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Parole: 1770
Non so perché esattamente decisi di prendere quegli stupidi fagioli allucinogeni. Sapevo che avrei deluso decisamente tutti, ma decisi di farlo lo stesso. La verità era che ero stufo di tutta quella storia, ero stufo della Terra, dei trikrum e degli Azkeda. Ero stufo di dover sempre lottare per la sopravvivenza, di non avere un attimo di pace. Ero stufo dei complotti e di tutto il resto.
Ecco perché presi quei fagioli: semplicemente avevo deciso di buttarmi tutto alle spalle. Nessuna preoccupazione, nessuna regola. In fondo non esisteva un modo per scappare dalle radiazioni, forse Clarke avrebbe trovato un modo per sopravvivere, un modo che magari ci avrebbe fatto completamente perdere noi stessi, ma non avrebbe di certo trovato un modo per vivere... Che senso aveva continuare a respirare se la nostra non era vita, ma semplicemente "non morte"? Era per questo che ero arrivato a questa folle, stupida e infantile decisione.
Quando la mattina mi svegliai, mi ritrovai nella mia solita stanza priva di oggetti personali. Non c'era nulla che dicesse che non fosse stato tutto un sogno, se non una ragazza dai capelli lunghi e biondi sdraiata nuda sul mio letto. Sospirai di fronte a quella situazione: di certo Kane si sarebbe infuriato e molte altre guardie avrebbero perso la loro fiducia in me... Ma cosa ci potevo fare? Ero pur sempre poco più di un semplice ventenne a cui avevano affidato le responsabilità di un adulto. La cosa mi andava bene, la fanciullezza e l'adolescenza non erano cose che potevamo permetterci, ma avevo assolutamente bisogno di sfogarmi in qualche modo o sarei esploso come quando era successo con Pike. Cacciai il pensiero o avrei di nuovo preso a pugni la stanza. Lo facevo spesso, prendevo a cazzotti una parte dura della parete così da non provocare nessun danno se non quello alle mie dita. Mi mettevo lì e, ad ogni pugno, contavo. Contavo finché non ero esausto, distrutto, finché non esaurivo i numeri conosciuti o perdevo il conto... Perché avevo perso il conto delle vittime che avevo causato... I 300 soldati... Mounth Wheater... Le 320 persone sull'Arca... Charlotte...
Afferrai i pantaloni, dovevo prendere aria o sarei impazzito. Senza curarmi delle scarpe o di indossare una maglietta, aprì la porta.
- Bellamy-.
Quella voce mi fece schiattare, guardai il suo viso incapace di capire come mai fosse già tornata. Velocemente chiusi la porta alle mie spalle. Non sapevo esattamente il perché, ma sapevo che non doveva vedere la ragazza sul mio letto.
- Clarke-
Sorrise sentendo il suo nome, come se fosse un meraviglioso complimento. I suoi occhi si accesero e mi persi in quel blu. Era raro vederla così: sorridente, radiosa e speranzosa.
All'inizio, quando eravamo appena scesi sulla Terra, lei sorrideva... Insomma era la stessa rompi scatole, ma sorrideva spesso. Abbassai un po' lo sguardo. Sorrideva con Finn. Non aveva mai sorriso in quel modo come me. E, forse, in seguito aveva sorriso anche con Lexa. Chiusi le mani a pugno. Solo il fatto di pensarle insieme mi faceva arrabbiare, credo che il motivo sia che non abbia mai perdonato quel capitano per l'abbandono di Mounth Weather.
- Tutto apposto?-
Quella domanda mi fece tornare in me. Alzai lo sguardo e le sorrisi tranquillo.
- Come mai già di ritorno? Avete trovato una cura?-
Il suo sorriso svanì.
- No. Almeno non credo, non possiamo esserne sicuri- sospirò e sorrise di nuovo - ma abbiamo trovato un rifugio sotterraneo abbastanza grande per contenere molte persone: Il nostro popolo, la Trikrum e anche Azkeda. Purtroppo loro sono di più e dovranno scegliere chi salvare-.
Aveva parlato senza respirare un minuto. Continuando a sorridere ansiosamente si diresse verso la sua porta.
- Devo andare a parlare con Roan e Indra. Dovremo cacciare più bestie possibili, trovare acqua pulita in qualche riserva sotterranea o grotta. Abbiamo molto da fare e io sto a parlare con te- rise leggermente. Prima che potesse continuare a parlare le afferrai un braccio.
- Fermati Clarke. Sembra che tu stia per avere un attacco isterico- risi e lei prese a guardarmi.
- Dovresti tranquillizzarti. Rilassati o finirai con il sprecare i tuoi ultimi giorni-
- Non posso "rilassarmi" sto cercando di far sopravvive...-
Sentimmo una porta aprirsi. Clarke guardò curiosa ma io ero terrorizzato, chiusi gli occhi sperando che non fosse chi pensavo.
- Bellamy è stato davvero divertente sta notte. Dovremmo rifarlo- rise la ragazza che non volevo vedere.
Osservai Clarke in silenzio, lei mi guardò, mise le mani congiunte sotto al seno e poi parlò improvvisamente tranquilla.
- Vedo che tu sei già "rilassato". Puzzi d'alcool e sei mezzo nudo... Ti prego dimmi che, ieri sera, non sei stato con Jasper a prendere quei fagioli allucinogeni-
Cercai di dire che era un'assurdità, cercai di sembrare offeso dalle sue accuse, ma non riuscivo a mentire.
- Perché continuare a logorarti. Goditi questi giorni-
- Dovrei lasciar morire tutti?-
- No! Certo che no! Ma non essere così ansiosa e, oltre a governare, divertiti. Hai diciotto anni, io ne ho a malapena venti, meritiamo di divertirci un po' prima di morire o vivere in qualche buco-.
Per un momento vidi nei suoi occhi quella luce, quel desiderio, quella voglia di lasciarsi andare, ma poi essa svanì e lei tornò ad armeggiare la porta.
- Clarke ti prego, hai bisogno di riposare-
- No-
- Te ne pentirai per il resto della vita-
- Smettila-
- Solo un giorno...-
Ella si girò e mi urlò contro: il suo tono era spezzato e i suoi occhi mi imploravano pietà.
- Smettila okay? Perché, anche se mi lasciassi andare, come potrei divertirmi o solo rilassarmi? Sarei solo sola! In fondo qui mi odiano tutti. Le persone che amavo o sono morte a causa mia o mi temono-.
La guardai un attimo e capì ciò che intendeva. Non ero l'unico ad essere cambiato sulla Terra: era difficile ammetterlo ma io ero migliorato, ero riuscito a vedere oltre la mia famiglia, a vedere il mio popolo; ma Clarke era cambiata profondamente. Non so se in peggio, ma era diventata fredda e distaccata, manipolatrice e pronta a tutto per salvare il suo popolo. Non era più la ragazza femminista che mi combatteva per la verità o per salvare chiunque. Era passata dall'essere pronta a morire all'essere pronta ad uccidere senza battere ciglio.
Ma dove era finita la mia Principessa?
La principessa che avevo salvato qualche giorno dopo essere atterrato. Quella che mi sfidava, che mi aiutava. Dove era?
- Dovrei fare come te? Prendere un ragazzo o una ragazza e portarlo a letto? No grazie-.
Mi avvicinai ignorando l'insulto fino a farla poggiare contro la porta. La vidi arrossire e guardare il mio petto, come se si fosse appena accorta che non ero esattamente vestito.
- Io non ti odio né provo rancore nei tuoi confronti. La Terra ti ha cambiata, ma puoi ancora tornare indietro. Puoi tornare ad essere quella di un tempo e non essere più solo una leader spietata.
Ricordati che hai solo diciotto anni-.
Lei si avvicinò al mio petto e mi guardò negli occhi.
- Davvero non provi nessun rancore nei miei confronti? Neanche per la bomba di Mounth Weather che avrebbe potuto uccidere tua sorelle?-
Sospirai. Octavia era un tasto dolente.
- È inutile pensare a ciò che è successo tanto tempo fa. È meglio guardare al futuro, meglio pensare che non lo rifarai. Inoltre neanche io mi sono comportato moto bene con Octavia. Lincoln è colpa mia. La sua fuga è colpa mia. La sua crudeltà è colpa mia-
Mi afferrò il braccio facendomi smettere di parlare.
- Non hai la responsabilità di tutto. Non ti punire per aver ucciso una persona se ne hai salvate dieci-.
Mi abbassai un po'.
- È proprio questo il punto. Il rimpianto, il senso di colpa ci rende umani. Non esiste un motivo valido per uccidere. Se pensi questo stai certa che succederà ancora... Siamo due assassini, Clarke, e dobbiamo convivere con questo-.
- Come dovremmo farlo?-
- Cercando di non commettere gli stessi errori e meritando ogni giorno di essere vivi-.
- Forse dovrei rilassarmi sul serio-. La vidi un po' titubante, poi mi sorrise e io ricambiai.
- Allora andiamo dai...-
Le sue labbra furono sulle mie senza che neanche me ne rendessi conto. Era dolce, violenta ma triste. Mi dissi di dovermi fermare, che era un errore, ma non riuscivo... La desideravo e non me ne ero accorto. La volevo da quando aveva ucciso Atom, da quando tremante l'aveva fatto smettere di soffrire. La presi dai fianchi e lei mi graffiò la schiena, ansimai leggermente e lei sorrise prima di tornare a baciarmi.
La portai nella mia camera e la buttai sul letto. Dolcemente le alzai la camicia. Si era fermata per guardarmi negli occhi, poi improvvisamente aveva accavallato le gambe attorno ai miei bacini e mi aveva buttato mettendosi sopra di me. Mi baciò il petto e poi disse:- Mi piace comandare-.
Abbassò il viso e arrivò fino ai miei jeans, sbottonò la cintura e li sfilò.
- Anche a me- risposi ritornando sopra e bloccandola con le mie braccia. La vidi fare una faccia strana, come arrabbiata, ma poi tornai a baciarla e smise di fare il broncio. Fra un bacio e l'altro le sfilai il reggiseno, i pantaloni e gli slip, poi mi fermai ad ammirarla. Il suo corpo era perfetto: formoso al punto giusto, con le giuste curve e la giusta carnagione.
Il suo viso era quello di un angelo. Non avevo mai visto una creatura così bella... Eppure quando sentì le sue mani sui miei boxer ebbi un momento di lucidità. La guardai serio e gli domandai se ne fosse sicura. Lei non rispose, sorrise e si alzò leggermente mordicchiandomi la spalla, poi le sue mani mi sfilarono ciò che ci divideva. Le sorrisi, la guardai negli occhi e ripresi a baciarla, consapevole che non avrei più resistito.
Il mattino dopo mi svegliai sentendo le mani di Clarke armeggiare sui miei capelli. Non volevo aprire gli occhi, non volevo vederla andar via come nulla fosse successo. Volevo rimanesse con me, perché era inutile negarlo: provavo qualcosa per lei. Più profondo di una semplice "voglia", più profondo del sesso o della tristezza.
- Bell- mi sussurrò.
- Bell- aprì gli occhi e la guardai.
Lei mi sorrise e si alzò cominciando a vestirsi.
- Bella notte- disse soltanto prima di dirigersi verso la porta. Stava per chiuderla, quando si fermò e mi guardò.
- Ieri notte non l'ho fatto per "divertirmi" o "distrarmi". Non l'ho fatto con te perché eri la prima persona che c'era nei paraggi- abbassò lo sguardo -l'ho fatto con te perché volevo fossi tu. Ti penso Bellamy. Ti penso spesso. Ti penso appena sveglia e quando mi ricordo di Lexa e Finn.. E la cosa mi spaventa un po'-. Mi sorrise rossa in viso ed uscì.
- Ti amo anch'io- mormorai felice, anche se sapevo che non l'aveva sentito. Non ancora.
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Dove è finita la mia principessa? <<Bellarke>>
FanficPer i sopravvissuti dell'Arca la pace era ancora lontana. Erano solo pochi mesi che erano rientrati sulla Terra e i guai non avevano tardato ad arrivare. Il pianeta non era disabitato, bensì abitato da persone che erano riuscite a sopravvivere alle...