Le finestre della camera da letto erano aperte al pieno giorno.
Nessuna nuvola macchiava il cielo di bianco, solo il sole che regala positività.
Stavo seduto sul mio letto, lo sguardo spettrale, lontano, ero assorto in mille pensieri.
In mano stringevo una foto.
Era palese che zio mi avesse mentito per ben 15 anni sulla morte dei miei genitori.
E poi all'improvviso ho trovato quella cartella.
Era nascosta sotto ad un asse del pavimento della cabina armadio di zio Francesco.
Ero entrato lì per vedere se c'era qualcosa da vendere, e invece ho trovato ben altro.
Non ero mai stato lì e sotto al pavimento avevo notato una sorta di bozzo, ho alzato l'asse e... ta-tan! Ecco come mandare a quel paese tutto ciò un cui credevo.
Il telefono squilla e distoglie l'attenzione dai miei pensieri.
È Ugo, il mio migliore amico.
«Sì Ugo?»
«Ciro sono qui sotto... allora mi accompagni a prendere il nuovo motorino? Porta il casco!»
Peggio di una madre quello.
Ogni volta che torno a casa lui aspetta sotto il portone per assicurarsi che torni sano e salvo.
Un po' troppo apprensivo.
Mi pulii le lacrime che sgorgavano dai miei occhi, scrissi un rapido bigliettino a zio nel quale dicevo che sarei tornato per pranzo e uscii di casa sbattendo la porta.
Aprii il portone e mi avviai verso il mio amico che mi aspettava appoggiato ad una macchina.
Aveva i capelli scuri e gli occhi marroni ed era alto un metro e 86 centimetri.
Tutto il contrario di me.
Io avevo i capelli mossi e dorati, gli occhi grigi e delle lentiggini marroni sparse sulle guance e sul naso all'insù.
Ero alto un metro e 75 centimetri.
Appena mi vide il mio amico sorrise, ma poi il suo riso si spense sul suo volto appena notò i miei occhioni rossi.
«Hai pianto?»mi domandò. La sua voce era buia ed inquisitoria.
«Ah no è l'allergia! Oh il polline!»risposi mordendomi le labbra come facevo quando mentivo.
«Non me la racconti giusta. E poi scusa è estate! Dov'è il polline?»
Ugo era un po' tardo, ma non fino a questo punto.
A scuola non studiava perché proprio non gli andava, ma stavolta era stato promosso perché avevo obbligato zio a parlare col preside che aveva accordato di fargli provare a passare gli esami.
Era uscito con 6 e ora sarebbe andato al mio stesso liceo sportivo.
Ma lui aveva una grande capacità nel capire ciò che pensavo e le mie emozioni.
«E anche se fosse come dici tu? Che non è polline? Tanto alla gente che gli frega di me? Che gli frega del povero orfanello?»sbottai con voce astiosa.
«Era solo una domanda. E poi scusa, a me frega di te, anche a tuo zio, a tua nonna...»
«Se a mio zio o a mia nonna fosse fregato veramente qualcosa di me allora non mi avrebbero nascosto la verità sulla morte dei miei genitori»
L'espressione di Ugo divenne dubbiosa e curiosa allo stesso tempo:«Vuoi dire che non...»
«Che non sono morti in un incidente stradale. Sì Ugo é così»
Delle lacrime sgorgarono dai miei occhi lucidi.
Ugo mi abbracciò e percepii della preoccupazione in lui.
«E allora come...»proseguì lui con voce incerta.
«Non sono ancora pronto per parlarne, mi spiace... magari domani eh?»gli dissi dandogli una pacca sulla spalla.
Lui annuì.
Se c'è una cosa che mi piace di Ugo é che sa aspettare, sa capire quando è il momento giusto per fare qualsiasi cosa, tranne studiare...
«Forza! Andiamo a vedere questo nuovo motorino»lo incitai.
Sul volto di Ugo si formò un sorriso che solo i bambini che vedono una fontana di cioccolata possono avere.
Azionò la sua vecchia vespa con delle chiavi malconce, si mise il casco e mi invitò a salire.
Io lo imitai e mi misi dietro di lui.
Cominciammo a sfrecciare per le strade di Napoli a grande velocità, con il rumore del motore scoppiettante che ci accompagnava.
Ci inerpicammo per le vie della città ed infine dopo quasi un'ora arrivammo al negozio.
Era una grande concessionaria che vendeva sia macchine di lusso che altre normali, così come i motorini.
Nel retro lavorava un ragazzo che rivendeva a bassi prezzi alcuni veicoli invenduti di anni prima.
Ugo prendeva sempre le cose da lì.
Appena varcammo la soglia del negozio, ci trovammo di fronte ad una ferrari rosso sgargiante.
Fischiai come fosse una bella ragazza e mi tolsi i capelli dagli occhi per osservarla meglio.
Era proprio figa.
Mentre giravo attorno al bolide, ricevetti una gomitata da Ugo e guardai nella direzione in cui il suo sguardo era puntato.
Seduti ad un tavolo intenti a firmare un contratto c'erano mio zio Francesco e una di turno che non avevo mai visto.
Lei era veramente carina.
Mora, ma con degli occhi color ghiaccio, fisico perfetto...insomma la classica bellona.
Una cosa strana però ce l'aveva.
Sulla pancia c'era un piccolo rigonfiamento.
Feci spallucce inorridendo alla vista di mio zio, e per evitare che mi notasse mi infilai nella ferrari facendo finta di guidarla soffiando e rigirando il volante con impeto, come fanno i bambini.
Mentre stavo facendo una falsa telecronaca di me contro Hamilton e Vettel, il tipo della concessionaria mi mise una mano sulla spalla:«Caro, la macchina è stata venduta e se continui a fare così finirai per romperla»
In quel momento alzai il volume fingendo di non averlo sentito e continuai il mio gioco.
Il tipo cominciò ad innervosirsi e con uno strattone mi tirò fuori dall'auto.
«Ei ei ei piano eh!»mi risistemai la giacca con un'alzata di spalle e lo guardai con astio.
Vidi che dietro al commesso c'erano mio zio con la sua tipa che mi guardava semi-disgustata.
E in quel momento mi venne un'idea brillante.
Zio faceva finta di non conoscermi, quindi mi ci avvicinai con un gran sorrisone furbo e gli urlai aprendo le braccia:«Ohh! Ma guarda chi si vede... il mio zio preferito. Ma com'è piccolo il mondo, non è vero Ugo?»dissi continuando a fissare l'uomo con sguardo penetrante.
Lui mi lanciò un'occhiata tagliente, poi si rivolse alla ragazza:«Letizia, ti presento mio...nipote Ciro. Non badare al suo comportamento, fa così solo perché ha bisogno di attenzioni. Attenzioni che spesso diventano veri e propri capricci»
«Senti Liquirizia...»cominciai a dire, pur ben sapendo il suo nome, dovevo far fare una figuraccia a mio zio, ma venni subito interrotta dalla ragazza che con espressione accigliata mi corresse sul suo nome.
«Vabbé fa lo stesso! Comunque sei ancora in tempo con lui. È uno che nasconde le cose...che ti credi?!»
E detto ciò uscii dalla concessionaria sbattendo la porta.
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$pazio autric€Ciauu!!
Ecco il niovo capitoloo
Vi piace?
Domandina: secondo voi che succede con Letizia?Bye!!❤
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I'm not alone [#wattys2017]
FanfictionI problemi sono di casa per Ciro, un ragazzo di 15 anni orfano che vive con lo zio calciatore e la nonna iper-protettiva. Ha solo due amici: Ugo e Ariadne, le sue uniche certezze, ma il marasma non inizia proprio quando scopre la verità sulla morte...