«Maresciallo, se vuole domani notte l'appostamento lo faccio da solo».
«Perché?»
«Domani è giovedì».
Già, non ci aveva pensato, l'indomani sarebbe stato giovedì, l'unico giorno in cui il marito di Irene si allontanava da Montenevoso e lasciava il campo completamente libero. E se il pornografo si fosse presentato proprio all'alba di venerdì? Il carabiniere scelto Antonio Ferrero ce l'avrebbe fatta da solo a bloccarlo? Ormai da quattro giorni Gotti e Ferrero passavano la notte in una tendina canadese montata non lontano da quell'arrivo della seggiovia che qualcuno trasformava in set per foto pornografiche da pubblicare in Internet. Tutte le foto che avevano visto erano state scattate all'alba e ogni mattina, al sorgere del sole, i due si acquattavano dietro i cespugli sperando di cogliere in flagrante l'autore di quelle immagini "d'arte".
«Ancora un sorso di grappa?»
«Sì, grazie maresciallo».
«L'hai messa la sveglia?»
«Sì, maresciallo, alle cinque».
«E allora, buonanotte».
Il sole cominciava a sorgere da dietro le Rocce Nere, quando Gotti e Ferrero sentirono avvicinarsi delle voci. Protetti dalla vegetazione osservarono il gruppetto dei nuovi venuti: c'erano tre ragazze e un uomo.
«Maresciallo, quello è Anselmo, il fotografo».
«Perché, ti aspettavi di vedere il farmacista?»
«Ma dunque lei già sospettava...»
«Ferrero, se devi beccare qualcuno che fa delle foto, come prima cosa pensi al fotografo, no? Però adesso zitto che lo dobbiamo prendere in flagranza di reato».
Le tre ragazze si spogliarono, rabbrividendo per il freddo che, a quell'ora, era ancora pungente. Anselmo le fece mettere in posa per la prima inquadratura, poi scattò un paio di volte. Fu a quel punto che i due carabinieri saltarono fuori dal loro nascondiglio.
«Ma bene, Anselmo, stiamo facendo delle cartoline? Foto per il calendario della pro-loco?»
«No, maresciallo, non è...»
«Non è come penso?»
«Sì, esatto».
«Signorine – disse Gotti cercando di non guardare nella loro direzione – vi pregherei di rivestirvi e poi di mostrarmi un documento».
Le tre ragazze, ammutolite, fecero come richiesto. Gotti e Ferrero tennero d'occhio il fotografo e non si girarono fino a che una mano non porse loro i documenti; erano tutte tre molto belle e molto giovani, ma per fortuna, a quanto risultava dalle carte di identità, nessuna era minorenne.
«Adesso il mio aiutante annoterà i vostri dati, poi voi riprenderete il sentiero come se tornaste da una bella gita e filate dritte a casa. Credo che non avremo motivo di avvertire le vostre famiglie». Il loro sguardo passò dall'imbarazzo alla gratitudine, mentre il maresciallo si chiedeva se stava facendo bene a lasciarle andare così, senza interrogarle. Ma sì, perché torchiarle, perché umiliarle facendosi dire che lo facevano per quattro soldi, per comperarsi i vestiti da discoteca o le scarpe nuove? Gotti le bloccò ancora per un attimo, mostrando loro la foto di Marzia.
«La conoscete?»
«No». Se lo aspettava. Le informazioni le avrebbe chieste al fotografo.
Fine della 3a puntata
STAI LEGGENDO
Le inchieste del maresciallo Gotti
Gizem / GerilimA partire dalla fine degli anni '90 cominciano ad uscire a puntate su La Stampa i racconti polizieschi che hanno come protagonista il maresciallo Gotti e come sfondo le montagne del Piemonte. Oggi quelle storie trovano qui una nuova casa, pur manten...