Charlie si chiese come ci fosse finita, esattamente, in quella situazione.
I passaggi le erano davvero poco chiari –Alice che strillava, Augustus che la spingeva rischiando di farle rovesciare l'intera scenografia, Ben che le urlava qualcosa a proposito del non dire "Buona Fortuna" prima di chiuderle una porta in faccia- ma Charlie era piuttosto sicura che qualcuno dovesse aver manomesso il caso, visto che in quel corridoio c'erano circa venticinque porte e lei non poteva essere finita casualmente nel camerino di Nate Palsh. No, davvero, non poteva.Evidentemente anche Nate doveva essere dello stesso avviso, visto come la fissava perplesso, in equilibrio su una gamba sola e con la camicia mezza abbottonata e pure al contrario.
« Ehi, Charlie, so che sei la mia fan più accanita, ma davvero, tra venti minuti io vado in scena » le disse, continuando a saltellare per riuscire a far passare il piede dal fondo dei leggins.
« Come diavolo fate voi ragazze a infilarvi questi affari tutti i giorni? Dico sul serio, si tratta di una trappola mortale! » continuò poi, finché Charlie, evidentemente intenerita, abbandonò la borsa con l'attrezzatura sul pavimento e si avvicinò per aiutarlo a rimettersi in piedi.
« Quella che è incastrata tra i leggins e la cintura dovrebbe essere una coroncina di fiori? »
Nate sobbalzò e spalancò gli occhi, muovendo freneticamente le mani per disincastrare la coroncina senza rovinarla troppo. Charlie scoppiò a ridere e prima che potesse pronunciare anche una sola parola, Nate mosse una mano e gliela posò con irruenza sulle labbra.
« Non dire niente. Non provare a dire niente, Charlie Emiret, o giuro sulla mia Xbox... »
« Sull' Xbox di Michael, semmai... »
« Quello che è, Emiret, perché devi fare sempre la pignola? Dicevo, non provare a dire nulla e guardami, dimmi se sono a posto, ti prego! » la supplicò Nate, allontanandosi e iniziando a girare su se stesso, con le braccia spalancate a mo' di manichino.E fu in quel momento che Charlie si chiese, per l'ennesima volta, come ci fosse finita in quella situazione.
Perché Nate aveva una camiciola a sbuffo infilata al contrario, un paio di leggins verdi, una coroncina di fiori pericolosamente incastrata tra un riccio e l'altro e – Charlie si chiese come avesse fatto a non accorgersene fino a quel momento- un occhio solo truccato pesantemente di nero.
Eppure, lei non poteva smettere di pensare che fosse terribilmente attraente.« Allora? Sto bene? Mi sono dimenticato qualcosa? » le chiese lui, il tono leggermente più alto e una mano incastrata ai capelli, nel tentativo di appiattirli almeno un po'. Charlie scosse la testa e si costrinse ad assumere un'aria scocciata, mentre allungava una mano per impedire a Nate di distruggere una volta per tutte la coroncina.
« Fammi capire, Puck deve avere secondo copione un occhio solo nero, oppure hai deciso che si abbinava particolarmente bene alla camicia allacciata al contrario? » gli domandò, leggendo chiaramente tutto il panico nei suoi occhi. Si concesse una risatina e gli slacciò i primi bottoni della camicia –come diavolo aveva fatto ad allacciarli sulla schiena?- per permettergli di girarla e poi si allontanò, nel tentativo di non fargli sentire le proprie risate trattenute.
« Giuro che se fai parola di tutto questo con qualcuno io...»
« L'hai già detta, questa cosa, Palsh. Non vedo perché, poi, dovrei avere l'impellente necessità di raccontare a qualcuno di come tu stessi saltellando su una gamba sola nel tentativo di infilarti un paio di leggins verde prato. Sul serio, Nate, a volte mi chiedo perché tu sia così egocentrico! » concluse Charlie, iniziando a ridere a tutto spiano mentre Nate si avventava su di lei armato di mascara, nel tentativo di sporcarla irrimediabilmente su una guancia.
Fu quasi inevitabile, dunque, che Charlie indietreggiasse, inciampando in una delle scarpe di Nate e perdendo subito dopo l'equilibrio.Per qualche istante rimase sospesa a mezz'aria, la bocca spalancata in un urlo muto e la vocina interiore che la rimproverava perché probabilmente l'ultimo pensiero sensato della sua vita sarebbe stato relativo a quanto Nate Palsh potesse risultare attraente in calzamaglia e blusa.
Fu un attimo, un istante solo, prima che due braccia –o per meglio dire, due braccia e un ginocchio e anche un angolo di porta- la bloccassero, impedendole di cadere e facendole inevitabilmente pensare che quella serata doveva davvero essere destinata a non avere alcun senso, visto la maniera in cui stava iniziando.
Perché davanti a lei Nate Palsh-il-folletto-in-calzamaglia reggeva un tubetto di mascara come fosse stato l'arma più terribile del mondo, allungato verso di lei con una mano pronta ad afferrare il vuoto, mentre alle sue spalle, decisamente contrariato e anche piuttosto stupito, Michael Pauley stava dicendo allegramente: « Non ho intenzione di sapere in che razza di giochi erotici foste invischiati, voi due e quel tubetto di mascara, ma ho bisogno di un consiglio. Qualcuno di voi sa come si infilano questi dannati cosi? »
E girandosi a guardare Michael e trovandolo in mutande e camicia, con un paio di leggins di camoscio in mano e le labbra di un inquietante sfumatura di rosso carminio, Charlie Emiret si disse che forse aveva davvero sottovalutato le capacità del caso.
Note autrice: IMPORTANTI!
Salve a tutti, mi presento, sono Writ.
Questa storia è la cosa che, al momento, ho di più caro al mondo. No, ok, non siamo così tragici, ma, insomma, è davvero fondamentale, per me. E' nata come una fanfiction - una Jily!AU - ma in breve tempo mi sono accorta che volevo che fosse più di una fanfiction. La sento mia, così tanto mia che ho deciso di provarci e lanciarmi in questa nuova avventura.
Continuerò comunque a pubblicarla sotto forma di fanfiction, per correttezza verso le persone che la leggono in quel modo, quindi diciamo che i primi aggiornamenti di questa saranno effettuati in velocità per permettermi di portarmi in pari con l'altra e aggiornare contemporaneamente le due versioni.Detto questo, spero la storia vi piaccia. Davvero.
Fatemi sapere!
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Tutte le scenografie del caso
RomanceDopo aver dimenticato un telefono per tre ore all'interno del freezer, Charlie Emiret - vent'anni, studentessa di chimica, fotografa per hobby e disordinata cronica- sa che nulla potrà salvarla da Alice e dallo spettacolo teatrale a cui l'amica vuol...