Tutto iniziò un mezzogiorno primaverile. Io, Becca, camminavo tranquillo per il viale, tutto tronfio nel mio abbigliamento mezzo sudato dopo essere stato in palestra, continuando a sistemarmi i polsini rossi.
Stavo camminando verso il covo del Tricheco, banda di palestrati di cui facevo parte. Il Boss Leon aveva deciso il nome, ma non avevo mai capito perché. Comunque, quella sera avremmo attaccato le Giraffe per il possesso del territorio del parchetto comunale, che aveva anche un distributore di acqua frizzante.Quando entrai nella stanza della riunione, cercai di non farmi notare, ma sapevo, anche se non vedevo, che il Boss Andr mi stava fissando.
-Becca, sei in ritardo. Siediti qui di fianco a me.-
-Sì Boss.-
Il Boss Andr era piccolo, ed aveva sempre addosso qualcosa che gli copriva la faccia e il corpo. Ma nonostante la sua corporatura minuta, era forte più di tre membri della banda messi insieme. Tanta potenza in un corpo così piccolo aveva intimorito tutti i membri da quando era entrato a far parte del gruppo, e dopo due settimane il vecchio Boss, Leon, gli aveva ceduto il posto. Leon era l'unico ad averlo visto in faccia, e da quando era accaduto il suo rispetto per il Boss era aumentato dieci volte. Era anche l'unico che usava un nome diverso da "Boss". Proprio in quel momento, Leon prese parola.
-Stasera, si compirà il destino. Qualcuno di noi cadrà in battaglia, e lo farà per onorare il futuro dei membri che sopravviveranno. Non avremo prigionieri. Andr, vuoi spiegare il piano nei dettagli?-
-Ci presenteremo con la divisa. Korten, se dimentichi di nuovo il cappello giuro che ti caccio dalla banda. E poi, lanceremo la nostra sfida. Bevete tanto caffè, sarà una lunga, sanguinosa guerra.-
Per il lettore, intendo rendere chiare le cose. So che speravate in una rissa all'ultimo sangue con svenimenti e nasi rotti, ma no. Queste bande di paese si sfidano sempre con i giochi in scatola. E quella battaglia si sarebbe decisa con forse il gioco più adatto: Risiko.
-Ma Boss...non dovrebbe scegliere i giocatori?-
Vennero scelti il Boss, ovviamente, Leon, che era comunque abbastanza scontato, Tricky e Anne, che fu una strana scelta. Anne era l'unica donna della banda, ma se lo era meritato alla grande. Io invece, ricevetti il compito di consigliere esterno, perché il Boss sapeva che non lavoravo bene sotto pressione, mentre fuori campo davo il meglio. Un vero capo sa sempre queste cose, e il Boss era il migliore capo che potessi mai desiderare.
La sera stessa, emergemmo nella luce fioca dei lampioni, vestiti di tutto punto. Ognuno aveva i propri polsini rossi, abbinati al cappello con visiera, i jeans neri, chi strappati e chi no, e la maglietta rossa con un tricheco stilizzato in bianco sulla schiena. Al Boss tutti i vestiti stavano larghissimi, ma era sempre vestito così. Indossava anche una maschera nera sul volto.
Mentre camminavano, si voltò verso di me.-Becca, stasera se vinceremo rivelerò il mio volto. Prima di essere deposto, voglio vincere contro le Giraffe.-
-Va bene Boss. Vinceremo.-
E così accadde. Sul cemento ancora caldo per il sole della giornata, sedevano su delle lamiere otto persone in cerchio, avvolte da un gruppo enorme di persone in piedi o sedute. Questo pubblico vide la gloria dei Trichechi, e la debolezza delle Giraffe. Quando l'ultimo stato venne conquistato, il capo delle Giraffe si abbandonò ad un lungo lamento di insoddisfazione, per poi appoggiare la fronte alla piattaforma di gioco.
-Avete vinto, Trichechi. Il parco comunale ora è vostro. Noi spariremo, ci troveremo un altro piccolo paradiso. Arrivederci, Andr. È stata una bella partita, nonostante tutto.-
-Aspetta ancora un po', Michele.-
-Okay...aspetta, come conosci il mio vero nome?-
Senza rispondere, il Boss, si tolse la maschera e il cappello, lasciando cadere una cascata di neri capelli.
Il capo delle Giraffe sbiancò.-Andrea, non ci credo. Ma che pezzo di-
-Shhhh, fratellone.-
La sua voce ora, non più offuscata da nulla, pareva melodiosa.
Poi, si girò verso i Trichechi. E fu probabilmente il nostro turno di sbiancare. In qualche modo, ripresi coscienza di me stesso. Però, ve lo devo dire, era veramente bella.-Anne, puoi spiegare la situazione? Questi uomini sono traumatizzati.-
Anne spiegò. Fin troppo bene. Dopodiché, il Boss si girò verso suo fratello.
-Quindi, che cosa dicevi riguardo alle donne in comando?-
Il capo delle Giraffe sembrava sul punto di esplodere dalla rabbia.
Ma poi, sorrise, e non troppo benevolmente.-E tu vuoi dirmi,
Andrea Lucia, che tutti questi uomini, che conoscono il proprio valore, si faranno guidare ancora da te, dopo aver scoperto che li hai ingannati per tutto il tempo?-Il capo delle Giraffe mi dava veramente sui nervi, forse non potete capire quanto. Così presi parola.
-Noi, sotto il comando del Boss Andr, abbiamo conosciuto gloria e onore che una volta non potevamo neanche sognare. Non importa se uomo o donna. Un vero capo porta successo, e Andrea l'ha fatto. Tu, invece?-
Dopo il mio intervento, per fortuna, tutto il resto della banda si risvegliò dalla catalessi e confermò con passione ciò che avevo detto. Andrea, poi, si girò verso di me, con un sorriso meraviglioso.
-Grazie, Becca. O meglio, Angelo.-
Non dirò che sono arrossito, ma potete immaginare quello che volete.
Nella confusione che seguì, tra il corteo festante che portò Andrea in trionfo fino al covo, notai Leon, che sorrideva, un po' con fierezza e un po' con nostalgia. Quando arrivammo al covo, era già scomparso.
Allora Andrea mi guardò, e mi invitò di nuovo a sedermi di fianco a lei.
-Ascoltate, Trichechi. Questa sera di gloria, io proclamo Becca mio più fidato consigliere. Ora, continuate con i festeggiamenti! Abbiamo il territorio che desideravamo da mesi!-
Quando disse così, entrarono due camerieri del bar lì vicino con ogni sorta di salatino, pizzetta, merendina e cibo di ogni genere.
Quella notte Andrea si girò di nuovo verso di me, sorridendo, e mi chiese se ero felice.Ora, dal tavolo bianco su cui sono seduto, di fianco a lei, che scintilla come una stella nel suo abito da sposa, le dico: "Sì."
Okay allora, premessa: non so cosa sia sta roba ma prendetela per quello che è. Tra l'altro, mi sa che non lo correggerò e lo lascerò allo stato selvatico, come è nato.
Anyway, mi sono fissata come obbiettivo di riprendere la scrittura, ma non aspettatevi nulla di grandioso. Sono fatta così, mi auguro lo sappiate già, per il vostro bene. Non posso promettere nulla.
Buonanotte,o buongiorno, o buon quelchel'è.
Adieu~
Catliss
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Things - Cose
ContoQuesto è un insieme dei racconti OS che la mia mente malata crea. Buon divertimento :D Catliss