Chapter 18

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Stefano si alzò il cappuccio della felpa nera e si tirò su la bandana a coprirgli la bocca.
Poi si chinò e aprí il grosso baule davanti a lui.

Era stracolmo di armi e di munizioni, e lui prese un mitragliatore di precisione, così il mirino lo avrebbe aiutato a sparare meglio.
Aveva ansia, tantissima.

Oltre al rubare i documenti aveva compiuto qualche missione minore, ma questa senza dubbio era la più importante.
Doveva recarsi sulla cima di un parcheggio per auto abbandonato e sparare a tutti quelli che intralciavano la loro missione.

C'era la sua vita in gioco, e anche quella dei suoi amici.
Soprattutto non poteva permettere che qualcuno facesse del male a Sascha.

Uscì dallo stanzino con le armi imbracando il mitragliatore e caricandolo.
In una borsa mi altre munizioni mentre raggiungeva gli altri fuori da casa.
Tutti erano ben coperti ed equipaggiati e raccolti attorno a un camioncino nero.

Appoggiati ad esso stavano altri due ragazzi incappucciati, probabilmente i proprietari del furgoncino.
Sascha e Giuseppe erano già li a riguardare un attimo il piano.

-SurrealPower?- chiese Giuseppe non appena Stefano gli si era avvicinato.

Al ragazzo fece un certo effetto sentire Salvatore chiamato così, ma probabilmente con gli altri due tizi preferivano usare i nomi in codice.

-Sta salutando Beatrice, credo-

Salvatore comparve poco dopo sull'uscio della porta con Beatrice.

-E non uscire di qui, mi raccomando- sentì Stefano.

-Stai attento-

I due si abbracciarono e per poco Giuseppe non sbrattava il toast che aveva appena mangiato.

Salvatore teneva in mano un mitragliatore, forse un po' più scarso di qualità rispetto a quello di Stefano, e lo alzò in cielo correndo verso i ragazzi.

-ANDIAMO A SPACCARE QUALCHE CULO-

I due tizi scossero la testa e uno di loro andò ad aprire il retro del furgone per far salire tutti i ragazzi.
Stefano si sedette vicino a Sascha e davanti a loro Salvatore e Giuseppe.

-Ve lo ricordate il piano, vero ragazzi?-  chiese quest'ultimo.

Tutti annuirono.

-Per prima cosa lasceremo Stefano in cima al parcheggio, poi noi torneremo sotto e cercheremo il furgone. Chiaro?-

-Chiaro-

Il cuore di Stefano batteva all'impazzata.
E forse anche Sascha lo sentiva, dato che per tranquillizzarlo gli prese la mano.

In un primo momento sarebbe sembrato inappropriato dato il disagio tra loro, ma in quel momento erano solo contenti entrambi.

Aspettarono per un tempo che sembrò infinito, che in realtà era solo di 20 minuti.
Capirono che stavano per arrivare quando sentirono che la macchina era leggermente in pendenza e stava continuando a girare in circolo.
Stavano salendo per il parcheggio.

Poi la macchina si fermò e uno dei ragazzi battè sulla portiera.

-Forza, scendete-

Tutti sospirarono, tesi.
Tranne Salvatore.
Salvatore era contento.

Infatti aprì le portiere con un calcio.

-WHOO OOOH-

-Vuoi stare zitto?!- gli disse Giuseppe mentre frugava dentro al borsone.
Poi tirò fuori una mazzetta e la diede ai due ragazzi, che se ne andarono soddisfatti.

Vertigo | SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora