Jake uscì dalla doccia, passando entrambe le mani tra i capelli bagnati, tirandoli indietro e annodò un minuscolo asciugamano in vita, gli altri li aveva usati sua sorella la sera prima, tutti quanti!
Fece per andare in cucina e passando davanti alla camera per gli ospiti, momentaneamente occupata da Camille, lentamente abbassò la maniglia per controllare che stesse riposando tranquilla.
Aprì la porta e puntò gli occhi al letto da dove non vide spuntare né la faccia né un capello, solo un enorme bozzo coperto dal piumino e un cuscino mancante. Entrò come una furia, afferrando l'angolo del piumino, strattonandolo verso di sé, scoprendo il cuscino sistemato al di sotto e di sua sorella nessuna traccia.
"Non ci credo!" sbottò, sicuro di aver chiuso a doppia mandata la porta d'ingresso, ma la finestra aperta della stanza non lasciava molti dubbi.
Si affacciò, sgranando gli occhi nel notare la grande distanza con il suolo, fortunatamente o sfortunatamente sembrava che l'albero adiacente alla finestra fosse abbastanza stabile.
"È pazza" mormorò tra sé, non potendo credere che ne avesse già combinata una delle sue.Corse in camera a prendere il telefono e chiamò ripetutamente il suo numero, senza ricevere risposta, mandò decine di messaggi, dai più minacciosi ai più preoccupati e quando il campanello suonò provò sollievo e rabbia nello stesso momento.
Si precipitò ad aprire, spalancando la porta, pronto a urlare, abbracciare e urlare di nuovo contro la sorella ma si bloccò quando mise a fuoco caldi occhi caramello, nascosti dalle lenti degli occhiali.
Oscar schiuse le labbra, non aspettandosi certo di ritrovare l'altro quasi nudo e bagnato con tutto quel ben di Dio in mostra, facendogli dimenticare il motivo per cui era giunto lì.
L'espressione turbata e infastidita di Jake lo distolse troppo presto dalle goccioline che scorrevano sugli addominali scolpiti.
"Ho chiesto a Silver..che ha chiesto a Bryant il tuo indirizzo..insomma io.. ieri sembravi turbato e volevo sapere come stavi" mormorò in difficoltà, non perché si sentisse intimidito ma perché quel corpo non lo stava facendo ragionare lucidamente.Jake fissò il succhiotto sul collo, ancora ben evidente e rosso, allungò una mano afferrandolo per un braccio e lo tirò dentro, sbattendo la porta in un tonfo.
Oscar lo seguì con lo sguardo mentre camminava avanti e indietro chiamando al telefono qualcuno che evidentemente non stava rispondendo.
"Quando e se ritorna, trattienimi o l'ammazzo!" ringhiò, sparendo in una stanza in corridoio.
Oscar, incuriosito dall'affermazione, lo seguì, non pensando minimamente al fatto che magari Jake fosse andato a mettersi qualcosa addosso e così, affacciandosi allo stipite della porta, vide l'asciugamano finire a terra e i suoi occhi seguirono le spalle larghe, la schiena, la vita stretta e infine il sedere a cui nessuno avrebbe negato una palpata.
Non seppe come finì a immaginare di stringerlo mentre Jake entrava e usciva da lui, non lo seppe proprio, fatto sta che l'altro infilò un paio di boxer e si voltò, cogliendolo in flagrante. Oscar non poté sostenerne lo sguardo, ora imbarazzato, ma non poteva nemmeno guardare il suo petto o peggio il bacino, così scese sulle gambe, pensando di trovare un buon compromesso e invece no, le sue cosce ispiravano tanti morsi prima di un gustoso pompino."Chi..chi vuoi uccidere?" si ritrovò a chiedere con un filo di voce e visibilmente accaldato.
Jake era troppo concentrato su Camille per soffermarsi alle reazioni di Oscar, sui suoi occhi lucidi di desiderio, era strano non stuzzicarlo.
"Mia sorella"
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Silver entrò in cucina sbadigliando sonoramente, avvolto in una maglietta di Bryant e trovò quest'ultimo dietro al bancone, a bere il suo caffè.