Capitolo 2

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Silver guardò Stephanie mentre lo aiutava a sistemare le proprie cose e aprì bocca, richiudendola parecchie volte, prima di decidersi a porgerle quella domanda.

"So che sono qui da un giorno e mezzo ma.. Mi sembra che Bryant non mi sopporti.. Se è un problema la mia presenza qui, posso andarmene, sì insomma posso tornare dai miei e ricominciare con un'università più vicina" mormorò, abbassando lo sguardo ai propri piedi nudi sul parquet.

La ragazza si voltò a guardarlo con un'espressione corrucciata.
"Tu non vai da nessuna parte! E non preoccuparti per Bryant, lui è diffidente all'inizio ma poi si scioglie come un cioccolatino in bocca!"

Silver accennò un sorriso e riprese a sistemare i propri vestiti nella parte di armadio, che Steph gli aveva gentilmente concesso.
"Quanti anni avete?" domandò, pensando al fatto che per vivere sotto lo stesso tetto, sapeva davvero poco e niente.

"Ventiquattro" affermò, guardandolo.
"Tu invece? Sembri così piccolo!"

"Diciannove.." mormorò, sentendosi effettivamente molto piccolo.

"Che fate?" la voce di Bryant li raggiunse prima che questo comparisse sullo stipite della porta, guardando solo l'amica.

"Lo aiuto con le sue cose" rispose lei, mostrando i vestiti maschili che stava piegando.

"Non avevi detto che se ne sarebbe andato nel giro di poco?" domandò, incrociando le braccia al petto, mentre Silver schiudeva le labbra dallo stupore.

Ma cos'era? Invisibile?

"Guarda che io sono qui e no, non me ne vado finché non apri il locale, mi assumi e avrò i soldi per andarmene!" sbottò infastidito, rendendosi conto dell'enorme cazzata appena detta.

Persino Stephanie lo guardava incredula e preoccupata da una prevedibile reazione del suo migliore amico, che avanzò minaccioso verso Silver, lanciando fiamme dagli occhi chiari.

"Bryant, lascialo stare, è stressato" tentò di persuaderlo l'amica.

"Anche io sono stressato dalla sua presenza" rispose, per poi sovrastare in tutta la sua altezza e bellezza il ragazzino dal cuore in gola.

"Senti un po' coso, se io decido di buttarti fuori di qui, ti ritroverai con il culo per strada e non ci sarà nessuna Stephanie a salvarti, quindi vedi di frenare la lingua e non rompermi il cazzo" non aveva alzato la voce ma il tono minaccioso e di superiorità portò alla mente il suo ex ragazzo.. Quel bastardo che non aveva fatto altro che trattarlo come uno straccio, derubandolo, trandendolo, umiliandolo, prosciugandolo a tal punto da non lasciargli la forza di reagire.

Abbassò lo sguardo, mormorando delle flebili scuse e Bryant lo guardò, accigliandosi per un momento. Non gli aveva detto nulla di che, perché sembrava stesse per piangere?

E di fatti così fu, non riuscì a trattenere un singhiozzo e un altro ancora. Stephanie scattò verso la sua direzione ma Bryant la bloccò, intimandole di uscire.

Dopo qualche momento di esitazione, uscì dalla porta, chiudendola alle spalle e Bryant rimase solo con il coso che non smetteva di piangere.

"Lo sai vero che puoi rimanere qui quanto vuoi?" disse con una dolcezza, che attirò lo sguardo argentato su di sé.

Silver annuì, tirando su col naso e si asciugò le lacrime con le maniche della felpa.
"Lo so.. È che mi sono ricordato di.. Di una cosa.. E.. Scusa.."

"Del bastardo che ti ha fatto buttare fuori di casa" bloccò il suo monologo, facendolo annuire.

Bryant avanzò di un passo e il più piccolo sussultò quando le braccia forti andarono a circondargli la vita, stringendolo in un abbraccio.

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