parte 3

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Entrò senza fiato in casa.
Che cavolo era successo? Quella.. "cosa" non era umana sicuramente, se lo sentiva. Ma allora da dove cavolo veniva? Non aveva mai creduto nei mostri, nemmeno da piccola, e adesso che aveva quadi 18 anni le capitava una cosa del genere.
Salì le scale e si diresse in bagno.
Non era stato un sogno, se lo sentiva nelle viscere. Quegli artigli orribili erano reali e sapeva che erano fatti per uccidere e sgozzare senza pietà. "Gli alieni hanno davvero questo aspetto?"pensò mentre apriva l'acqua della doccia e si toglieva i vestiti.
Una volta sotto l'acqua fredda tentò di calmarsi e pensare razionalmente, ma non ci riuscì. Continuava a vedersi davanti quell'essere senza maschera, e soprattutto la paura che aveva provato.. l'aveva quasi paralizzata.
Ma chi era? E cosa ci faceva in giro tra gli umani? Lo aveva incontrato per sbaglio? Oppure era lì apposta per lei? E in quel caso perchè?
Tutte queste domande le facevano scoppiare la testa e decise che quella sera aveva bisogno di svagarsi, perciò una volta che si fu asciugata, avvolta nell'accappatoio andò in camera e chiamò Carol chiedendole di vedersi. Quella non aspettava altro e anzi le disse che era già sotto casa sua.
Carol era l'esatto inverso di Lynn: dolce e passionale, ingenua e sognatrice, aveva sempre la testa per le nuvole, ed era estremamente impulsiva. Forse era proprio per questo che erano tanto amiche.
Lynn le aprì la porta ancora in accappatoio e appena l'amica entro la richiuse di scatto con tutte le mandate.
A Carol il gesto non sfuggi "Lynn che ti prende?"
"Cosa?"
"Hai praticamente sbarrato la porta.. hai paura che ti rapiscano improvvisamente?"
E si mise a ridere, con la solita risata argentina.
Lynn non riuscì a smorzare la tensione e la risata le usci strozzata, ma prima che Carol facesse altre domande la trascinò di sopra.
"Allora Carol, dimmi tutto! Perchè so che devi dirmi qualcosa" e mentre diceva ciò tentò di sembrare il piu naturale possibile.
"Devo dirti una cosa trooooppo super!"
"Anche io" le uscì, e si rese conto troppo tardi che non avrebbe potuto parlare a Carol del misterioso tipo, primo perchè non le avrebbe creduto tanto facilmente, e secondo perchè non voleva che si preoccupasse eccessivamente.
Doveva prima saperne di più.
"Ah davvero? E cosa?"
Lynn balbettò "oh ehm.. ecco.. niente oggi.. oggi sono stata dal preside"
Carol la guardò confusa "Lynn me l'hai già detto a ricreazione e poi uscite da scuola. Ho capito che è la prima volta in 4 anni che ci vai ma non dovresti preoccupartene tanto"
Lynn annuì pensierosa. Se quell'essere l'avesse vista con Carol avrebbe potuto fare del male anche a lei, e Lynn lo sapeva, la sua migliore amica non avrebbe avuto i riflessi pronti per fuggire.
Carol le posò una mano sulla fronte e questo la desto dai suoi pensieri.
"Non scotti.. eppure sei talmente strana oggi.."
"Oh, lascia stare, sono solo stanca. Sai, lo studio mi sfianca"
Carol battè le mani sul letto "È proprio per questo che sono qui! Ti ci vuole una pausa e io lo percepisco bene! Ed ecco che ora arriva il pezzo forte.. sai chi mi ha scritto oggi?"
"Non saprei.. chi?"
"CHRIS LAWSON" e strillò emozionata battendo le mani come una bimba davanti a una torta al cioccolato.
Chris era uno dei ragazzi più belli della scuola, e dalla terza piaceva a Carol, che aveva passato un anno a lanciargli sguardi eloquenti sperando di essere notata.. e a quanto pare aveva funzionato.
"Daiii non ci credo! Che bello! E cosa ti ha detto?"
"Abbiamo parlato un sacco ed è stra simpatico. E.. tieniti forte, mi ha chiesto di uscire STASERA!" e qui ricominciò a urlare dalla gioia.
"Di già? Ma vi scrivete solo da oggi.."
Carol giochicchiò con una ciocca di capelli "beh.. ecco.. in realtà mi aveva scritto due settimane fa, ma non te l'ho detto perchè io per prima non credevo alla cosa e sapevo sarebbe finita in pochi giorni. Infatti dopo una settimana ha smesso di scrivermi. Io mi sono depressa fino ad oggi, quando mi ha chiesto scusa e mi ha chiesto di uscire per riparare"
"Ah.. beh ma cavolo potevi dirmelo"
"Eri impegnatissima tutti i giorni per quel cavolo di lavoro di inglese.. te ne stavi sempre rintanata a casa"
"Mm.. giusto hai ragione. Vabbè ma cosa ci fai ancora qui? Corri a prepararti no?"
Carol la guardò con aria maliziosa e la prese per mano.
"Ma siccome io sono la tua migliore amica, e tu non esci da.. quanti anni?.. con un ragazzo.."
Lynn sbuffò "Carol.. non dirmi che lo hai fatto"
".. gli ho chiesto di poter portare una mia amica che è depressa e da tanto non esce di casa"
La ragazza la guardò sconcertata "cosa cavolo hai detto su di me?!"
Carol rise di gusto "ma susu.. lui porta un amico e indovina, si tratta di JASON STUART, il secondo ragazzo più figo della scuola, non che capitano della squadra di basket e possessore di una tartaruga da paura" e qui fece il gesto di asciugarsi la bava "non puoi non mancare!"
Lynn ci penso un attimo: aveva veramente bisogno di cambiare aria e distrarsi dopo quello che le era successo, e anche se i tipi pompati non le piacevano, doveva ammette che uscire col più figo della scuola era sulla lista delle cose da fare prima di morire.
Perciò accettò.

Lynn si sedette sul letto dell'amica mentre quella la sistemava a dovere per la serata. La madre di Carol era passata a prenderle e Lynn aveva praticamente sigillato la casa prima di uscire; il pensiero di quell'essere la dominò lungo tutto il tragitto, e le parve persino di vederlo dietro a un cassonetto, salvo poi scoprire che era un tizio con la felpa che buttava la spazzatura.
"Basta" si era detta. Non le serviva a nulla rimuginarci su.
"Ecco fatto" esclamò Carol e le mise davanti uno specchio.
Lynn non si riconosceva: la sua amica le aveva valorizzato gli occhi violacei con una riga di eyliner perfetta, le labbra erano color viola come gli occhi e i suoi capelli corti erano plasmati dalla lacca in un bel ciuffo alla "maschio".
"Carol sei fantastica.. è stupendo"
Lei sorrise soddisfatta "L'unico problema sono i capelli. Son talmente corti che non puoi fare altro se non un ciuffo"
Purtroppo era così.. Lynn era costretta da suo zio a tenere i capelli cortissimi, e appena le si allungavano sotto la nuca doveva tagliarli. Una volta si era rifiutata di farlo e glieli aveva accorciati di notte mentre dormiva, e la mattina aveva trovato le ciocchette sul cuscino.
Tanto più che erano bianchissimi, color latte.. non era albina e non sapeva proprio dare una spiegazione a quel non- colore assurdo, almeno farli crescere l'avrebbe fatta sembrare piu carina.
Si toccò le puntine che le coprivano a malapena la nuca e sospirò.
Carol però aveva fatto un ottimo lavoro.


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