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All'epoca vivevo in un minuscolo appartamento con mia madre e mia sorella. La prima era davvero troppo impegnata a portare lo stipendio a casa per accorgersi nel nuovo telefono che mi ero appena comprato con i soldi del cliente, la seconda, invece, semplicemente troppo piccola.

In poche parole nessuno notò nulla, nessuno mi fece domande eppure io, per la prima volta da sempre, avevo un telefono di cui non dovevo vergognarmi. Un telefono che non sembrasse provenire direttamente dalla preistoria. 

Era una sensazione appagante, era eccitante, era facile. Era come potersi fare dei regali con il denaro degli altri o almeno questo è quello che credevo.

Più guardavo il mio nuovo acquisto e più mi convincevo che fermarsi sarebbe stato una follia, uno sbaglio imperdonabile. Accettai dunque l'offerta del mio secondo cliente ma questa volta mi venne chiesto di presentarmi presso un albergo della periferia conosciuto proprio per ospitare questo tipo di prestazioni.

"Alexander", se la memoria non mi inganna credo sia così che mi disse di chiamarsi l'uomo che mi aveva comprato per le prossime due o tre ore.

Fui sorpreso nel vederlo, doveva avere giusto qualche anno più di me e, malgrado fosse in leggero sovrappeso, poteva tutto sommato risultare anche vagamente attraente. 

Perché un ragazzo così giovane dovesse pagare per avere del sesso era un discorso che non mi riguardava e forse neanche mi interessava. Ero lì per regalarmi un nuovo paio di scarpe da running donando tutto me stesso a quelle mani che già mi afferravano intorno ai fianchi. 

Lentamente mi sfilò uno ad uno tutti i vestiti allo stesso tempo leccando ogni centimetro di pelle che scopriva.

Ero completamente in suo possesso. Le sue mani, la sua bocca e la sua lingua erano ovunque su di me. Non si tolse mai i vestiti, si limitò ad abbassarsi i pantaloni facendone fuoriuscire il membro che già pulsava di desiderio. Sentivo il suo respiro sul collo mentre con la sua erezione iniziava a spingere contro la mia apertura che si stava preparando a riceverlo.

Fu più facile di quello che mi aspettavo, il suo tocco mi aveva rilassato ed il lubrificante aveva facilitato la nostra unione. Lo sentii scivolarmi dentro come in una piacevole danza, per un attimo dimenticai cosa stavo facendo e perché lo stavo facendo, semplicemente chiusi gli occhi, lo accolsi dentro di me e mi abbandonai a lui.

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