5 - Mr. Indifferente

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Mentirei spudoratamente se dicessi che non sono affatto intimidita da Mark, dal marine e dalla situazione in generale. Questi due potrebbero fare un putiferio e il pensiero mi irrigidisce ancora di più. E' incredibile. Di solito non do mai peso ai "battibecchi" del mio amico, ma questa volta è diverso: forse perché sta succedendo proprio di fronte alla biblioteca, forse perché ci stanno guardando tutti o forse perché la vicinanza all'uomo con il quale ho fatto una lettura a dir poco orrenda mi fa accapponare la pelle e avere il cuore a mille. Tutto potrebbe peggiorare da un momento all'altro e l'unica cosa che riesco a fare è dire con voce esitante:<<Non fare stupidaggini Mark.>>.

<<No no, non hai capito nulla Charlie. Quello che ha fatto una gran stupidaggine, per non dire peggio, è stato il tipo che hai davanti agli occhi. Allora... Vuoi rispondermi? O magari sono più convincente se prima ti riempio di botte?>>. E' preoccupante quando fa così.

Guardo di sottecchi il marine e non posso fare a meno di deglutire. E' impassibile. Ha la testa leggermente piegata di lato e la sua mascella è contratta. 

Mi inquieta. Proprio come la sua altezza e corporatura: sono imponenti. Il mio metro e settantacinque impallidisce di fronte a lui. 

Se quest'uomo non lavora per l'esercito io non sono una prostituta. 

I due restano a guardarsi per non so quanto tempo e ad un tratto, con mia grande sorpresa, sento per la prima volta la sua voce che dice:<<Lavorate lì?>>.

Ho gli occhi sbarrati, fissi su di lui che, non ottenendo subito una risposta dal mio amico, posa lo sguardo su di me ed io non ho il coraggio di fare nulla se non annuire con la testa. 

Sono in preda al panico. Cosa diavolo mi succede?!

<<Ehi! Non. Provare. A. Parlarle. Fallo con me. Non mi hai ancora risposto!>> la voce di Mark si alza di parecchie ottave e attira di nuovo l'attenzione della gente che sta entrando e uscendo dalla biblioteca.

<<Mark... ti vuoi calmare? Ci stanno fissando tutti e quest'uomo... non sta facendo nulla...>> mi giro cautamente verso di lui, che mi sta guardando come se volesse dire "Esattamente". 

Il mio amico abbassa lo sguardo e scuote leggermente la testa. 

Mio Dio. Ma questo tipo si vuole decidere a rispondere?!

<<Se mi stai accusando di questo vuol dire che mi hai visto insieme agli altri marine, giusto? E... hai visto se stavo con un'arma in mano?>>. La sua voce è pacata e risoluta, ma soprattutto calda e melodiosa. Inquietante.

Muovo lo sguardo verso Mark, che non da cenno di nulla in volto. Accidenti, tra poco darà di matto!

<<E' un gioco a chi fa più domande? Non mi interessa un bel niente se stavi con una pistola o no. Io voglio solo sapere perché avete sparato. Solo questo!>> adesso sta gridando, ma per fortuna non si è buttato su di lui. Non ancora.

Il ragazzo non si muove d'un passo e non sembra affatto intimidito dal mio amico. Mi chiedo davvero come faccia. 

Dopo altri interminabili secondi di silenzio l'uomo si decide finalmente a parlare.

<<I miei amici erano ubriachi marci e sotto l'effetto di stupefacenti ieri sera. Non avevano il pieno controllo delle loro capacità fisiche e mentali, però sono stati abbastanza attenti da notare a quasi trenta metri di distanza una spogliarellista che era uscita dalla porta anti-incendio del Vanity o Venus... non ricordo bene il nome del locale... e una che stava per essere stuprata da un gruppo di uomini. E così, paradossalmente, abbiamo voluto aiutare quella povera ragazza, anche se in realtà volevamo solo fare a botte e sparare qualcuno. O almeno questo era quello che volevano i miei amici. Insomma... questo è quanto. Spero di essere stato abbastanza chiaro.>>. 

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