferiti il jazz d’ambiente, un piano soft, stamattina andava il brutal. Si poteva percepire l’unto grondante dalle canzoni, orridamente profumato di sudore come i componenti delle band. Quella musica aveva lo stesso sapore con cui si era svegliato. Sotto quelle melodie, si vestì velocemente come di solito ed uscito di casa si gustò lo sguardo terrorizzato del vecchietto che tremava in pigiama sul pianerottolo davanti la sua porta.

La città scorreva, piena di mille volti anonimi eppure stranamente familiari. la città non si fermava e non gli lasciava il tempo di concentrarsi per ricordare niente. La città, era ferma solo nel suo ufficio.

Entrò, come se stesse tirando una boccata d’aria, lì era casa sua. Ma ecco che Andy, la recluta, correndogli incontro rompe la magia:

-Hey Ray!-

-Che c’è Andy?-

-Sei di cattivo umore stamattina?-

-No, sono brutal.-

-Al capo è arrivato qualcosa di grosso stanotte, di quelli che piacciono a te.-

-Grazie Andy, vado a prendermelo.-

-Io vado per la prima volta di pattuglia riesci a crederci?-

-Wow Andy... sono contento... davvero.-

Nonostante il sarcasmo la giovane recluta con un sorriso fatto di buone speranze uscì dalla stazione di polizia tirandosi a lucido il distintivo nuovo.

-Non ci posso credere, saltella.- disse Ray ad un immaginario collega accanto a lui.

Si diresse all’ufficio del capo sistemando l’espressione del viso, più Marlowe possibile, come gli piaceva definire. Dal vetro della porta poteva vedere il suo superiore riverso su mille fascicoli con una faccia poco amichevole. Bussando, il viso del capo si distese e gli fece cenno di entrare.

-Buongiorno Ispettore.- lo accolse con un sorriso sornione e con la mano lo invitò ad accomodarsi.

-Detective- lo corresse Ray.

-Tu e le tue fissazioni. Dov’eri stanotte? E’ successo il finimondo nel giro di cinque minuti, quelli in cui andavo a casa.-

-Suppongo sia colpa mia, vero capo?-

-Esattamente. Non ti voglio vedere qui oggi, vai subito a vedere che è successo, la zona è ancora calda.-

-Cosa devo aspettarmi?-

-Un'esecuzione. Tre persone crivellate. Tre cervelloni delle trasmissioni della TV nazionale.-

-Regolamento di conti? Affari loschi?-

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