Jorhan dopo aver ascoltato il racconto della ragazza si voltò a guardarla con uno sguardo perplesso.
-Ti hanno trovata per caso e tu sacrifichi la tua vita e i tuoi sogni per loro? Cosa pensi desiderassero i tuoi genitori negli ultimi istanti di vita? Sicuramente volevano che tu vivessi una vita felice.
Non disse altro, le sfiorò delicatamente una mano con la sua e poi si sedette sul letto ad ascoltare la musica di sottofondo.
Ariel in silenzio si girò a guardarlo leggermente sorpresa, quell'uomo è come se le avesse letto nel pensiero, ma ormai il danno era fatto.
Il tocco di lui le fece scorrere un lieve brivido lungo la schiena, le piaceva essere toccata da lui, aveva percepito la stessa sensazione mentre ballavano. Anche se non le bastava essere sfiorata, avrebbe voluto sentire le sue grandi mani che le passavano su tutto il corpo, forse avrebbero alleviato il senso di vuoto che sentiva dentro da anni.
Lei rimase lì sdraiata sul letto senza dire nulla, ma pensava a molte cose.
Il biondo si alzò e andò al balcone sospirando, ma in quel momento notando che l'ora di pranzo era vicina gli venne un'idea.
-Ariel, preferisci mangiare qui in camera o giù in sala?
In cuor suo sperò scegliesse la seconda.
-Preferisco scendere, almeno cambio un po' aria.
Ariel si mise a sedere sul letto, stiracchiandosi e facendo dondolare leggermente i piedi, ma Jorhan le si avvicina prendendola per mano e portandola al balcone.
-Visto che i miei incarichi li ho finiti, che dici se dopo... Anzi, diciamo già da ora ci divertiamo un po'?
La ragazza non lo sapeva, ma Jorhan aveva un suo modo di scendere, senza usare le scale che richiedevano troppo tempo.
-E-Eh?! C-Che intendi?!
Ariel non fece nemmeno in tempo a finire la frase, che si ritrovò a saltare nel vuoto insieme a lui, che ancora la teneva per mano.
Il frutto di Jorhan trasformò le sue ossa, facendogli spuntare delle membrane che partivano dai polsi e arrivavano ai fianchi e gli permetteva di sfruttare le correnti d'aria per planare, ma Ariel avrebbe dovuto reggersi da sola a lui.
-Sarà meglio se ti aggrappi a me... Principessa.
La ragazza non se lo fece ripetere e si aggrappò a lui, chiudendo gli occhi, mentre la sua mente elaborava il fatto che si sarebbero sicuramente schiantati al suolo.
Se fosse stato solo, Jorhan, poteva anche volare, ma con lei si limitò a planare sul lago d'acqua dolce, dove il suo potere non svaniva. Lei era ancora stretta a lui, l'aria le spostava i capelli rossi e non aprì gli occhi finché il salto non fu finito.
Caddero in acqua e finirono inzuppati come due anatroccoli, Jorhan creo una piattaforma ossea e ci salì, osservando lei che galleggiava. Poi si buttò in acqua iniziando a nuotare grazie alle pinne che aveva creato come le ali di prima.
-Tu sei un pazzo...
Si immerse anche lei nuotando dietro di lui. Ma lui poi la afferrò per una caviglia riportandola in superficie.
-Io so come divertirmi, signorina Marine. E detto fra noi, farai bene a toglierti i vestiti, quando torneremo al castello farà freddo e desidererai avere dei vestiti asciutti...
Lui intanto si stava già togliendo i pantaloni, non provava imbarazzo, alla fine era come stare in costume.
Ariel riemerse e si avvicinò alla riva uscendo dall'acqua e cominciando a togliersi i vestiti.
STAI LEGGENDO
La Pantera e la Vipera
FanfictionQuesta storia deriva da una role a cui ho partecipato con la mia OC, derivante dal mondo di One Piece. La storia parla dell'incontro tra Ariel Lancaster, una marine e Jorhan Blackfire un pirata con un passato travagliato. Come andrá a finire tra i d...