Capitolo 4

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POV Lidya
-Prima domanda: perché siete qui?- chiese Reiji.
Mi affrettai a rispondere per prima per evitare che le altre dicessero qualcosa di non gradito ai vampiri.
-Vi prego di scusarci per essere entrate nella vostra dimora. Pensavamo fosse abbandonata e i nostri amici hanno avuto la grandiosa idea di venire a fare un giro qui. Pertanto mi scuso a nome di tutti per le nostre azioni.
-Non ho capito una beata
minchia di ciò che hai detto- disse il rosso stravaccato sulla poltrona.
Mi trattenni dall' alzarmi e tirargli un sonoro schiaffone.
1) gli sembrava il caso di stare seduto così?
2) NON CAPISCI PERCHÉ SEI UN IGNORANTE CON UN CERVELLO PIÙ PICCOLO DI UN GRANELLO DI POLVERE, ANZI, INESISTENTE!
Dentro di me stava scoppiando la terza guerra mondiale ma fuori continuavo a guardare impassibile il moro aspettando la sua eventuale seconda domanda.
-Non è importante che capisca tu. Anche perché sarebbe come dire che la Terra è quadrata.
-Che stai insinua...- Ayato stava parlando ma Reiji lo interruppe.
-Seconda domanda: diete tutte sorelle o no? Ci sono rapporti di parentela tra voi?
-Non siamo tutte sorelle ma tra di noi ce ne sono alcune che hanno questo tipo di legame: Akira e Samantha, Cleo e Stella, Clare e Kristal.
-Capito. - disse il secondo genito scrivendo qualcosa su un blocco per gli appunti.
-Ultima cosa - disse - I vostri cognomi.
Tentennai un po': avrebbe saputo tutto di noi e non sapevo se sarebbe stato giusto dirglieli. Lanciai un'occhiata alle mie amiche che annuirono. Mi voltai di nuovo verso Reiji e iniziai: - Lidya Wilson, Nicole Henderson, Sara Black, Cleo e Stella Smit, Samantha e Akira Watanabe, Kristal e Clare Chevalier, Francesca Blooped, Violet Jonson e Helena Schulz.
-Perfetto. Allora, i maggiordomi vi accompagneranno nelle vostre camere. La cena è alle 8, siate puntuali.
-Ma noi vorremmo andarcene...- disse timidamente Kristal.
Sulla faccia dei sei fratelli comparve un ghigno.
-Siete venute qui e qui rimarrete.- disse Reiji prima di andarsene.
Dei maggiordomi ci fecero segno di seguirli e così fecimo passando davanti agli occhi dei 5 ragazzi che ci osservavano come se fossero dei critici di moda che osservano una sfilata.
Ci furono assegnate sei stanze e ci dividemmo a gruppi da due. Stella volle stare con sua sorella a tutti i costi, Kristal andò con Sara, Francesca con Nicole, Io con Violet, Akira con Helena e Clare con Samantha. Quest'ultima coppia mi faceva un po' paura: sapevo di cos'erano capaci e, dopotutto, erano ragazzine con gli ormoni a mille!
Entrai nella stanza ed aprii un armadio. Gli abiti non erano male, dopotutto, ma non mi piacevano molto.
Verso le 6 del pomeriggio alcuni maggiordomi ci portarono degli scatoloni. Li aprimmo e dentro trovammo i nostri vestiti e le cose che ci stavano più a cuore. Come avevano fatto a prenderle?
Avevo bisogno di una spiegazione.
-Mi scusi, cameriere, mi può indicare la stanza di Reiji?
-Certo signorina, mi segua- l'uomo mi portò davanti ad una porta.
-Eccola.
Bussai.
-Chi è? - mi rispose il moro dietro la porta.
-Lidya.
-Entra.
Entrai nella stanza ma non stetti a guardare i particolari. I miei occhi erano fissi su di lui.
-Come avete fatto?
-A far cosa?
-A prendere i nostri vestiti e gli oggetti a noi più cari.
-Ah, ti riferisci a quello... Beh, è stato semplice: ho chiamato mio padre che ha chiamato le vostre famiglie e li ha avvertiti che non tornerete più a casa. Tranquilla, gli ha dato una bella somma di denaro.- disse con un ghigno in faccia.
Sbarrai gli occhi. Eravamo prigioniere in questa casa e per di più le nostre famiglie ci avevano vendute. Avevo sentito abbastanza.
-Ho capito... Con il vostro permesso, mi congedo.
-E la mia paga?
-La tua paga? Che paga?
-Le informazioni non sono gratis...- disse con un ghigno avvicinandosi a me.
-Cosa vuoi...?
-Dovresti saperlo...
Lo guardai seria. Avevo capito cosa intendeva ma non avevo la minima voglia di lasciar bere il mio sangue a quel lurido essere che ci aveva sconvolto la vita.
-No- risposi secca.
-No? Cara, non ti ho chiesto un parere...
Reiji si alzò e si avvicinò a me che intanto stavo nella mia solita posizione ritta.
Non gli avrei permesso di spaventarmi e non gli avrei dato il piacere di vedermi tremare.
Si fermò davanti a me per qualche secondo e poi fece per sbattermi contro la libreria. Intuii le sue intenzioni e con uno scatto mi spostai; ma a quanto pare non fui abbastanza veloce perché quello, dopo avermi preso un braccio, mi bloccò contro la porta.

 Intuii le sue intenzioni e con uno scatto mi spostai; ma a quanto pare non fui abbastanza veloce perché quello, dopo avermi preso un braccio, mi bloccò contro la porta

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-Cara, mi sottovaluti...
Rise con gusto mentre io lo guardai male.
-Sono semplicemente realista... - mi limitai a dire.
-Ah? Beh, a quanto pare hai sbagliato...
Gli lanciai un altro sguardo carico d'odio e mi trattenni appena dal sputargli in faccia
-Come se cercherai di trovare una via di fuga... Perché non esiste, siete in mano nostra...
Mentre pronunciava quelle parole si avvicinava sempre di più al mio collo.
Si posizionò con in canini sopra di esso e riuscivo a sentire il suo caldo alito.
Stava per mordermi quando sentii all'improvviso un vuoto dove prima c'era la porta. Caddi a terra ma prima di toccare il suolo un braccio mi prese e mi tirò a sé.
Mi girai e vidi Sara.
-Lei non si tocca brutto maggiordomo infedele!
-Come mi hai chiamato, scusa?
-Brutto maggiordomo infedele ed ora devo aggiungere anche sordo- disse lei ridendo. Mi prese un polso e se ne andò. Vidi che il vampiro all'inizio tentò di fermarci ma poi scosse la testa e lasciò perdere.
Alle 8 scendemmo le scale. Spaccavamo il minuto: eravamo in perfetto orario.
Ci sedemmo al tavolo e cenammo insieme ai Sakamaki poi ci ritirammo nelle nostre stanze.

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