Glow in the Dark - Capitolo 2

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Glow in the Dark - Capitolo 2

Attraversavo correndo la spiaggia, mentre grossi goccioloni iniziavano a cadere.

I miei piccoli piedi lasciavano orme profonde e sollevavano leggermente la sabbia, mentre mi coprivo la testa con le mie esili braccia per evitare di bagnarmi.

Grandi nuvole avevano velato il pallido cielo, scurendolo e rendendolo più tenebroso che mai. I tuoni rimbombavano fragorosi, facevano quasi paura. Sentivo l'acqua che cadeva sui miei vestiti e sulla mia pelle bagnandoli e procurandomi un brivido a ogni goccia.

La sabbia fine si stava riempiendo di piccoli cerchi bagnati, il mare si stava agitando e riuscivo a udire il fragore delle onde alle mie spalle.

Continuai a correre più veloce che potevo, rallentata dall' azione della pioggia che si intensificava sempre di più.

***

Mi accasciai pesantemente sulla poltrona, sfinita dalla corsa sfrenata che avevo dovuto compiere per ritornare all'appartamento.

I miei capelli erano fradici, nonostante il mio tentativo di proteggermi dalla fitta pioggia, i miei vestiti bagnati erano stati poggiati nel bordo della vasca da bagno, per asciugarli.

Afferrai una coperta di lana e mi avvolsi nel tessuto morbido, crogiolandomi nel tepore della stoffa. Avevo acceso i termosifoni che sprigionavano un bel calduccio che riscaldavano l'ambiente.

Guardai in giro e lo sguardo mi cadde sulla montagna di valigie da disfare e i vari accessori per la casa da sistemare.

Era tutto ammassato in mezzo alla stanza, il che toglieva moltissimo spazio al grande salotto e lo rendeva molto più piccolo.

Per la mancaza di tempo e anche per pigrizia, non avevo ancora arredato tutto l'appartamento, i mobili erano vuoti e il letto sfatto.

Sospirai pesantemente, e volsi lo sguardo fuori dalla finestra. Pioveva ancora, le goccioline di pioggia sbattevano sul vetro procurando un leggero ticchetmtio, il cielo era coperto da enormi nuvole grigie che tuonavano.

Mi strinsi di più alla coperta che avevo addosso, le mie gambe liscie venivano strette di più al mio corpo tremante.

Rimasi in quella posizione per più di mezz' ora, fissando il vuoto. Non stavo pensando, in mio cervello in quel momento era in modalità stand-by.

Quando ritornai in me, tolsi di scatto il tessuto che mi copriva e lo poggiai sul bracciolo della poltrona moderna in pelle bianca.

Mi avvicinai piano alla montagna di bagagli, e da una piccola valigia nera tirai fuori un paio di jeans e un maglione che indossai.

Quest' ultimo era esageratamente grande per il mio esile corpo, le maniche arrivavano alla punta delle mie dita e il bordo inferiore a metà coscia.

Arrotolai le braccia di stoffa in due giri per ottenere la lunghezza desiderata e mi raccolsi i capelli umidi in una coda disordinata.

Afferrai la maniglia della valigia più grande e iniziai a trascinarla pesantemente verso la camera matrimoniale. Feci grandi sforzi,non ero una ragazza molto altetica e non ero dotata di muscoli da palestrata.

Avanzavo lenta, e finalmente attraversai la porta della mia futura camera da letto.

Era molto bella. I mobili e le spalliere del letto erano di legno bianco, rifinito e ben lavorato. Le pareti dipinte di un tenue verde acqua ispiravano tranquillità ed equilibrio,le tende di velluto azzurro si intonavano perfettamente al colore della stanza.

Ammirai attentamente ogni particolare, ogni spigolo, e infine lo sguardo mi cadde sul letto martimoniale e sulle coperte in disordine, ammucchiate alla fine del materasso. Si vedevano ancora i segni del mio corpo affaticato sul lenzuolo dove avevo dormito. Sonni tormentati, notti passate a piangere.

Ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che loro non c'erano più, che quei corpi che prima si muovevano, respiravano,sorridevano, adesso giacevano privi di vita dentro una bara di legno, con la pelle pallida e gli occhi chiusi, messi sotto l'umida terra e infine venire dimenticati.

Purtroppo era quella la realtà,e anche se non riuscivo a rendermene conto, anche se ero consapevole che non potevo modificare il passato e ciò che era successo, alla fine mi sarei dovuta capacitare di quei tragici avvenimenti, e infine sarei riuscita a superare quel trauma che mi aveva colpito e che non accennava ad andarsene.

Mi morsi il labbro inferiore, respirando appena. Dalla finestra usciva un tenue bagliore, oscurato dalla pioggia insistente.

Mi accovacciai, goffa, e pazientemente iniziai a prendere i vestiti e a riporli in modo ordinato nei cassetti.

***

Aprii lentamente gli occhi, mentre un fascio di luce illuminava la stanza.

Dalla finestra semiaperta entrava una brezza leggera, che portava tutto il profumo del mare e faceva ondeggiare dolcemente i miei capelli. Mi stiracchiai, alzando le braccia e facendo schricchiolare le ossa della schiena.

La sera prima avevo disfato tutte le valigie e ora dovevo solo sistemare gli elettrodomestici e tutte le cianfrusaglie ammassate in salone.

Mi ributtai di peso sul letto al pensiero di tutte le cose che avrei dovuto fare quel giorno.

Spazio scrittrice:

Perdonate l'enorme ritardo, cercherò di essere più presente ♥

Se vi è piaciuto il capitolo, lasciate un commento e un voto per aumentare il coinvolgimento ♡

Grazie mille per aver letto la mia Fan Fiction :3 ~Ε~

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