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“L'avevo incontrata per la strada, dispersa nel suo mondo. Cercava una strada, ma non ricordo quale. Ero troppo perso a guardarla per assimilare tutti i dettagli delle sue richieste. Ricordo di averle detto che le informazioni non erano gratuite.
“Mi hanno detto di non accettare caffè dagli estranei”
“Chi te lo ha detto non mi conosce”
Ci siamo ritrovati uno di fronte all'altra al caffè italiano lì all'angolo. Lei mi raccontava del suo viaggio e io non ascoltavo una parola. Lei sorseggiava il caffè, il mio restava sul tavolo. Lei guardava fuori dalla vetrina mentre parlava. Io guardavo lei.
Io non perdevo tempo ad ascoltarla perché dovevo guardare lei, io non mi interessavo del suo viaggio perché dovevo guardare lei. Quando hai davanti una bellezza rara per poco tempo non puoi permetterti di perdere degli istanti.
Eppure lei non era la ragazza bionda dagli occhi azzurri. Il suo fisico non era magro come le ragazze nelle copertine delle riviste e la sua pelle non era perfetta come le bambole di porcellana. Lei era la bellezza nella semplicità, e le cose semplici mi erano sempre piaciute.
“Ora dovrei andare”
“E chi lo dice?”
Arrossì alla mia domanda, non sapeva evidentemente cosa rispondere. Nessuno le aveva imposto di andarsene, quale motivo aveva per farlo?
“Il tempo..”
“Il tempo? ”
“La giornata sta per finire” osservò sbirciando i raggi del tramonto che penetravano tra le vetrine del caffè.
“Pensi che il tramonto significhi fine?”
“È come chiedere se vedo il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno?” Mi confuse la sua domanda “Tu mi chiedi se credo che il tramonto determini la fine, ma io potrei risponderti che segna un nuovo inizio. Sono due modi di vedere le cose”
“E tu come lo vedi?”
“Il tramonto o il bicchiere?” Osservai entrambi. Non era interessante quale dei due eppure lei li aveva distinti. Mi incuriosiva la sua idea.
“Entrambi”
“Il tramonto segna la fine della giornata. Il tramonto è uno.
Guarda le nostre tazze. La mia e la tua. Come le vedi?”
“Beh, tu hai quasi finito.. io ho appena iniziato”
Non capii dove voleva arrivare ma apprezzavo il suo modo di ragionare diverso e contorto. Incuriosiva e metteva pace. Ti innalzava da terra e ti donava quiete. Lei era diversa. 
“Il mio è mezzo vuoto. Il tuo è mezzo pieno”
“Quindi distingui due bicchieri e un tramonto?”
“Puoi moltiplicare un tramonto? Puoi costruirlo o inventarlo?”
“No”
“E allora il tramonto è uno”
“Ma i bicchieri possono essere infiniti allora”
“Il modo in cui li vedi dipende da quanto hai bevuto il loro contenuto”
Tutto si stava facendo interessante. Stavo entrando nella sua mente e stavo scoprendo essere un altro mondo. Poche volte puoi incontrare persone che abbiano una mentalità come la sua. Non tutti sono vittime della società. “Tu come vedi il tuo bicchiere ora?”
“Mezzo pieno”
“La tua vita è appena iniziata”
“Il bicchiere rappresenta la vita?”
“E sei tu a decidere quanto bere dal tuo bicchiere, no?”
“Sì, ma… il tuo è…è mezzo vuoto, hai detto..”
“Ora dovrei davvero andare”
“Ma, il tramonto allora che c'entra?”
“Il tramonto è la vita degli altri. Tu bevi dal tuo bicchiere ma è il tramonto quello che segna la fine della giornata per tutti”
Se ne andò lasciando un paio di monete sul tavolo. Era stata la conversazione più breve e intensa che avessi mai avuto con una persona. Ma lei non era una persona. Era un angelo. Ne ero certo.
Nonostante sapessi dove alloggiava non andai a trovarla nei giorni successivi ma la aspettai nello stesso posto e nella stessa ora dove l'avevo incontrata la prima volta. Feci così per settimane. 
Un giorno la mia panchina era occupata da un vecchio che leggeva il giornale.
“È occupato?” Chiesi indicando il posto accanto al suo. Concentrato scrollò la testa andandosene pochi minuti dopo. 
Il giornale lo aveva lasciato lì, accanto a me. Come a farmi compagnia e nell'attesa decisi di sfogliarlo. 
Non mi era mai interessata la politica e nemmeno lo sport quindi mi limitai alla prima pagina.
Poi la vidi. Era lei, era stupenda come sempre. Era in piedi, sorridente con i suoi capelli castani che le incorniciavano il viso. Portava sulla tracolla la stessa borsa e gli occhi erano sempre quei marroni sognanti e pieni di idee. Era un peccato che tutto questo fosse una fotografia sotto il titolo di “Un'altra vittima del cancro”.
Ripensai alle sue parole. Il suo bicchiere era mezzo vuoto e il tramonto aveva deciso che fosse la fine.”

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