Viaggio

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 Non sapeva neanche dire come avesse fatto Taylor a convincerla. Quando suo fratello l'aveva raggiunta nel suo piccolo e fatiscente appartamento per portarla in viaggio, Claire aveva quasi pensato stesse scherzando. La convinzione che avesse voluto solo prenderla in giro era poi cresciuta, quando le aveva detto la meta da lui ideata.

Quel Safari in Kenya, per tre giorni, non aveva senso per la mora giornalista free-lance dagli occhi chiari. Era un viaggio troppo improvvisato, secondo lei, ma a tutti gli effetti Claire era stata lontano da casa per più di tre mesi, da quando James l'aveva lasciata poco prima del matrimonio. Una giornalista con poco talento ed una scrittrice non adatta secondo il suo ex fidanzato. Non valeva niente e, la stessa cosa, doveva pensarla alla fine la sua famiglia, sopratutto nel caso in cui avessero fatto un paragone tra lei e il sicuramente più affermato Taylor.

Taylor Jones, avvenente e ricco avvocato della Grande Mela non aveva nulla a che fare con la sorella minore. Aveva successo, talento, una moglie e due figli che dovevano ancora nascere. Forse proprio per questo motivo aveva invitato Claire a quel Safari, più che l'altrettanto famosa e decisamente bellissima Rebecca Stevens. Non c'era paragone tra le due, se Claire poteva essere considerata una bella ma non tanto corteggiata ragazza, da quando James l'aveva abbandonata le cose erano addirittura peggiorate. I capelli scuri di solito ben curati sembravano ora un ammasso schiarito e senza più vita. Gli occhi azzurri da sempre pieni di vitalità facevano pendant con i muri crepati del suo piccolo appartamento. Niente a che vedere con la casa di James in cui aveva vissuto per svariato tempo, ma era riuscita a trovare nulla di meglio che quel piccolo appartamento, diroccato sopra ad un ristorantino. A dirla tutta non si era neanche impegnata con la ricerca, la voglia era svanita via assieme a James.

"Claire, smettila di fare quella faccia. Ti divertirai."

La mora alzò gli occhi al cielo. Sebbene il fratello sembrasse sicuro delle sue parole, lo stesso effetto non lo sortiva in lei. Sicuramente la stava prendendo in giro, nonostante fosse ricco aver sborsato più di 730 dollari* per una sorella incapace di divertirsi a quel Safari non poteva fargli piacere. Oltretutto, Claire aveva passato il primo giorno in hotel ed il secondo ferma nella jeep, senza neanche guardarsi intorno.

"Come no, sono euforica. E in debito, aggiungiamo il conto a tutti i miei arretrati."

Taylor accanto a lei sbuffò, questa volta più arrabbiato che stanco. Probabilmente doveva essersi stancato delle sue risposte, lasciando perdere la pazienza che altrimenti avrebbe mostrato. Claire non sorrise per aver fatto infuriare il fratello, sembrava che neanche la ruga spuntata sul volto di Taylor riuscisse a farla ridere.

Era praticamente una fallita, le persone l'avrebbero vista bene con svariati gatti spelacchiati in giro per casa, con poca voglia di occuparsi di loro e sopratutto non abbastanza soldi per farlo. Da quando Click, il giornale per cui scriveva, aveva quasi revocato la sua iscrizione per l'incapacità di tirar fuori un articolo da mesi, Claire si era sentita quasi sconfitta. Le vendite dei suoi libri per bambini non erano dei migliori.

A dirla tutta le permettevano di vivere quel tanto che bastava per andare avanti, ma di certo non da farle sognare una casa tutta sua e dai colori perfettamente abbinati.

L'unica cosa che sembrava rimpiangere ormai di James, dopo la sofferenza iniziale, era il tempo speso per lui. Non era mai bastato, probabilmente le sue erano state solo prese in giro e persino il vecchio divanetto che avevano in garage... che lui, aveva lì, era più comodo del suo letto. In breve, la vita di Claire da qualche mese faceva schifo. A tutti gli effetti, il padrone di casa era paziente con lei solo perché aiutava la figlia sul piano scolastico, portandola ad alzare i voti altrimenti piuttosto bassi.

"Te l'ho detto, è un regalo decisamente anticipato per il tuo compleanno."

Decisamente era un eufemismo. Mancavano quasi sei mesi ai suoi 26 anni ma preferì non commentare. Rimase semplicemente poggiata con la testa sul finestrino della jeep, mentre Ebo davanti a lei parcheggiava poco lontano da una serie di giraffe, che camminavano tutte attorno ad alcuni alberi. Ebo, uno dei dipendenti dell'Hotel che si occupava dei Safari le sorrise, forse, non che avesse mai capito in tre giorni quale fosse realmente la sua espressione.

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