Non è facile trovarsi ogni giorno di fronte alla possibilità di morire e alla consapevolezza di dover lottare per la propria vita. Non è facile cercare di darsi delle risposte riguardo una situazione di cui non riesci ad avere tutti i tasselli mancanti. Non è facile, ma d'altronde cosa lo è? Se mai c'è stato un momento storico in cui le cose sono state facili, Thomas non lo ricordava – così come non ricordava niente della sua vita prima della Radura. Ed era così frustrante per lui non sapere, non avere certezze e dover procedere a tentoni in ogni suo passo, soprattutto quando aveva anche la responsabilità della vita dei suoi amici che si fidavano di lui ciecamente.
Questi pensieri e molti altri non gli permisero di dormire quella notte. Così, mentre Teresa e gli altri riposavano, decise di alzarsi e di andarsi a sedere vicino al fuoco che avevano acceso durante la cena, non tanto per cucinare bensì per scaldarsi. D'altra parte non c'è molto da cucinare quando sopravvivi con cibo in scatola. Insieme a tutti i suoi dubbi, alle sue insicurezze e ai mille pensieri che di norma lo tormentavano, anche i sensi di colpa per la morte di Winston lo assalivano. Si sedette e sospirò, non riuscendo a togliersi dalla mente l'immagine del corpo dell'amico senza vita, sentendo un forte peso sul petto.
Forse non era stata completamente colpa sua, sicuramente c'erano innumerevoli variabili da tenere in conto di fronte alla morte di Winston, ma Thomas non avrebbe mai potuto non considerarsi parte dei motivi che avevano portato l'amico alla fine prematura della sua vita. In un modo o in un altro ne era responsabile. Lo sapeva benissimo, e sapeva altrettanto bene che quel peso gli sarebbe rimasto sulla coscienza per sempre. Sperava solo di non doversene caricare altri, di non perdere altri amici e che loro potessero perdonarlo, un giorno, per tutto quello che aveva fatto loro senza rendersene conto. Senza sapere. Senza ricordare.
Restò per qualche minuto seduto a fissare le fiamme, abbracciando stretto le gambe al petto. La Zona Bruciata era immobile, vuota, totalmente l'opposto di ciò che stava succedendo nella mente di Thomas; il tutto era immerso in un silenzio che sarebbe risultato opprimente se non fosse stato interrotto dal lieve scoppiettio del fuoco e dal russare ritmico di Frypan.
Thomas non sapeva da quanto tempo fosse fermo in quella posizione quando sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla e qualcuno sedersi poco aggraziatamente accanto a lui. Non aveva bisogno di guardare chi fosse per sapere che si trattava di Newt, ma si voltò lo stesso a guardarlo e ne ebbe la conferma. Non c'era da stupirsi se il ragazzo biondo si trovava lì in quel momento: era sempre presente per Thomas, sapeva sempre come si sentiva e da quando si erano conosciuti non lo aveva abbandonato mai un secondo se non per cause di forza maggiore. Ovviamente lo stesso era al contrario, anche Thomas era sempre presente per lui e con Newt si sentiva vulnerabile, come se potesse essere davvero se stesso in ogni sua sfumatura. Questa cosa forse avrebbe dovuto dargli fastidio, ma la verità era che si sentiva stranamente a suo agio.
Dopo qualche minuto di silenzio passato a guardare le fiamme davanti a loro, Thomas non fu sorpreso nel sentire Newt porgli la domanda che probabilmente lo aveva spinto ad alzarsi e ad andargli vicino.
"C'è qualcosa che non va, Tommy?" gli chiese, incontrando il suo sguardo. "Non riesci a dormire con tutto il baccano che fa Frypan? Penso che i Dolenti fossero meno rumorosi di lui, pur avendo tutta quella ferraglia."
Newt era ben consapevole che il problema non fosse il russare del loro amico, cercava solo di alleggerire l'atmosfera in qualche modo, di strappare una risata a Thomas per poter far sparire quelle rughe di preoccupazione che non lasciavano la sua fronte da giorni ormai.
"Magari fosse quello il problema..." rispose Thomas, accennando un sorriso divertito. Era consapevole di quello che stava cercando di fare il ragazzo accanto a lui e apprezzava davvero moltissimo il tentativo.
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you can't give up [newtmas]
Cerita PendekThomas non poteva immaginare che si sarebbe ritrovato ad avere il peso del mondo sulle sue spalle a soli 17 anni né che il mondo sarebbe stato così crudele. Ma, d'altronde, ci sono troppe cose che la sua immaginazione non aveva tenuto in conto. Come...