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Quando sentii bussare ebbi un colpo al cuore. Lentamente strinsi la mano intorno alla maniglia per poi ruotarla. Avevo paura di chi mi sarei trovato davanti, temevo che quel porco avesse scordato qualcosa nella camera, avevo paura di tutto.

Quando riconobbi la persona che mi trovai davanti tirai un sospiro di sollievo, era Trevor.

<< Cosa ci fai ancora qui? Siamo già tutti fuori. E perché sei ancora conciato così? Dai su rivestiti che andiamo a bere qualcosa con gli altri prima di ripartire. >> Mi disse lui con l'aria di uno che aveva appena fatto una passeggiata di benessere.

<< Scusatemi non sono dell'umore adatto, andate voi. Io vorrei restare ancora un po' qui ma grazie del pensiero, davvero. >> Tentai di tagliare corto io senza far trapelare troppe emozioni.

A quel punto Trevor cambiò radicalmente espressione diventando improvvisamente molto serio, forse anche triste.

<< Capisco. Allora io vado a dirlo agli altri, tu cerca almeno di rivestirti però. >> Concluse lui prima di risparire con la stessa fretta con la quale era comparso.

Rimasi nuovamente da solo ma questo tipo di solitudine non mi donò lo stesso sollievo della prima volta. Forse sarei dovuto andare anche io con loro, forse sarei dovuto uscire anche io, pensarci ancora non mi avrebbe di certo aiutato.

Mentre lentamente prendevo consapevolezza di aver forse commesso un errore nel declinare il loro invito la porta si aprì nuovamente.

Era ancora Trevor ma questa volta aveva con se uno zainetto che portava in spalla.

<< Cosa ci fai ancora qui? Non far aspettare gli altri, mi sento già abbastanza in colpa così. Penseranno tutti io sia un'idiota. >> Dissi io tutto d'un fiato.

<< Non c'è nessuno ad aspettare, ho avvisato gli altri che noi li avremmo raggiunti dopo ma non dobbiamo farlo davvero e sta tranquillo non penseranno tu sia un'idiota ho detto loro che preferivamo restare per "conoscerci" un po' meglio e sfruttare la stanza che è stata pagata per le prossime tre ore. Gli organizzatori se la sono bevuta e non hanno fatto domande, quindi non dovresti avere problemi. >>

<< Non capisco, perché hai fatto questo? Cosa vuol dire "conoscerci un po' meglio"? >> Chiesi io onestamente confuso.

<< Vuol dire che gli ho fatto credere che volevamo restare per fare sesso. Era l'unica cosa da dire per giustificare la nostra assenza evitando che gli altri iniziassero a fare domande per capire cosa accadesse realmente. >>

Il sangue mi si gelò nelle vene. Il pensiero di toccare una qualsiasi altra persona in quell'albergo mi faceva torcere lo stomaco.

<< Trevor sai che io non voglio fare sesso? >> Chiesi io con un filo di voce facendo scoppiare l'altro in una risata fragorosa che successivamente tentò di contenere.

<< Mi sembra abbastanza ovvio. Non penso sia difficile capire che non ho dato buca agli altri per questo. Ora coraggio, dimmi cosa è successo, sono qui per aiutarti. >> Mi disse poi con tono pacato.

Perché quel ragazzo fosse disposto a restare a sentire i lamenti di uno sconosciuto piuttosto che andare a bere qualcosa con i suoi amici? Perché avesse percepito il bisogno di aiutare qualcuno che non aveva chiesto di essere aiutato? Eravamo solo due sconosciuti che se ne stavano seduti sullo stesso letto eppure i suoi occhi erano buoni, erano gli occhi di chi mi avrebbe potuto rimettere insieme, pezzo dopo pezzo.

Quello che feci fu la prima cosa giusta dopo una serie infinita di errori. Vinsi la vergogna, vinsi la riservatezza e la mia insicurezza e gli dissi tutto, ogni dettaglio.

Trevor non disse nulla, neanche commentò, semplicemente mi lasciò parlare fino a quando finii le parole e a quel punto, solo a quel punto, prese la parola.

<< Non è facile, non è mai facile. Queste cose accadono, accadono spesso ed è per questo che chi sceglie per se questo tipo di vita farebbe bene a circondarsi di buoni amici che nel momento del bisogno sappiano risollevargli il morale, è per questo che i ragazzi sono andati a festeggiare, per non pensare, per far finte che non abbiano perso un altro pezzo di loro stessi. Gli amici ti salvano la vita in queste situazioni, perché quando la situazione ti precipiterà addosso, e fidati accadrà un sacco di altre volte, avrai sempre qualcuno al tuo fianco a spalare la feccia con te. >> Il ragazzo fece una pausa per poi continuare.

<< Tipo io. Se me lo permetterai. Io sarò la persona che quando senza preavviso lo schifo pioverà dal cielo aprirà un ombrello sotto al quale entrambi ci ripareremo. Non dobbiamo per forza sopportare tutto questo da soli, non dobbiamo. >>

A questo punto feci una cosa che non avrei mai creduto di poter fare. Neanche gli diedi il tempo di finire di parlare che avvicinandomi a lui lo abbracciai, quasi nascosi il mio volto sul suo collo mentre lui a sua volta ricambiava il mio abbraccio avvolgendomi a sé.

Era impensabile quello che era accaduto ma era reale, reale come il suo profumo che gradevole mi saliva nelle narici.

Improvvisamente in quella stretta smisi di provare dolore, smisi di stare male e per un attimo tutto mi sembrò esattamente come avrei voluto che fosse.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 13, 2022 ⏰

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