La mattina dopo mi sveglio col rumore della pioggia che batte contro la finestra. In casa regna il silenzio, evidentemente i miei genitori sono già usciti, nemmeno Tiger fa rumore, gioca col mio tappeto e non si preoccupa minimamente di ciò che gli succede intorno. La cucina è deserta e rigorosamente in ordine, l’unico segno del passaggio dei miei genitori è il biglietto che mi hanno lasciato attaccato al frigo
Buongiorno tesoro, divertiti a scuola, ci vediamo stasera
Divertirmi a scuola, che simpatici. Decido di andare a fare colazione fuori, non voglio passare un secondo di più immersa in questo silenzio assordante. Mi dirigo verso il bar ma la sensazione che provo camminando per le strade affollate e piene di vita non è quella che mi aspettavo, la sensazione di vuoto e solitudine è ancora presente, anzi, è più forte di prima. Arrivata al bar mi siedo, rigorosamente vicino alla finestra, e aspetto che mi portino la colazione appena ordinata. La pioggia continua a cadere su New York, i minuti passano e nonostante io abbia finito di fare colazione da diversi minuti mi ostino a rimanere lì, a guardare le persone che camminano sotto i loro ombrelli o che sfrecciano nelle loro macchine, magari soli, magari con i loro amici o magari accompagnati solo dai loro pensieri. << Ei, ci sei? Ailena? >> devo sbattere le palpebre un paio di volte prima di mettere a fuoco la persona che ho davanti << Sei sveglia? >> << Si Aly scusa, ero sovrappensiero >> Alyssa è seduta di fronte a me << agitata per quello che deve dirti Byron? >> nego << assolutamente no, sono sicura che non sia nulla di importante >> rispondo sperando di convincere non solo lei ma anche me stessa di quella affermazione << guarda che non c’è niente di male, un “dobbiamo parlare” manda in crisi chiunque >> sospiro << okay, forse sono un po' nervosa, ma solo perché non so di cosa vuole parlare, non perché non mi fido di lui >> << certo, per quale altro motivo dovresti esserlo >>, rimaniamo in silenzio per qualche minuto poi i nostri telefoni suonano, ci scambiamo uno sguardo divertito prima di rispondere ai rispettivi messaggi << il mio è di Byron, dice che sta arrivando, il tuo? >> risponde dopo aver fissato lo schermo per qualche secondo << di mia madre, mi augura una buona giornata >> dice tutta sorridente << che carina, ho sempre invidiato il rapporto che hai con tua madre >> << non è nulla di che, alla fine litighiamo anche noi >> << vero, ma tu puoi parlarle di qualunque cosa >> arrossisce << si questo è vero, da questo punto di vista è più un’amica che una mamma >> fa una pausa << però adesso vai, non vorrai far aspettare Byron? >> << no, assolutamente >> prendo lo zaino e la saluto << stai tranquilla, andrà tutto bene >> mi dice prima che io esca, annuisco e vado verso la scuola. Arrivo davanti al cancello pochi minuti dopo e appena lo vedo gli vado incontro << buongiorno >> dico baciandolo << ciao >> dice lui dopo essersi staccato, iniziamo a camminare per il cortile e visto che lui non apre bocca do io inizio alla conversazione << allora? Che dovevi dirmi? >> in risposta lui si passa una mano fra i capelli << io e te stiamo insieme da tanto giusto? >> dice evitando il mio sguardo << direi di si >> dico ridendo per quella domanda << bene, solo che a volte non basta stare insieme da tanto per evitare che le cose finiscano >> quelle parole mi fanno lo stesso effetto di una secchiata d’acqua gelida in pieno inverno << cosa? >> chiedo non capendo, o meglio, sperando di non aver capito << Ailena, è finita >> dice guardandomi; i miei occhi diventano lucidi << stai scherzando vero? >> dico sorridendo, ma la mia espressione cambia quando vedo che lui non risponde << ti prego dimmi che stai scherzando >> lo sto letteralmente supllicando e sto facendo appello a tutte le mie forze per non scoppiare a piangere, abbassa lo sguardo, e quel semplice gesto basta a farmi capire che no, non sta scherzando << Ailena sei una ragazza fantastica e non mi pento del tempo passato insieme ma fra noi non va più >> << ma perché, perché all'improvviso hai deciso che "non va più"? >> dico cominciando a scaldarmi << perché no Ailena, non c'è sempre un motivo se le cose finisco, evidentemente doveva andare così >> scuoto la testa << non doveva andare così >> dico, e detto questo entro a scuola sperando che Casey o Alyssa o Matthew siano già arrivati.

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Once Upon a Time
RomansaQuante volte ci capita di pensare che esiste una forza esterna che ci spinge a fare quello che facciamo? Quante volte pensiamo che le persone con cui parliamo ogni giorno le abbiamo incontrate per un motivo? Quante volte ci fermiamo a pensare a quel...