A n t h e a , 3 0 2 8 d. C.
L'ambasciatore Klaus punto lo scanner verso il pianeta terra per individuare l'obiettivo ricercato: il prescelto. Il metallico oggetto si focalizzò su di un ragazzo e iniziò la scansione.«Il soggetto presenta:
Una altezza media di 1,75 cm.
Una corporatura che rispetta i nostri canoni. Dei tatuaggi all'interno dell'avambraccio destro e sul tricipite destro. Avambraccio e bicipite sinistro sono circondati da linee; anche la spalla presenta un marchio come i due pettorali.
Genere maschile della specie Homo sapiens sapiens.
Paese di provenienza Columbus Ohio negli Stati Uniti.
Lingua predominante inglese americano.
Tipico ragazzo medio con scarso interesse per lo studio. Tendenzialmente asociale, preso di mira e bullizzato: per questo pratica basket, uno sport di squadra da solo.
Il soggetto tende a rifugiarsi nell'arte della musica componendo dei brani musicali con uno strumento denominato, comunemente pianoforte.
Per soddisfare il bisogno primario della sete esso ingerisce ingenti quantità di una bevanda, chiamata Red Bull, che gli conferisce iperattività.
Questo è il nostro uomo.»
Terminata la scansione l'ambasciatore si voltò verso l'equipaggio, che aveva reclutato per la missione, capeggiato dal comandante Joshizawa.
«A voi spetterà un compito di massima importanza: catturarlo. Siete il mio miglior gruppo, per questo siete stati selezionati. Tre di voi verranno ibernati e le vostre funzioni vitali saranno portate al minimo.» Klaus si voltò in direzione del Capitano e del Tenente Brendólfr. «Voi sarete al comando dell'astronave e dovrete risvegliare i vostri compagni una volta sulla superficie del pianeta blu. Buon viaggio Comando 325.»
Tutto l'equipaggio, vestito con una tuta spaziale arancione, avanzò verso la rampa che avrebbe condotto alla navicella pronta per il decollo. Il Capitano ed il Tenente presero posto nelle loro posizioni di comando dopo aver ibernato gli altri membri in modo tale da ridurre consumo di cibarie.
«Tutto bene lì?» È la voce di Klaus che risuona attraverso le cuffie di Joshizawa e Brendólfr.
«Tutto bene. Qui dentro, però, ci si sente un po' soli.» Rispose Josh. «Inizio il conto alla rovescia.»
I numeri comparvero in maniera decrescente sullo schermo della navicella prima che avvenisse l'imminente partenza.
10...
9...
8...
7..
6...
«Brendólfr attiva i motori.»
«Si, signore.»
5...
4...
3...
2...
1...
Si avvertì un forte rumore per via dell'accensione dei tre propulsori ed una leggera oscillazione, dovuta all'avvio dei motori. Una volta che l'astronave fu tornata stabile si accesero i razzi a combustibile solido per partire con una micidiale spinta propulsiva; il veicolo salì nell'atmosfera, raggiungendo finalmente l'orbita desiderata.
«Siamo in orbita.»
Erano in volo da qualche settimana, il tempo lassù, nell'ignoto spazio, sembrava non passare mai come se fosse scomparso improvvisamente. Ormai erano quasi vicini alla loro meta ma a separarli da essa vi era un po' di strada.
«Siamo giunti all'ultima fase del volo... questa potrà essere altamente rischiosa se non sarà eseguita correttamente.» Annunciò Joshizawa prima di voltarsi verso di Brendólfr: era il suo migliore amico, si volevano bene come dei fratelli ormai. «Ho paura, Bren. Ho paura di non farcela.»
Il Tenente, pronto a rassicurare il suo Capitano, posò una mano sulla sua spalla.
«Mi fido di te. Andrà tutto bene, Josh.»
Con quelle parole riuscì a strappargli un sorriso.
«Tieniti forte.»
Furono proiettati ad una velocità sconosciuta, tanto da riuscir a curvare lo spazio. Scorci di stelle, nebulose e panorami di mondi sconosciuti si alternarono fino al materializzarsi dell'astronave in un altro sistema, quello solare.
La velocità con la quale procedettero verso il pianeta blu era spaventosa, troppo elevata per permettere ai due piloti di impostare il corretto angolo dell'orizzonte terrestre.
Coscienti di ciò che stesse per accadere Josh e Bren accorsero verso la capsula di salvataggio, la loro unica speranza. Il Capitano fu il primo ad entrare e porse prontamente la mano verso il Tenente quando successe l'inevitabile: l'astronave impattò contro l'atmosfera terrestre, andando in cortocircuito per via del surriscaldamento dovuto all'attrito. Il vuoto d'aria che si verificò non permise a Brendólfr di afferrare la mano dell'amico. Fu sbalzato verso il muso dell'astronave, poiché essendo sprovvisto di un saldo appiglio sbattè la nuca contro il piano di comando. Di rimando Josh emise uno straziante urlo alla vista di quella scena, il suo migliore amico giaceva contro il pannello privo di vita, pressato dalla gravità della caduta a ruota libera della navicella.
Il Capitano fu costretto a fare l'unica cosa possibile: espellere la capsula di salvataggio. Guardò la navicella cadere, avvolta esternamente da dalle fiamme mentre la sua capsula scendeva cautamente verso un'estesa pozza d'acqua.
Fu salvo ma aveva perso tutto: il suo equipaggio, il suo migliore amico e per di più si trovava perso, e da solo, in un mondo sconosciuto. Mise da parte il dolore, tirandosi fuori dalla capsula: ce l'avrebbe fatta anche questa volta, avrebbe portato a termine il suo lavoro.
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Believe me, we're not alone in the Universe ;; Joshler
Fanfiction--- Viene assegnato a Josh il compito di trovare il prescelto terrestre per poter eseguire degli studi sul suo DNA. Che Rapporto si instaurerà tra i due?