Sai com'è nato il mondo?

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"Come credi che sia nato il mondo?"

Ginevra piegò la testa, osservando di sottecchi la bambina che si trovava al suo fianco. Ex Babysitter, aveva accettato quel giorno di occuparsi della nipote, con suo fratello e la moglie impegnati ad una cena di lavoro.

Sotto al suo sguardo cristallino, la piccola bambina dai codini simili a quelli di Sailor Moon (eroina che aveva visto qualche mese prima in televisione) le sorrise, leggermente assonnata ma senza alcuna voglia di tornarsene a letto, come invece aveva promesso di fare.

"Tu cosa pensi?" Chiese allora dolcemente la zia, accertandosi che fosse abbastanza coperta in modo da non prendere freddo. Amelia alzò le spalle, a scuola avevano raccontato di una grossa esplosione al seguito della quale erano nati i dinosauri, mentre al catechismo le avevano spiegato un qualcosa di completamente diverso.
Era rimasta confusa, non sapeva a chi credere e non ne aveva parlato con nessuno, almeno fino a quando zia Ginevra non era chiamata dal padre per occuparsi quella sera di lei.

Aveva soli 25 anni e teoricamente si sarebbe dovuta occupare di un articolo da scrivere per il fine settimana, ma quando Amelia l'aveva raggiunta perché non riusciva a dormire, era stata costretta ad abbandonare il proprio computer per occuparsi della piccola.
Alzando gli occhi al cielo, Ginevra Bianchi provò nuovamente a cercare una risposta ai tanti interrogativi della bambina senza però influenzarla troppo.

"Sai, credo tu sia fin troppo curiosa." Sussurrò, un sorriso sul volto mentre avvicinava la bocca alla tazza di Minnie che aveva rubato pochi minuti prima a sua sorella. La tazza di latte e cioccolato le sporcò la faccia, come sempre era incapace di mangiare senza assomigliare poi ad una bambina.

"Forse. Ma sono la tua nipote preferita." Ribatté questa, finendo invece la sua di tazza, più piccola rispetto a quella della zia. Ginevra rise, tamponandosi le labbra per togliere i residui di cioccolata.

"Aggiungi unica e la tua frase andrà bene." Iniziò a ridere, ma si premurò di far tacere la nipote per non svegliare i vicini. Amelia si morse il labbro, non era dotata di molto autocontrollo e a dirla tutta, per una bambina di sette anni probabilmente ne aveva anche troppo.

"E dai rispondi!" Colpì le mattonelle che coprivano l'erba del giardino. Il labbruccio spaccato venne subito spinto in fuori in un'espressione triste e arrabbiata, per spronare la zia a continuare quel racconto come le aveva chiesto dall'inizio. Ginevra sospirò, non era dotata di fantasia ma c'era una storia, che il suo fidanzato le aveva raccontato una sera. Mark, inglese spuntato non si sapeva bene come nella sua vita, aveva senza dubbio un animo più romantico di Ginevra, al punto da raccontarle quella storiella che la giovane aveva anche sognato una notte. Lo odiava, sapeva rendere ogni storia vivida al punto giusto, ma era l'unica che conoscesse in quel momento ed anche l'unica che potesse piacere poi a sua nipote.
Sospirò, stringendo la collana che sempre Mark le aveva regalato. Oltretutto aveva anche buon gusto nei regali, tanto per peggiorare le cose siccome lei, invece, non sapeva farli.

"Beh... Ci sarebbe una storiella." Strinse gli occhi, cercando di ricordare le parole esatte che quello stupido, amorevolmente parlando, del suo fidanzato le aveva nominato.
Accanto a lei, Amelia sembrò essere tornata più attiva che mai. Alzò gli occhi al cielo, senza comunque abbandonare il sorriso divertito che le solcava il volto.

"Ma allora le conosci anche tu!" Urlò, ma più che guardarla sconvolta per questo, lo fece per la sua frase. Strinse le labbra, guardando la bambina che invece sembrò essere tornata piena d'energia.
"Chi ti ha detto che... No, lascia stare."

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