Erano passati due giorni da quando Teo Gotti aveva scoperto la foto di Marzia su Internet e ancora non aveva trovato il coraggio di avvisare la famiglia; come fare a dire a una mamma: "Guardi, sua figlia non l'abbiamo ritrovata, però abbiamo scoperto che si faceva fotografare con le chiappe al vento in montagna". Senza contare che magari potevano uscire fuori delle immagini ancora meno caste. E poi, quello scatto con Marzia nuda all'arrivo della seggiovia di Montenevoso era stato fatto in inverno, quindi molto prima della sua scomparsa, davvero poteva avere un legame con la sua sparizione? Prima di chiamare i genitori voleva esserne sicuro.
Il maresciallo si affacciò alla porta dell'ufficio del carabiniere scelto Antonio Ferrero.
«Allora, come procede il lavoro?»
«Bene signor maresciallo» fece Ferrero alzando gli occhi dal monitor.
«Bene perché hai trovato qualcosa o bene perché sono due giorni che guardi donne nude in Internet?»
«Be', per la verità non ho ancora trovato nulla, però mi sto impegnando tanto...»
«Non stento a crederlo». E se ne andò verso il suo ufficio, mentre il suo sottoposto si immergeva nuovamente nella ricerca telematica: in quella fase dell'inchiesta era necessario capire se le due foto erotiche che avevano trovato in Rete erano le uniche scattate a Montenevoso, oppure se in paese esisteva un vero e proprio mercato della pornografia.
Gotti si sedette alla sua scrivania e per l'ennesima volta riguardò il fascicolo di quel caso: Marzia, vent'anni, scomparsa dalla sua casa di Pinerolo il 13 giugno, subito dopo aver fallito un esame all'università. La madre aveva aspettato un giorno, pensando a una mattana per la delusione, poi aveva avvisato i carabinieri e la pratica era stata trasmessa a tutte le stazioni della regione.
Stava guardando il volto della ragazza che gli sorrideva dalla foto allegata al dossier quando il telefono squillò.
«Ciao amore, ne ho trovate altre».
«Irene, ti prego, quando mi chiami in caserma parla un po' più piano, lo sai che la cornetta di questo telefono è una specie di vivavoce».
«Sì, certo amore, ma sono così emozionata. Ho navigato un po' in Rete e ho trovato almeno dieci immagini riprese nello stesso punto, su alla seggiovia».
«Tutte con ragazze nude?»
«Sì, e alcune anche in situazioni...»
«Ho capito, dammi l'indirizzo del sito. Sì, ho scritto. No, ti prego, non puoi venire in caserma a guardarle insieme a noi, pensa se lo venisse a sapere tuo marito, non credi che la nostra posizione sia già abbastanza delicata?»
Gotti riagganciò e tornò nell'altra stanza.
«Coraggio Ferrero, la tua corvée è finita, abbiamo le altre foto».
Si sedette anch'egli vicino al computer e digitò eccetera, eccetera.
«Guarda qui. Vuol dire che a Montenevoso abbiamo un vero professionista del porno».
«Sì, maresciallo, e deve essersi dato da fare proprio in questi giorni, perché la baracchina della seggiovia è già dipinta di verde, mentre fino a una settimana fa era ancora gialla».
«Bravo, vedo che malgrado il filo di bava che ti scende dalla bocca, sei ancora in grado di ragionare. Dici che vale la pena di fare un appostamento?»
«Credo di sì e penso che convenga andare all'alba, a giudicare dalla luce che c'è in queste foto, il nostro pornografo dev'essere piuttosto mattiniero».
Lo stupiva Ferrero, lo stupiva proprio.
Fine della 2a puntata
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Le inchieste del maresciallo Gotti
Mystery / ThrillerA partire dalla fine degli anni '90 cominciano ad uscire a puntate su La Stampa i racconti polizieschi che hanno come protagonista il maresciallo Gotti e come sfondo le montagne del Piemonte. Oggi quelle storie trovano qui una nuova casa, pur manten...