Secondo Capitolo

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L'epoca e il luogo, in cui vivevano, è differente da ciò che conosciamo.

Era chiamata epoca di mezza primavera, dal fatto che non esistevano altre stagioni.
Erano centinaia d'anni che nessuno provava la leggera brezza dell'autunno, la faticosa afa dell'estate, le rigide temperature dell'inverno.
Sembrava che il mondo avesse finito il suo moto di rivoluzione, e che fosse rimasto a metà primavera.

Anche le usanze, nel parlare, nel vestirsi, nel vivere la vita di ogni giorno, erano diverse.
Si potrebbe paragonare ad un lontano medioevo, con tratti moderni.
Era un epoca attualmente antica.

Le persone non conoscevano ciò che era successo prima dell'epoca di mezza primavera.
Era come se fosse stato tutto cancellato. Nessuno sapeva e nessuno ricordava, ma dopo tutto a nessuno importava. Perché avrebbero dovuto mettere il naso in qualcosa che non c'era più?

A capo di ogni regno (paragonabile ad uno stato) c'era un re.
Il re aveva il compito di mantenere l'ordine, anche a costo di macchiare la sua anima di atti impuri.
Esisteva anche un clero, ma non aveva molta importanza.
La gente era così semplice da abbindolare che credevano a tutto ciò che veniva pronunciato dal clero o dal re, mai un'opposizione.

La famiglia Devvon viveva nel regno italiano, in un paese di discreta importanza.
Mandava avanti la sua vita tranquillamente, nonostante le occhiatacce che subiva a causa dell'unica figlia femmina, con il suo stile particolare.

Sam teneva i capelli sempre sciolti, e li tagliava raramente, indossava sempre lunghi abiti di colori scuri, sembrando, agli occhi ignoranti delle persone, in lutto.
Le scarpe erano stivali neri, con qualche borchia che erano soliti portare i cavalieri in battaglia (non che ci fossero molte guerre, anzi, regnava soprattutto la pace).

Alle donne erano vietati qualsiasi tipo di pantalone, e questo a Sam non era mai andato giù. A dieci anni aveva provato a farsene un paio, con la stoffa della madre, ma aveva miseramente fallito dimenticandosi una gamba.
Qualche anno, e lezione di cucito, dopo ci aveva riprovato. Con gran disapprovazione dei genitori, c'era riuscita e li aveva indossati per andare a scuola, senza farsi notare dal resto della famiglia. A scuola, poi, non l'avevano neppure fatta entrare e avevano chiamato i familiari che se la venissero a prendere.
Sam però sognava, ancora all'età adulta, di poter indossare dei pantaloni, che le avrebbero reso più semplici le sue sgattaiolate fuori casa, per andarsi a rifugiare nel bosco, e le sue arrampicate sugli alberi.

Era una ragazza tutta scattante, cosa che non veniva ben vista all'occhio maschile, che doveva trovare moglie che stesse a casa a fare le faccende e non che se ne andasse in giro per i boschi.

I suoi fratelli erano sempre stati comprensivi nei suoi confronti, e quando la beccavano a scappare dalla finestra le coprivano le spalle.
Anche loro amavano la natura e capivano perfettamente la necessità che lei provasse.

I ragazzi, fino all'età di cinque anni, venivano lasciati correre e giocare all'aperto. Quando poi arrivava l'età semimatura (sei anni) venivano costretti a seguire, oltre che la scuola, dei corsi di galateo e di educazione militare, quindi lo svago era ristretto.
Le ragazze venivano lasciate svagarsi fino ai quattro anni. Ai cinque, invece, cominciavano un corso di galateo e faccende domestiche, come la cucina e il cucito.

Sam si sentiva in trappola sin dal suo passaggio all'età semimatura.
Sentiva le mancasse qualcosa di cui non poteva fare a meno, allora scappava di casa, facendo attenzione a non farsi vedere dall'occhio attento dei genitori.

Era diversa dalle altre ragazze, e questo lei lo sapeva, ma ciò che non sapeva era come sarebbe cambiata la sua vita da un giorno all'altro.

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