Capitolo 82

16.4K 495 167
                                    

Era trascorsa una settimana dall'inizio della nostra convivenza e le cose andavano alla grande.
Le giornate passavamo veloci, fin troppo, così come le notti insieme che volevo non finissero mai.
Non avrei mai immaginato che fra noi, in così poco tempo, potesse instaurarsi una complicità così grande.
Ridevamo, scherzavamo, facevamo l'amore, era tutto così perfetto.
Harry, in quei giorni, era anche andato alla ricerca di un lavoro, uno normale.
Per il momento continuava a gareggiare, aveva bisogno di soldi per mantenere se stesso e la sua famiglia.
Purtroppo però non era così facile trovare un lavoro in così poco tempo,  non aveva avuto la mia stessa fortuna di quando arrivai a Londra, ma lui non si arrendeva, ogni mattina usciva di casa girando l'intera città, pur di trovare un lavoro che non richiedesse titoli di studio specifici.
Nel pomeriggio mi accompagnò al Green, avevo il turno serale, ma quel giorno non mi sentivo in gran forma.
Non gli dissi nulla per non farlo preoccupare, salutandolo con un bacio e un forte abbraccio che ci scambiavamo sempre quando ci dovevamo separare.

"Ciao Bill"
"No ci sono io" Megan sbucò tutta sorridente dal retro del bancone, correndo ad abbracciarmi, ci vedevamo praticamente quasi tutti i giorni, ma per noi non bastavano mai, mi mancava tanto, ma già il terzo giorno di convivenza, io ed Harry la trovammo fuori la porta di casa nostra con un borsa contenente il suo pigiama e lo spazzolino.
"Ciao Meg" sorrisi nell'abbraccio.
"Ciao tesoro, Bill è fuori per una commissione" spiegò "in cambio c'è la strega" sussurrò, facendo un segno con la testa alle sue spalle, dove Brytney era intenta ad asciugare dei bicchieri.
"Che bello" commentai sarcastica.
Dopo aver indossato il mio grembiule, raggiunsi il bancone per lavare alcune tazze sporche, Megan doveva occuparsi di pulire i tavoli, quindi mi ritrovai sola con mia cugina.
Lavorammo per un bel po' in religioso silenzio, quando la sua voce ruppe i miei pensieri.
"Posso parlarti un attimo" il suo tono era basso, quando impercettibile.
"Di cosa?" Domandai senza prestarle molta attenzione.
"Ecco .... Io vorrei, insomma Juliet vorrei chiederti scusa, per tutto" disse  d'un fiato.
Sollevai lo sguardo verso di lei, guardandola accigliata "mi prendi in giro?"
"No, non più" rispose prontamente "ho capito di aver sbagliato, ero accecata dalla gelosia e sopratutto ho capito una cosa..."
"Sentiamo..." Posai la tazza nel lavandino, attenta ed interessata a cosa si sarebbe inventata stavolta.
"Ho capito che.. Che tu ed Harry,ecco siete fatti l'uno per l'altra e che io devo solo accettare il fatto che lui non mi vorrà mai" abbassò il capo, prima di continuare, mi faceva quasi pena, ma non dovevo cedere, non dopo tutte le cattiverie che mi aveva fatto "ho sempre agito in quel modo perché.... Juliet io sono innamorata di Harry" mi mancò il respiro "ma lui non ricambierà mai i miei sentimenti, ero accecata dall'amore che provo per lui, ma lui amerà sempre e solo te" rise amaramente "non ti chiedo di perdonarmi subito, ma di capire perché mi sono comportata così, infondo anche tu lo ami, sai cosa si prova"
"Io non sarei mai arrivata a questi livelli" risposi distogliendo lo sguardo, sapevo che Harry amasse me, ma in qualche modo l'idea che un'altra donna lo amasse, mi turbava.
"Lo so, non tutti siamo come te" rispose colpevole, non sapevo se crederle o meno, mi trovavo di fronte ad un bivio.
"Chi mi dice che non stai mentendo? Che questo non è un altro dei tuoi giochetti?"
"Il tempo Juliet, capirai col tempo se sto bleffando" sorrise appena.
"Come mai hai cambiato idea all'improvviso?" Mi sembrava tutto così strano.
"In realtà ho aperto gli occhi la sera dello scoppio, Juliet non abbiamo un bel rapporto, ma vederti lì, ricoperta di sangue, ha fatto male anche a me"
"Io non ..." Mi bloccai quando una forte fitta allo stomaco, mi fece piegare in due.
"Juliet cos'hai?" Domandò Bry, affettandomi per le braccia.
Presi del lunghi respiri e parve funzionare, il dolore si attenuò ma non del tutto " un po di mal di stomaco" risposi, mantenendomi al bancone, per un attimo mi ero sentita sul punto di svenire.
"Sicura? Vuoi che chiami un medico?"
"No no" scossi la testa "nessun medico, li odio" ed era vero, medici ed ospedali, erano solo un brutto ricordo per me che non avrei mai voluto rivivere.
"Come vuoi, ma se non stai bene tornatene a casa, ci penso io qui"
"No grazie Bry, è già passato" sorrisi appena, ma la verità era che quella sensazione sgradevole alla bocca dello stomaco c'era ancora.

Juliet [H.S.]  #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora