Capitolo 13

4.6K 296 44
                                    

Jake uscì dalla doccia, passando entrambe le mani tra i capelli bagnati, tirandoli indietro e annodò un minuscolo asciugamano in vita, gli altri li aveva usati sua sorella la sera prima, tutti quanti!

Fece per andare in cucina e passando davanti alla camera per gli ospiti, momentaneamente occupata da Camille, lentamente abbassò la maniglia per controllare che stesse riposando tranquilla.

Aprì la porta e puntò gli occhi al letto da dove non vide spuntare né la faccia né un capello, solo un enorme bozzo coperto dal piumino e un cuscino mancante. Entrò come una furia, afferrando l'angolo del piumino, strattonandolo verso di sé, scoprendo il cuscino sistemato al di sotto e di sua sorella nessuna traccia.

"Non ci credo!" sbottò, sicuro di aver chiuso a doppia mandata la porta d'ingresso, ma la finestra aperta della stanza non lasciava molti dubbi.

Si affacciò, sgranando gli occhi nel notare la grande distanza con il suolo, fortunatamente o sfortunatamente sembrava che l'albero adiacente alla finestra fosse abbastanza stabile.
"È pazza" mormorò tra sé, non potendo credere che ne avesse già combinata una delle sue.

Corse in camera a prendere il telefono e chiamò ripetutamente il suo numero, senza ricevere risposta, mandò decine di messaggi, dai più minacciosi ai più preoccupati e quando il campanello suonò provò sollievo e rabbia nello stesso momento.

Si precipitò ad aprire, spalancando la porta, pronto a urlare, abbracciare e urlare di nuovo contro la sorella ma si bloccò quando mise a fuoco caldi occhi caramello, nascosti dalle lenti degli occhiali.

Oscar schiuse le labbra, non aspettandosi certo di ritrovare l'altro quasi nudo e bagnato con tutto quel ben di Dio in mostra, facendogli dimenticare il motivo per cui era giunto lì.

L'espressione turbata e infastidita di Jake lo distolse troppo presto dalle goccioline che scorrevano sugli addominali scolpiti.
"Ho chiesto a Silver..che ha chiesto a Bryant il tuo indirizzo..insomma io.. ieri sembravi turbato e volevo sapere come stavi" mormorò in difficoltà, non perché si sentisse intimidito ma perché quel corpo non lo stava facendo ragionare lucidamente.

Jake fissò il succhiotto sul collo, ancora ben evidente e rosso, allungò una mano afferrandolo per un braccio e lo tirò dentro, sbattendo la porta in un tonfo.

Oscar lo seguì con lo sguardo mentre camminava avanti e indietro chiamando al telefono qualcuno che evidentemente non stava rispondendo.

"Quando e se ritorna, trattienimi o l'ammazzo!"  ringhiò, sparendo in una stanza in corridoio.

Oscar, incuriosito dall'affermazione, lo seguì, non pensando minimamente al fatto che magari Jake fosse andato a mettersi qualcosa addosso e così, affacciandosi allo stipite della porta, vide l'asciugamano finire a terra e i suoi occhi seguirono le spalle larghe, la schiena, la vita stretta e infine il sedere a cui nessuno avrebbe negato una palpata.
Non seppe come finì a immaginare di stringerlo mentre Jake entrava e usciva da lui, non lo seppe proprio, fatto sta che l'altro infilò un paio di boxer e si voltò, cogliendolo in flagrante. Oscar non poté sostenerne lo sguardo, ora imbarazzato, ma non poteva nemmeno guardare il suo petto o peggio il bacino, così scese sulle gambe, pensando di trovare un buon compromesso e invece no, le sue cosce ispiravano tanti morsi prima di un gustoso pompino.

"Chi..chi vuoi uccidere?" si ritrovò a chiedere con un filo di voce e visibilmente accaldato.

Jake era troppo concentrato su Camille per soffermarsi alle reazioni di Oscar, sui suoi occhi lucidi di desiderio, era strano non stuzzicarlo.

"Mia sorella"


**


Silver entrò in cucina sbadigliando sonoramente, avvolto in una maglietta di Bryant e trovò quest'ultimo dietro al bancone, a bere il suo caffè.

SilverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora