Dopo la follia per amore, la follia più frequente in cui mi identifico è quella di scappare dalla monotonia e dalla abitudinarietà, quella follia che ti porta a vagabondare, giorno dopo giorno, cercando la felicità e la strada giusta anche se in cuor tuo sai che non c'è. Cerchiamo di relazionarci con le persone, di trovare quelle sincere, quelle di cui fidarci e a cui poter dir tutto, di trovare una cosa su cui appoggiarci e sentirci sicuri, cercando del bene anche dove non c'è, per poi finire a brancolare nel buio soli, stanchi e depressi. A volte siamo così stupidi da trascurare le persone che sono vere con noi per andare alla ricerca di altro, alimentando odio ed espandendolo a macchia d'olio senza controllo. La paura di essere allontanati dalla società, di rimanere in disparte ci blocca nell'essere che molte volte non ci piace neanche e siamo costretti a sopportare. Me compreso sono abitudinario, ma molte, moltissime volte, affacciato al finestrino di un pulman o di un treno, vedo lo scorrere delle città e delle persone, che vivono le loro vite pensando di essere liberi e mi immagino cosa c'è oltre la società a cui rimangono incollati, immagino cosa potrebbe succedere se provassi ad evadere da tutto questo per una situazione che non conosco e che potrei vivere senza condizionamenti esterni. La follia del voler abbandonare la realtà è molto comune e spesso ci proviamo, tentiamo di evadere, ma appena ci troviamo vicino la porta della realtà non sappiamo se aprirla o tornare indietro. A volte tornare indietro è la soluzione più equa, altre volte non siamo noi a sceglierlo, ma le mani nere delle persone "normali" che ci tirano indientro, provando a cambiarci. Se trovassimo la follia per aprire quella porta però, cosa ci troveremmo davanti? Saremmo in grado di affrontarlo?

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