Final.

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But if you loved me, why'd you leave me?
-Kodaline

20 anni dopo.

"Caro Sascha,
é passato molto tempo dall'ultima volta in cui ci siamo incontrati, non è vero?
Me la ricordo bene.
Tu eri tra le mie braccia mentre esalavi il tuo ultimo respiro, e le mie lacrime calde si mescolavano alle tue ricadendo sulle tue guance.
É successo tutto esattamente vent'anni fa.
Sascha Burci è morto.
È una parola forte da scrivere, da dire, persino da pensare, ma sai qual é la cosa di questa frase che mi fa piú male?
É che é la verità.
Sascha Burci è morto, non é più con me.
Non sei morto in modo spettacolare, magari tentando di salvare qualcuno.
No, semplicemente un qualsiasi tizio di una qualsiasi banda ha deciso di sparare il colpo fatale dritto dritto nel tuo cuore, senza nemmeno pensare a cosa mi avesse appena strappato in quell'istante.
Non so chi ti ha ucciso, e anche a saperlo non lo ammazzerei, e sinceramente non mi importa.
Ora l'unica cosa che ho da affrontare è che tu non sei più con me.
Ma come che "ho da affrontare"?
In vent'anni senza te al mio fianco non sono ancora riuscito a farlo?
No Sascha, perchè ogni singolo giorno senza di te è difficile, e io non ho ancora superato il fatto che non potró più averti.
Non accetterò mai l'idea che non potró mai più vedere i tuoi occhi scuri, che non potró mai più arrossire a quel sorriso.
Ogni giorno desidero di risentire le tue labbra sopra le mie, la tua mano che accarezzava la mia schiena e la nostra pelle nuda che si scontrava.
Mi manca tutto questo, non smetterá mai di farlo, non posso lasciarmi tutto alle spalle.
Vuoi una prova?
Bene, ora ti racconterò cosa è successo dopo che te ne sei andato, dopo che il tuo cuore letteralmente perforato ha cessato di battere.
La ribellione è morta.
Salvatore e Giuseppe sono stati arrestati, loro stessi si sono consegnati alla polizia, dichiarandosi colpevoli per spaccio di droga.
Hanno scontato la loro pena in carcere, non hanno smesso nemmeno per un secondo di amarsi e sostenersi, e sono riusciti a superare insieme quei lunghi anni di reclusione.
Hanno avuto secondo loro quello che meritavano.
Ora sono veramente felici insieme, Salvatore in primis.
Ha risolto il suo problema con la droga, ha trovato un lavoro stabile, ha finito gli studi e ha una persona che lo ama e lo sostiene sempre al suo fianco.
Anche se ammetto che rimane un po' il solito pazzo, ma altrimenti non si potrebbe nemmeno considerare Salvatore Cinquegrana.
Sono felice anche per Giuseppe.
Ha superato la depressione e ha ritrovato la pace e la tranquillità con Salvatore, nonostante gli anni in carcere.
Quei due rimangono ancora i miei migliori amici.
Mi hanno aiutato a ricostruire la mia vita.
Mi vengono a trovare, parliamo molto, ma mai del nostro passato.
Quando sono fuori cittá per lavoro vengono a dare una mano a mia moglie e tengono d'occhio le bambine, sai che Salvatore ci sa fare con i bambini?
Insomma, per loro tutto fila liscio.
Ed io?
La vita ha deciso di darmi una seconda possibilitá.
Salvatore diceva che la polizia non passava anni a seguire il solito spacciatore di erba, no?
Ebbene, aveva ragione.
Sono riuscito tranquillamente a tornare alla mia vita normale, con la mia stanza, i miei videogiochi e i miei libri dell'adolescenza.
Sono cresciuto ora, Sascha.
Ora sono un uomo felicemente sposato con due figlie.
Lei si chiama Marina.
La amo con tutto me stesso.
Lo so, fa male.
E sembro anche un incoerente, vero?
Ma ti giuro che è vero, io la amo.
E allora perché tento di provarti che non ti ho mai dimenticato se poi ammetto il mio amore per un'altra donna?
Salvatore e Giuseppe sono riusciti a vivere senza più pesi.
Ma io no, io vivo con un grande peso.
Il peso di non essere mai riuscito a smettere di amarti.
Si Sascha, te lo dico come te lo dicevo quando eri in vita, quando eri tra le mie braccia o io tra le tue, io ti amo ancora.
Ogni giorno guardo Marina e non faccio altro che sentire un enorme peso sul cuore pensando al fatto che pur avendo sposato una donna stupenda io ti ami ancora.
Mi fa stare male, lei non se lo merita.
Ma del resto sei morto, quindi cosa importa?
Invece ti amo come se fossi ancora vivo, porto questo peso come se stessi tradendo mia moglie.
Non me lo perdono, ma il mio amore per te non è una cosa che posso controllare.
È un sentimento incontrollabile che dilaga come un fiume per quanto tenti di trattenerlo.
Mi ricordo di quando ancora non stavamo insieme, di quanto potessimo essere stupidi e ingenui.
Ero triste perché pensavo che tu non mi volessi come ragazzo, anche perchè me lo avevi detto in faccia.
Ero così accecato dalla tristezza che non riuscivo a vedere quanto tu ricambiassi il mio amore, forse mi rifiutavo anche di accettarlo perchè era troppo surreale per me.
Avevamo avuto cosí tante occasioni per baciarci, occasioni sprecate perchè avevamo paura.
Paura di perderci, di non essere abbastanza, sommersi dalle nostre insicurezze.
Mi sento uno stupido pensando a quanto tempo in più avrei potuto condividere con te se solo ti avessi baciato su quella balconata, fregandomene di Salvatore, oppure se mi fossi chinato un po' in avanti su quella macchina.
È il più grande rimpianto della mia vita.
Perchè io e te ci siamo amati per troppo poco tempo per paura di amarci.
Io ti voglio ancora al mio fianco.
Voglio sentire ancora le vertigini.
Era una strana sensazione, ora che ci ripenso era una cosa anche abbastanza comica.
Ogni volta che mi sfioravi la mano accidentalmente, che mi guardavi o che mi sorridevi, la testa cominciava a girarmi.
Ci vedevo male, sentivo come se fossi sospeso su una fune a mille metri di altezza, perdevo la testa per te.
Quando capii che la causa delle vertigini era proprio il mio amore per te mi venne da sorridere.
"Wow, sono arrivato a questo punto?" mi chiedevo.
No, non offenderti, ti prego.
Me lo chiedevo perché non era cosa da me innamorarmi fino a quel punto, innamorarmi fino a perdere la testa.
Tu eri diverso Sascha, sei stato il primo a farmi venire le vertigini.
Con Marina non le ho mai provate.
Sentivo le farfalle nello stomaco quando la vedevo, se mi sfiorava la mano arrossivo, ma mai quel senso di cedimento che provavo quando stavo con te.
Tu mi davi incosciamente emozioni forti.
Un tempo le detestavo quelle vertigini, volevo avere una normale conversazione con te senza dover essere sorretto ogni due secondi.
Ma ora darei l'anima per provarle di nuovo, per trovare qualcuno che mi faccia sentire come mi facevi stare tu.
Anzi, non voglio qualcuno diverso da te ora che ci penso.
Io amo Marina, te l'ho detto molte volte ormai e ti prego perdonami per questo.
Ma io ti desidero ancora Sascha.
Desidero risentire il tuo respiro quando appoggiavo la testa sul tuo petto, di sentire la tua mano che scorreva sul mio ventre nudo, le tue labbra lasciare segni sul mio corpo.
Mi manca da morire.
E io per te morirei.
Io non ti voglio morto.
Ti amo, Sascha.
Non ho mai smesso di farlo.
Forse da quando te ne sei andato questo sentimento è diventato anche piú forte.
Vivo con il peso di amarti ancora.
Ti prego, non essere morto.
Ti amo ancora.
Te l'ho detto molte volte, vero?
Scusami, so che non sei il tipo, ma è la verità e vorrei urlarla al mondo, ma dato che non posso la urlo a te.
Se fosse necessario te lo direi un migliaio di volte.
Ma tu non sei con me.
Ho dovuto aspettare vent'anni per sussurrartelo di nuovo tra queste righe, per avere il coraggio di ridirtelo.
Probabilemente la carta sará umida a causa delle lacrime, ti chiedo scusa.
Credo di dover andare, le vertigini mi impediscono di continuare a scrivere, a malapena riesco a tenere la penna in mano.
Allora arrivederci Sascha, ti riscriveró.
Ah, ti amo.
Non smetterò mai di ricordartelo, per provarti che non ho mai smesso.
Ti amo.
Non essere morto.
Resta."

-Stefano Lepri.
St3pNy.

~ ~ ~

DON'T BE DEAD.

-John Watson, Sherlock 02x03 (The Reichenbach Fall)

~ ~ ~

Un ormai cresciuto Stefano Lepri era chinato davanti a una non troppo grande scultura di pietra.
Ma non era una scultura di pietra qualunque.

Era la tomba di Sascha Burci.

Quella notte era veramente fantastica, neanche una nuvola in cielo, solo le stelle e la luna.

Stefano era in piedi davanti alla lapide con una lettera dalla carta bianchissima tra le ruvide mani, che scorrevano su di essa nervosamente.

Stefano stava guardando il luogo che custodiva la persona che più amava e aveva amato, era una cosa che non riusciva a credere e che non pensava avrebbe mai fatto.

Non pensava che un giorno si sarebbe ritrovato a scrivere una lettera al suo defunto ragazzo Sascha, ma indovinate un po'?
Lo stava facendo.

Si chinò e appoggió la lettera sopra all'umido e freddo terreno.
La guardó per un po' in sovrappensiero, per poi alzare lo sguardo verso la lapide.

Sascha Burci.
14 novembre 2017.

Era stata riportata la data della sua morte con quella stupida incisione.
Stefano si mise in ginocchio, quasi schiacciando la lettera vicino alle sue gambe.

Sentiva le lacrime che gli scorrevano lungo le guance, contornate da un'ispida barba.
Poi si chinó in avanti e allargò le braccia.

Avvolse tra di esse la grande lastra di pietra e l'abbracciò tra i forti singhiozzi.
Nonostante fossero passati vent'anni non era ancora riuscito a contenere le emozioni.

Fu così che Stefano Lepri aveva deciso di salutare Sascha Burci.

Forse non era una cosa originale o particolare, ma non gli importava, perché tra le parole che aveva scritto c'era tutto quello che non aveva potuto dirgli quando era in vita.

-Non essere morto...-

E fu così che Stefano Lepri decise di salutare l'ormai morto Sascha Burci.

Lo amava ancora troppo.

Fine.

E cosí, ahimé, si conclude anche questa storia.
Credo sia stata senza dubbio una delle storie che ho avuto più piacere a scrivere, non mi sono mai stancata di farlo.

Ho amato per ogni singolo secondo Sascha e Stefano, il caratteraccio di Giuseppe e anche la pazzia di Salvatore, che come personaggio è stato apprezzato tantissimo.
Mi è dispiaciuto dover uccidere Sascha, ma credo che il bad ending fosse necessario per questa storia, e del resto nessuno dei miei racconti lo ha mai avuto.

Così si conclude il circolo delle mie storie su Wattpad, per ora.

Sia Nerd che Vertigo sono state concluse e al momento non ho nulla da scrivere.

MA ho delle idee.
Non so se diventeranno qualcosa di concreto o meno, ma ce le ho.

Per concludere quindi come al solito vi ringrazio.
Per i voti, i commenti e tutti gli apprezzamenti che avete fatto a questa storia.

Ringrazio i commentatori assidui, i lettori silenziosi e chi ha apprezzato sin dall'inizio Vertigo.

Grazie, grazie e ancora grazie.

NeedSurrysHug tornerá, ve lo prometto.

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