INQUIETUDINE.

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Diva camminava sulla battigia, osservando il meraviglioso paesaggio naturale che lo circondava.
In confronto al caldo torrido dell'Egitto, quello era per lui un tepore piuttosto piacevole, e i raggi del sole carezzavano la sua pelle scura senza recargli alcun fastidio.
Di tanto in tanto però sentiva il bisogno di chinare le mani nell'acqua e gettarla sul suo corpo per darsi una rinfrescata.
Proprio in uno di quei momenti, nel voltare lo sguardo intravide una figura familiare seduta su uno scoglio, con le braccia avvolte intorno alle ginocchia.
Avvicinandosi, constatò che si trattava di Shiori. Si chiese come mai non fosse a lavoro.
"EHI".
Lo sguardo scarlatto della ragazza, intento fino a quel momento a contemplare l'oceano dirottò verso Diva non appena quest'ultimo attirò a gran voce la sua attenzione.
Presa alla sprovvista la ragazza non ebbe una reazione immediata.
"Ehi" rispose semplicemente, non appena il ragazzo fu abbastanza vicino da poterla sentire.
Diva capì dalla sua aria svogliata che qualcosa non andava, ma decise di non confrontarla direttamente su ciò, per il momento.
"Non dovresti essere a lavoro?" le chiese con una punta divertita, per cercare di alleggerire un minimo la tensione.
"Il martedì ho la mattinata libera" disse lei, distogliendo lo sguardo.
Diva giurò di averla vista prendere un po' di rossore sulle guance.
"E tu non dovresti essere con gli altri?"
"Avevo voglia di fare una passeggiata, ma nessuno ha voluto unirsi a me" spiegò con disinvoltura Diva, mentre si arrampicava sulle rocce per poterla raggiungere.
Si sedette al fianco della ragazza, facendo bene attenzione alla distanza per non bagnarle i vestiti.
Rimasero in silenzio per un po', a osservare le onde sotto gli scogli incresparsi tra loro e formare una leggera schiuma biancastra nel processo, che si dissolveva subito dopo.
Poi Diva decise di essere diretto "qualcosa non va?" chiese, cercando di assumere un'aria apprensiva.
"Non sei obbligata a dirmelo, se non vuoi" il ragazzo era sicuro di essere in procinto di beccarsi in pieno un bel "vai a quel paese" o "non sono affari che ti riguardano" in piena faccia.
Invece, con suo grande stupore, la ragazza parlò senza mostrarsi infastidita.
"È che...Le cose si stanno facendo sempre più pesanti, ultimamente. Specialmente per quanto riguarda mio fratello"
"Masaki?"
"Si. Non lo sopporto più, a volte sembra che lo faccia a posta a farsi odiare..." Shiori strinse i pugni, sentendo la rabbia salirle sempre più "sono consapevole che ha i suoi problemi e credimi, io ci ho provato a venirgli incontro, ma lui ha sempre continuato a respingermi e ad allontanarsi sempre più".
Diva si accigliò, avvertendo il grande sconforto della giovane seduta accanto a lui. Ora si spiegava il perché la ragazza apparisse sempre e costantemente di malumore.
Shiori rise leggermente, senza mostrare allegria.
"Wow, sono davvero diventata patetica a tal punto da confidarmi con una persona che conosco appena? Neanche so' perché sto dicendo queste cose proprio a te"
"Non sei patetica, sei umana" disse Diva, con calma.
"L'essere umano è un animale sociale, e come tale sente il bisogno di interagire con gli altri. È naturale che tu abbia voglia di esprimere le tue emozioni, anche se si tratta, come hai detto tu, di una persona che si conosce appena"
Al termine della spiegazione di Diva Shiori sbatté le palpebre, fissandolo intensamente.
"Cazzo, cosa sei? Uno psicologo?"
Diva non poté fare in modo di trattenere una divertita ma contenuta risata, sia per il tono che la ragazza aveva usato, sia per la colorita imprecazione che aveva inserito nella frase.
"Non proprio. Ad ogni modo, forse credo di sapere cosa spinge tuo fratello a comportarsi in questo modo" disse Diva, incuriosendo Shiori.
"Hai detto che ha dei problemi, giusto? Non li conosco nei dettagli, ne pretendo di conoscerli, ma...Hai mai pensato che Masaki stia cercando di allontanarti semplicemente perché vuole evitare che tu ne venga coinvolta?"
Shiori spalancò gli occhi a tale affermazione, colpita da una realizzazione che quasi le tolse il respiro.
Diva rivolse lo sguardo verso la linea che separava cielo e mare, acquisendo un'aria più malinconica.
"Anch'io ho passato un periodo difficile, e mia sorella Sera ne ha sofferto molto. Anche lei cercava sempre di non mostrare ciò che aveva dentro, perché non voleva accollarmi altre preoccupazioni e io sono stato troppo preso da altro per accorgermene. Sai, a volte mi chiedo cos'ho fatto per meritare una sorella meravigliosa come lei".
Shiori lo guardò per un po', prima di rivolgere anche lei lo sguardo in avanti.
"Beh, come hai detto tu siamo esseri umani...E possiamo sbagliare ogni tanto, no? Almeno tu non hai un carattere di merda come il mio"
Diva accennò un sorriso, spostando gli occhi dorati su di lei.
"Io ti trovo...Interessante"
"Di la verità, non riuscivi a trovare un complimento e hai sparato la prima stronzata che ti è venuta in mente"
"No, non è ver..." Diva partì allarmato, credendo di averla offesa, ma dovette ricredersi non appena la vide sorridere.
Era la prima volta che le vedeva indosso quel tipo di sorriso, e doveva ammettere che le donava molto più di quell'espressione perennemente cupa e annoiata.
"Sai Diva, forse non sei poi così male come pensavo".


























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