L'amore non è cieco, l'amore è chimica.

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«Buongiorno ragazzi, come vi ho annunciato durante la ricreazione, oggi parlaremo di uno dei temi più discussi ai giorni nostri, ovvero dell'amore» espone il professore di chimica, Calum, alzandosi dalla sedia posta di fronte alla cattedra.

Non sono mai riuscito a capire a cosa si riferisse la gente quando nominava la parola 'amore', quindi questa è sicuramente un'occasione da non sprecare, sono assai curioso.

Beatrice, al contrario mio, non sembra particolarmente interessata alla lezione. Ha una cuffietta in un orecchio e sta guardando fuori dalla finestra. Vorrei sapere a cosa sta pensando.

Io sono seduto sulla libreria in fondo alla classe, da qui riesco a vedere e sentire perfettamente tutti.

«Posso sapere cosa c'entra la chimica con questo?» chiede subito Davide, sfacciatamente.
«Oh, la chimica c'entra molto più di quel che pensi, mio caro» risponde il professore, «mi lasci continuare?» chiede poi ironico.
«Certo» gli risponde, come al solito con quel suo fare arrogante.

«Cos'è l'amore per voi, ragazzi?» domanda l'insegnante rivolgendosi alla classe.

Voglio proprio sentire cos'hanno da dire.

Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante, si inizia a vedere qualche mano alzata.

«Per me amore è mettere l'altro prima di te stesso» risponde Giorgia.

«Sono d'accordo, è voler vedere l'altra persona felice, indipendentemente dal resto» continua Simone.

«Esatto, è voler trascorrere il resto della propria vita insieme...» dice Martina, sognante.

Che dolci...
Quindi è questo l'amore?
È un po' ciò che faccio io con Beatrice, insomma. Nel senso, io devo vegliare su di lei finchè non verrà la sua ora, quindi volendo o no, la vita la passeremo assieme, se così si può dire.

Bizzarro, però.
Un po' principesco, ma carino.
Forse sto iniziando a capirci dentro qualcosa.
Forse.

«Siete penosi, fate vomitare»
«Beatrice, contieniti!» esclama il signor Calum.
«Mi perdoni, mi è scappato» risponde sbuffando.

«Cosa ne pensi tu, invece, miss cattiveria?» continua Simone, ridacchiando.
«Devo proprio?» chiede Beatrice, guardandolo male.
Lui annuisce, e il professore pare d'accordo.

«Ecco, al giorno d'oggi forse è più un 'condividere il proprio tempo con qualcuno' che un 'restare insieme per la vita'. Non viviamo nelle favole, il vero amore non esiste» sospira.
«È più un sopportarsi, a parer mio» continua cinicamente.

Resto immobile al sentire le sue parole. Ha una visione orribile dell'amore.
Non so cosa fare con lei...

«Dici così solo perché non passi dagli stipiti della porta tanto sono alte le tue corna!» esclama nuovamente Davide.

Accidenti, frecciatina pesante.
Doveva evitare.

Vedo un astuccio volare e colpire la sua testa.
Del resto, se l'è meritato, poteva risparmiarsela.

Certo che, effettivamente, Matteo, il suo ex ragazzo, poteva trattarla meglio.
L'ha tradita infinite volte, soprattutto da ubriaco, e lei ha continuato a perdonarlo, fino a quando poi non è stato lui a lasciarla ufficialmente per andare con un'altra.
Non la capisco, è sempre indisponente e acida, tranne quando servirebbe davvero.

Ah, le donne.

Lui, Matteo, è stato davvero sgarbato e vergognoso, e sono gentile a limitarmi a dire questo.
Non dovrei insultarlo, ma non rinnego di averlo fatto più e più volte.

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