ARRIVO

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Yugi e gli altri giunsero a destinazione, meno tre ritardatari che ancora non avevano deciso a presentarsi. Avendo prenotato i posti sul battello online, i ragazzi presenti all'appello furono costretti a presentarsi e a salire a bordo.
Anzu guardò il suo cellulare, sospirando.
"Quando si decideranno ad arrivare quegli scarmanati?! Manca un minuto, di questo passo il battello partirà senza di loro"
"Magari avranno trovato traffico, Anzu"
"Bah, spero per loro che facciano in tempo"
Yugi poggiò un braccio sulla sbarra di ferro, gettando uno sguardo sull'area del porto riservata ai parcheggi.
"Eccoli, stanno arrivando!" esclamò Malik, indicando tre ragazzi che, con in mani i bagagli, si catapultavano con foga fuori da un taxi appena fermatosi.
"Sbrigatevi!"
Li incitò a gran voce Ryuji, addocchiando allarmato gli uomini che si apprestavano a togliere la passerella.
Jonouchi, Honda e Bakura riuscirono a salire sul battello in extremis, qualche secondo prima che i marinai la ritirassero.
"Uff...Ce l'abbiamo fatta!" esultò Jonouchi, ansimando.
"Per un pelo...!" esalò Honda poggiando le mani sulle sue ginocchia, esausto, mentre il povero Bakura si appoggiò barcollante alla sbarra di ferro, mollando la valigia a terra trafelato e con la fronte imperlata di sudore.
L'attività fisica non faceva certo per lui, e di conseguenza bastava una semplice corsa per lasciarlo completamente sfiancato.
"Ben arrivati! Cominciavano a preoccuparci" commentò Ryuji poggiando una mano su un fianco, osservandoli con una nota divertita nel suo sguardo smeraldino.
"Sei ancora vivo, laggiù?" chiese Anzu rivolta a Bakura, che stava ancora recuperando fiato.
Sul volto stanco del ragazzo dai capelli bianchi si fece strada un debole sorriso, dopodiché alzò un pollice in segno di approvazione.
"L'importante è che siamo tutti qui" disse Yugi, sorridendo.
Il suono della sirena della nave proruppe nell'aria, annunciando la partenza imminente.
Imitando gli altri passeggeri, i ragazzi si sporsero sul bordo della nave, osservando il porto allontanarsi con il suo avanzare.
"Wow, ne è passato di tempo dall'ultima volta che siamo saliti su una barca, eh?"
Disse Honda, colto da un moto di nostalgia.
"Già, l'ultima volta è stata prima del duello cerimoniale...Con Atem"
Tutti gli sguardi dei compagni si spostarono sul re dei giochi, colmi di apprensione.
Yugi sorrise debolmente, malinconia mista a una serenità dovuta a una rassegnazione che aveva faticato molto ad ottenere, baluginò nelle sue iridi ametista che intensamente osservavano le onde formatesi col passaggio del battello. Ciò non passò inosservato a Diva, che non poté fare altro che rimanerne colpito. Allora era vero, lui e il faraone dovevano avere avuto davvero un forte legame, che doveva aver reso la loro separazione difficile per entrambi.
Ricordava benissimo come, prima del suo scontro con lui, Yugi stringeva a se lo scrigno contenente il puzzle del millennio, e la cura e la delicatezza con cui lo aveva poggiato a terra, maneggiandolo quasi come se si trattasse di un oggetto fatto di fragile cristallo.
"Sono sicura che il faraone sarebbe contento, nel vederci tutti qui riuniti, perché era questo ciò che voleva, no? Che continuassimo a restare uniti!"
Disse Anzu, rivolta a tutti i presenti, poggiando una mano sulla spalla dell'amico, in segno di sostegno.
"Esatto, e noi lo siamo rimasti, nonostante tutto"
Concordò Bakura, sporgendosi per poter guardare meglio Yugi.
"Puoi dirlo forte! Ora basta con quel muso lungo, siamo qui per divertirci o sbaglio?"
Proruppe Jonouchi, circondando il collo di Yugi con un braccio, per poi scompigliargli vigorosamente i capelli.
"Si...Hai ragione, mi sono lasciato trasportare troppo dai ricordi...Vi chiedo scusa"
"Amico, non devi neanche azzardarti a scusarti"
Disse Honda con decisione, rivolto a Yugi.
"Esatto, lo sai che per te ci siamo sempre, e se qualcosa ti turba puoi tranquillamente metterci al corrente, invece di tenertela dentro"
"Jonouchi ha ragione, Yugi. Confidarti con noi ti farà sentire molto meglio, non serve che tu ti ponga problemi a riguardo"
Disse Anzu, mentre Yugi si liberava dalla stretta di Jonoichi, mostrando ai presenti uno sguardo colmo di gratitudine, che non servì esprimere vocalmente.
Il ragazzo si sistemò i capelli, che apparivano scarmanati dopo l'assalto di Jonouchi.
"Grazie ragazzi"
"Adesso che ne dite di andare a mangiare? Ho una fame che non ci vedo" propose Jonouchi.
"In effetti, non abbiamo neanche avuto il tempo di fare colazione stamattina"
"Allora che aspettiamo? Andiamo!"
Anzu spinse giocosamente Bakura, che le rispose con uno sguardo divertito. Al ragazzo faceva più che piacere interagire con una ragazza che non fosse una delle sue corteggiatrici sfegatate, che a volte sapevano davvero come diventare pesanti e rovinargli la giornata.
Il ragazzo dai capelli bianchi si voltò verso Diva, rimasto indietro, come imbambolato.
"Non vieni?"
La domanda di Bakura lo fece come cascare dalle nuvole.
"C-certo, mi ero incantato per qualche secondo"
Diva raggiunse il coetaneo che lo attese pazientemente prima di tornare a camminare.
I ragazzi decisero di fare colazione seduti su un tavolo all'aperto, sul ponte della nave.
"A proposito Yugi, come hai detto che si chiama il posto in cui siamo diretti?"
Chiese Ryuji, mentre mescolava con un cucchiaino lo zucchero all'interno della sua tazzina di caffè.
"Si chiama Furugawa. Non ha molti abitanti, ma durante l'estate si riempie di turisti, e ha una vegetazione molto rigogliosa"
"Quante ore mancano all'arrivo?"
"Direi quattro ore" disse Yugi rivolto a Marik .
"Ancora non ci credo che sto per tornarci, l'ultima volta che ci sono stato ero ancora un bambino"
Anzu poggiò una guancia sul palmo della sua mano, osservando Yugi.
"Era lo stesso in cui ti trovavi in quella foto che ci ha mostrato tuo nonno?"
"Si, era quel-...Aspetta un attimo, mio nonno ti ha fatto vedere le mie foto?!"
Esclamò il re dei giochi, facendosi paonazzo per via dell'imbarazzo.
"Lo fa sempre quando veniamo a trovarti, amico" lo informò Honda con un ghigno, facendolo letteralmente sprofondare.
"Oh, miseria..."
Yugi si poggiò una mano sulla fronte, esasperato, pensando alle foto che conteneva il suo album di famiglia che ritraevano lui in età prescolare, una più imbarazzante e ridicola dell'altra, e al fatto che i suoi amici, in particolare Anzu, le avessero viste.

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