Yugi passò i successivi quindici minuti a sistemare le sue cose nella camera d'albergo che avrebbe condiviso con Ryuji, Honda e Jonouchi.
Alla fine avevano deciso di aggiungere un letto in più, preso da una delle stanze vuote, che toccò proprio a Yugi, che decise di posizionarlo strategicamente vicino alla finestra, sperando che il vento della sera gli desse un po' di refrigerio nel caldo torrido di quella stagione.
Ryuji scelse il letto singolo, dirimpetto al letto a castello occupato da Honda e Jonouchi, che dopo vari bisticci degni di alunni della scuola primaria, si accordarono su chi dovesse sistemarsi sopra e chi di sotto.
Bakura aveva deciso di sua spontanea volontà di dividere la camera con Diva e Marik, nonostante Anzu, accortasi del disagio che il ragazzo provava in presenza dell'ex guardiano della tomba del faraone, si era mostrata più che disposta a cedergli la stanza singola.
Era più che evidente che Bakura aveva agito in quel modo per evitate di creare disagi tra i suoi compagni, anche se ciò comportava dormire nella stessa stanza con la persona verso cui non era riuscita ad estinguere del tutto i suoi rancori.
Una volta sistemate le proprie cose, Bakura si coricò immediatamente sul suo letto, posto in un angolo vicino alla finestra, dando le spalle ai suoi due compagni di stanza.
Dichiarò di sentirsi stanco e di avere mal di testa.
Marik, consapevole di essere la fonte del malessere del ragazzo dai capelli bianchi, decise di uscire dalla stanza. Diva decise di alzarsi e seguire il suo connazionale.
"Vado a prendere una boccata d'aria, torno tra poco"
Bakura gli rispose con un verso assonnato, che suonò come un "va bene", senza muoversi di un millimetro dalla sua posizione attuale.
Dopo un ultimo sguardo a Bakura, Diva chiuse la porta alle sue spalle, per poi raggiungere Marik, determinato ad avere delle risposte.Finiti i bagagli, Yugi decise di recarsi al pianterreno per salutare un po' di vecchie conoscenze, o almeno quelle che non avevano lasciato l'isola.
A detta di suo nonno, vi era stata una grande defluenza di abitanti negli ultimi anni, che per le loro ragioni avevano deciso di abbandonare la loro terra natia per andare a vivere altrove.
"Ciao di nuovo, Yugi" lo salutò Chie ancora una volta, seduta dietro il bancone.
Indossava un abito estivo color verde fluo, con dei bracciali colorati appartenenti alla stessa categoria cromatica.
Stanto a quanto Yugi ricordasse, lo stile della ragazza non mancava mai di includere colori talmente sgargianti da fare male agli occhi, ciò valeva anche per gli accessori.
"Ehi, Chie"
"Indovina un po' chi è arrivato poco fa?" la ragazza gli strizzò un occhio, poggiando i gomiti sul tavolo e intrecciando le dita tra loro.
Il volto dapprima confuso di Yugi si illuminò, intuendo di chi si trattasse
" Dov'è adesso?"
"In cucina...Non gli ho ancora detto che sei arrivato, quindi perché non vai a fargli una bella sorpresa?"
Yugi non se lo fece ripetere. Euforico al pensiero di rivedere il suo vecchio amico d'infanzia, si diresse spedito verso la cucina, sotto lo sguardo gaio dell'albina.
Lo trovò dove la ragazza gli aveva detto, intento a tagliare alcune verdure su un tagliere.
Sebbene fossero passati più di dieci anni dall'ultima volta che lo aveva rivisto, Yugi lo riconobbe immediatamente, e non riuscì a non ampliare il suo sorriso.
"Masaki!"
Il ragazzo alzò lo sguardo di lui, dopo essere stato chiamato per nome. Mostrò dapprima un'espressione incredula, mollando il coltello sul tagliere, per poi alzarsi dal suo posto e venire incontro a Yugi, esibendo un ampio sorriso quasi identico a quello del suo compagno.
"Guarda guarda chi si rivede...Il piccoletto con i capelli bizzarri appassionato di giochi da tavolo"
Il re dei giochi rise, lieto che il ragazzo avesse ricevuto il suo arrivo meglio della sua sorella gemella.
"Anch'io sono felice di rivederti, Masaki"
"Caspita, quanti anni sono passati dall'ultima volta che ci siamo rivisti? Nove? Dieci?"
Masaki poggiò una mano sul tavolo, sospirando "Sembra ieri quando noi tre passavamo le serate a giocare insieme"
"Già...Piuttosto, stai bene?"
Chiese Yugi, non riuscendo a nascondere la preoccupazione nella sua voce.
Difatti, l'aspetto del suo amico d'infanzia non era dei migliori: aveva un'aria visibilmente sciupata, con delle occhiaie scure che spiccavano sulla pelle innaturalmente pallida.
"Si, sono solo un po' stressato. Sai, in questo periodo c'è molto lavoro da fare"
"Ne sei sicuro?" inquisì Yugi, poco convinto dalle sue parole.
Masaki si limitò ad annuire con pacatezza, per poi sistemarsi i sobri occhiali rettangolari sul naso.
"Ho saputo di Yun Liu... Mi dispiace, so che eravate molto legati"
Yugi esitò nel pronunciare quelle parole, essendo consapevole che perdere qualcuno che per Masaki era pari ad un fratello, senza contare l'assenza di legami di sangue, doveva essere stata un'esperienza a dir poco traumatica per il ragazzo.
Yugi ricordava benissimo il giorno in cui suo nonno ricevette la telefonata che li mise al corrente della tragica sorte toccata a quel ragazzo dal sorriso smagliante, che in vita sua non aveva fatto che aiutare gli altri, sbranato dagli stessi cani randagi che stava accudendo. Aveva solo diciassette anni.
Yugi non aveva mai avuto la possibilità di conoscere Yun, visto che il ragazzo tornava in Cina ogni estate per far visita ai parenti, proprio nel periodo in cui Yugi e la sua famiglia soggiornavano sull'isola, e di conseguenza non lo aveva mai incontrato.
Tutto ciò che sapeva su quello sfortunato ragazzo, il cui fiore della vita era stato brutalmente tranciato dalla falce del cupo mietitore, quando aveva appena cominciato a sbocciare, glie l'aveva raccontato Masaki, che aveva sempre parlato di lui con gli occhi magenta luccicanti di ammirazione.
Non avendo avuto la possibilità di recarsi al funerale, suo nonno aveva provato a chiamare la famiglia per dargli le condoglianze, ma nessuno aveva risposto. Si vide dunque costretto a scrivere una lettera.
Anche Yugi scrisse una lettera rivolta a Masaki, due anni in seguito all'evento, ma non ricevette mai una risposta da parte di quest'ultimo.
"Apprezzo molto la tua premura, Yugi, ma ormai sono andato avanti. Perdere Yun mi ha devastato, e non passa giorno che io non pensi a lui...Poi però ho capito che Yun avrebbe voluto vedermi reagire e continuare a sorridere, invece di lasciare che il dolore provocato dalla sua morte mi consumasse"
Yugi capiva esattamente cosa provasse, essendoci passato anche lui, ed era lieto che Masaki avesse trovato anch'egli la forza di reagire e continuare a procedere con la sua vita.
"Ne sono contento, Masaki "
Yugi si accarezzò il collo, meditando qualche secondo prima di rivolgersi ancora una volta all'amico.
"Posso farti una domanda, Masaki?'
Il ragazzo fissò intensamente Yugi, senza perdere il sorriso, segno che aveva la sua attenzione.
"Riguarda la lettera che ti scrissi tempo fa... Perché non mi rispondesti?"
"Aspetta, di quale lettera parli?"
Masaki sembrava genuinamente confuso.
"Di quella che ti inviai due anni fa" insistette Yugi, guadagnandosi un'occhiata perplessa da parte del suo amico.
"Mi spiace, ma non credo di aver mai ricevuto una lettera da parte tua, amico mio. Magari è andata perduta, sono cose che capitano, ogni tanto".
"Oh...Capisco" l'espressione di Yugi mostrava chiaramente il suo rammarico. Quella lettera l'aveva scritta sotto consiglio di Atem, e gliel'aveva persino riletta per assicurarsi che andasse bene prima di spedirla, ricevendo la sua approvazione.
"Suvvia, non fare quella faccia, sei qui per divertirti o sbaglio?"
Masaki gli poggiò una mano sulla spalla, facendo rabbrividire Yugi. Accidenti se era gelido, eppure fuori di li si moriva letteralmente dal caldo.
"Scusa, mi sono appena lavato le mani" il ragazzo, a cui non era sfuggita la reazione di Yugi, interruppe all'istante il contatto, ridendo.
"Masaki? Credo che la stampante del computer abbia qualche problema, puoi venire a dargli uno sguardo?" una tranquillissima Chie comparve sulla soglia della porta, lasciando stupito Yugi.
Da quando si trovava li? Era appena arrivata? O era forse rimasta ad ascoltare i loro discorsi?
"Chiamare un tecnico no, eh?"
Disse Masaki, senza essere infastidito.
Chie incrociò le braccia sul petto, mettendo su il broncio.
"E tu a sgobbare un po' no, eh? Sparisci senza preavviso anche nel bel mezzo del lavoro, e ti ripresenti dopo ore. Se fossi stata io a capo di quest'albergo, ti avrei licenziato senza esitare"
Il ragazzo sospirò, decidendo di non provocarla oltre ed evitare sceneggiate davanti a Yugi.
"Vengo subito. A dopo Yugi, mi ha fatto piacere parlare ancora con te"
"Altrettanto. Se ti va puoi unirti a noi dopo, così ti presento i miei amici"
"Uhm...Ok, contaci"
Masaki , prima di procedere, diede un buffetto amichevole sulla testa di Yugi, proprio come faceva in passato, solo che invece di farlo infuriare provocò l'effetto opposto.
Il re dei giochi si massaggiò il punto colpito, ridendo.
La ragazza albina si scostò dall'ingresso per lasciar passare Masaki, mandandogli una stilettata con gli occhi grigi, per poi rivolgere uno sguardo amichevole a Yugi.
"Vedo che non hai perso l'abitudine di comparire all'improvviso senza che nessuno ti senta arrivare"
Commentò il ragazzo senza alcun rancore, con una nota divertita.
"E tu non hai perso quello di voler aiutare gli altri a tutti i costi, noto con piacere" replicò Chie, serafica, cambiando completamente atteggiamento.
"Non è un bel periodo per Masaki, e nemmeno per Shiori. Il tuo arrivo è stata come una ventata d'aria fresca in queste torride giornate d'estate"
"Wow, non ti sembra di esagerare?"
Tra il lusingato e l'imbarazzato, Yugi rise lievemente, mantenendo la sua modestia.
"Affatto"
La risata di Yugi si interruppe bruscamente dinnanzi alla piccata risposta della giovane, pronunciata senza la minima esitazione e del tutto priva di ironia.
"Sei una brava persona Yugi, lo sei sempre stata. Magari la tua presenza riuscirà a dare un po' di sollievo ai loro animi tormentati"
A Chie era sempre piaciuto esprimersi in maniera poetica, anche in una normale conversazione, portando certe persone a considerarla un po' stramba.
"A proposito, è arrivata anche Momoe. Se vuoi salutarla, si trova in giardino"
"Oh...Si, certo, andrò anche da lei"
Chie rivolse a Yugi uno leggiadro sorriso, prima di dargli le spalle e di ritirarsi.
Il ragazzo esalò un sospiro, per poi seguirla.
"Oh! Un'altra cliente!" esclamò Chie, precipitandosi all'ingresso.
"Masaki! Perché non mi hai avvisata?"
"Avevi detto che dovevo occuparmi della stampante o cosa?"
Rispose con piattezza il ragazzo, senza emergere da dietro il bancone.
Chie roteò gli occhi, per poi riprendere il suo contegno alla velocità della luce e rivolgersi cordialmente alla donna davanti a lei.
"Vi chiedo scusa, signora! Da quanto tempo aspettate?"
"Sono qui da meno di un minuto, nessun problema!"
Non appena gli occhi ametista di Yugi si posarono sulla nuova arrivata, il ragazzo non poté fare a meno di rimanere a bocca aperta, nel riconoscerla.
"Mai!"
La ragazza gli rivolse un sorriso radioso, poggiando una mano sul fianco.
"Heilà Yugi! Finalmente ho l'occasione di rivederti!"
"Ma...Avevi detto che non saresti venuta"
"Beh, ho cambiato idea" puntualizzò la ragazza, scostandosi le ciocche ribelli sfuggite dalla sua elegante coda di cavallo.
"Non sei contento di rivedermi?"
"C-certo! Sono solo stupito, come sapevi che eravamo qui?"
Domandò Yugi, avvicinandosi a lei.
"Semplice, ho chiesto informazioni, e ho avuto la fortuna di incontrare una ragazza simpaticissima che mi ha mostrato la strada"
Yugi intuì che non poteva trattarsi di Shiori, quindi poteva essere solo...
"YUGI! AMORE, COME STAI?"
Una giovane donna si fiondò ad abbracciarlo, con una velocità tale da fare invidia ad un ninja. Yugi era riuscito a malapena a vederla.
"Sono così felice che tu sia qui! Cielo, quanto sei cresciuto, da un ometto sei diventato davvero un bel ragazzo"
"A-anch'io sono felice di rivederti, Momoe"
Esalò Yugi, mentre Momoe continuava a spupazzarlo.
"Non vorrai mica soffocarlo, sorellona" Masaki si affacciò da dietro il bancone, osservando con una punta di sadico divertimento l'agonizzante Yugi, il cui volto aveva assunto una tinta bordeaux.
"Ops, scusami caro, devo essermi lasciata trasportare dalla gioia di rincontrati!" cinguettò lei, mollando la presa.
"Non fa niente. Piuttosto, come stai?" disse Yugi, riprendendo a respirare.
"Bene, bene. Solo un po' di stress dovuto al troppo lavoro, nulla che non si possa gestire. Tu invece? Come stanno i tuoi genitori e tuo nonno?"
"Mio nonno sta benone, lo stesso posso dire di mia madre. Per quanto riguarda mio padre..." Il sorriso sul volto di Yugi diminuì in modo drammatico "L'ultima volta che l'ho sentito a telefono è stato quattro mesi fa, quindi non saprei"
"Se non sbaglio è un uomo d'affari" disse Chie "Di sicuro sarà molto impegnato col suo lavoro"
"Già..."
Mai giurò di aver sentito una punta d'astio nella sua voce, quasi impercettibile ma che lei riuscì comunque a carpire.
Era chiaro che quello non fosse un argomento di cui Yugi amasse discutere, quindi cercò di deviare il discorso.
"Mi spiace interrompervi, ma sono piuttosto stanca... Potreste mostrarmi le camere a disposizione?"
"Oh, si ci scusi signorina...Ehm..."
"Mai Kujaku. Chiamami solo Mai e dammi del tu. Siamo coetanee, dopotutto"
"Ma davvero? Te ne davo molti di meno, sorella!"
Momoe circondò le spalle di Mai con un braccio per condurla alla hall, mentre quest'ultima si voltava verso Yugi, strizzandogli un occhio.
Il ragazzo arrossì, agitando lievemente la mano in segno di saluto.
"Wow..." commentò Masaki fischiettando una volta che le tre si furono allontanate, facendo riemergere la sua testa da dietro il bancone.
"Quella lì è una bomba... È amica tua?"
Yugi sorrise.
"Si, è una mia cara amica".
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WAVES OF SHADOW
Fanfiction[IN FASE DI REVISIONE E MODIFICHE] È passato quasi un anno dagli eventi narrati in dark side of dimesions. Arrivata l'estate, Yugi ha deciso di contattare tutti i suoi amici, vecchi e nuovi, per trascorrere insieme un periodo di vacanza su un'isola...