"Ti rendi conto che stiamo con due bambini?" domandò Bryant a Jake seduto al suo fianco mentre imboccava l'autostrada, diretti fuori città.
"Sì! Due uomini come noi con due ragazzini" sbuffò l'amico e in contemporanea, ricevettero due scappellotti dietro la nuca da parte dei rispettivi ragazzi nei sedili posteriori.
"Ahia!" sbottarono all'unisono i due mentre gli altri due se la ridevano di gusto.
"Così imparate! Noi siamo giovani e belli!" trillò Silver, facendo inarcare un sopracciglio a Bryant che incrociò lo sguardo con il suo dallo specchietto per qualche secondo.
"Noi non siamo belli?" ribatté e i due amici iniziarono a pensare ai loro ragazzi, ai loro visi, ai loro corpi statuari e alle parti intime, così tanto che sentirono le guance andare a fuoco.
"Zitti!" sbottarono all'unisono, non volendo far loro ragione, così alzarono il volume della musica e ogni battibecco venne sovrastato dai canti a squarciagola, decisamente poco intonati.
Un'ora e mezza dopo, arrivarono al resort dove avrebbero alloggiato quel weekend per una doppia fuga romantica, giusto perché sia Jake che Bryant avevano qualcosa da dire ai rispettivi ragazzi.
Oscar guardò Jake con sospetto dal centro del letto e l'altro, sentendosi osservato, alzò la testa, lasciò le valige a terra e inarcò un sopracciglio.
"Che c'è?""Siamo in stanza da cinque minuti e invece che mettermi le mani addosso, sistemi le valige" osservò, assottigliando gli occhi in due fessure.
"E poi sarei io il maniaco? Qualcuno deve sistemarle tutte queste valigie e poi non hai pensato che potrei essere stanco?"
Oscar si limitò ad incrociare le braccia e le gambe in risposta, Jake sbuffò una risata e lo raggiunse, sovrastandolo con il proprio corpo.
"Non sei credibile, ti conosco, a casa non mi lasci neanche andare in bagno pur di toccarmi e ora nulla? Cosa stai tramando?" parlò a pochi centimetri dal suo viso, studiandolo e inclinando appena la testa di lato.
"Mi dimentico a volte che sei un piccolo genio" borbottò con una smorfia infastidita, portando poi una mano su un fianco coperto dalla maglietta.
"Perché non porti pazienza? Vorrei tu conoscessi il mio lato romantico"Oscar dovette mordersi il labbro per non scoppiare a ridere e Jake la stessa cosa.
Ma quale lato romantico?! Pensarono entrambi."Di te mi piace la schiettezza, non ti fai problemi a dire la più grande delle porcate, perché dovrei aspettare per qualcosa di sdolcinato? Sono già tuo quindi fai quello che devi fare ma soddisfa la mia curiosità" disse Oscar, infilando entrambe le mani nei capelli neri del suo ragazzo, giocandoci e sorridendo ampiamente nel soffermarsi a guardarlo, ogni volta più bello della precedente.
"Sei sicuro? Guarda che poi non si torna indietro" stavolta il tono di Jake era un po' più serio e più caldo, miele per Oscar che annuì appena.
"Non voglio certo tirarmi indietro" sussurrò, pregustando qualcosa che il suo stomaco stava già intuendo, date le farfalle che avevano iniziato a svolazzare impazzite.
Jake si specchiò negli occhi ambrati del suo ragazzo e si inumidì le labbra, sentendosi stupido e un po' in imbarazzo ma in fondo, non c'è uomo o virilità che tenga alla forza dell'amore.
"Ti amo"
Quelle due parole volarono nell'aria, giungendo alle orecchie di Oscar come un sussurro appena udibile, un soffio dolce che gli riempì il petto di tutte le emozioni che aveva tenuto lontano per tutta la vita.
"Ti amo" ripeté, sentendosi libero, svuotato di un peso e felice come mai avrebbe potuto immaginare di essere.
**
Silver si avvicinò alla porta finestra socchiusa e scostò la tenda, uscendo subito nell'ampio balcone da cui una vista spettacolare della piscina, la vegetazione in cui era avvolta e un fitto bosco poco più in là, incorniciavano un panorama più che piacevole per gli occhi.
Socchiuse gli occhi, inspirando a pieni polmoni l'aria pulita del luogo e si lasciò sfuggire un sorriso mentre la sua mente ripercorreva l'ultimo periodo della sua vita, ricco di cose belle, in seguito a una vicenda bruttissima.
Forse era quello l'insegnamento che la vita aveva deciso di dargli. Anche dalla più brutta delle esperienze, può accadere qualcosa di bellissimo e quel qualcosa, ora si accostava ad abbracciarlo, toccandolo, stringendolo e facendolo sentire la cosa più preziosa al mondo.
Bryant sembrava avere il sapore della felicità e per quanto pensasse di non potersi sentire meglio di così, non sapeva che si sbagliava, lo avrebbe scoperto poco dopo.
"Ti piace qui?" la calda voce del suo ragazzo gli giunse all'orecchio, facendolo rabbrividire e stringere al suo possente corpo.
"Sì, è bellissimo ma starei bene ovunque con te" rispose, rigirandosi tra le sue braccia, già in astinenza dei suoi occhi azzurri.
"È bello che tu lo dica, dato che ho intenzione di portarti ovunque. Non potrei mai stancarmi di questi occhioni argentati, mi hanno fregato sin da quando ti ho trovato sul mio divano a mangiare la mia pizza" ricordò con un sorrisetto e nonostante non fosse passato poi così tanto tempo, a lui sembrava una vita intera perché neanche si ricordava più di come o cosa fosse prima di lui.
"Siamo in vena di romanticherie e ricordi?" sussurrò Silver, mordendosi il labbro inferiore, sentendo già il cuore battere un po' più velocemente.
"Chiudi gli occhi un secondo" gli ordinò Bryant, prendendolo alla sprovvista ma dopo qualche attimo di esitazione Silver eseguì, non sapendo cosa aspettarsi.
Pensava ad un regalo o forse un bacio o qualcosa del genere ma mai avrebbe immaginato di sentirsi afferrare la mano sinistra e prima che potesse formulare anche solo un pensiero avvertire qualcosa di ferroso e freddo scivolare giù per il suo anulare.
Tremò come mai aveva fatto in vita sua, sentendo gli occhi inumidirsi da sotto le palpebre chiuse che aprì poco dopo, abbassando lo sguardo al cerchietto in oro bianco che spiccava sul suo dito, impreziosendolo e legandolo all'uomo che amava alla follia.
"Te lo avrei chiesto ma mi sono sempre preso tutto ciò che volevo, come lo volevo, quindi ti tocca sposarmi" disse Bryant, nascondendo l'emozione dietro ad un tono scherzoso, conscio che se avesse aperto i rubinetti avrebbe pianto più di Silver.
"Tu sei pazzo" sussurrò quest'ultimo ad un passo dal singhiozzare di felicità, con lo stomaco e il cuore che schizzavano da una parte all'altra del suo corpo in balia delle emozioni.
"Non mi ami per questo?" lo attirò a sè, placando il bisogno di piangere del suo fidanzato con un bacio che sapeva di tanta felicità insieme.
"Ti amo perché sono destinato a farlo Bryant" mormorò sulle sue labbra calde, lasciando che una lacrima scivolasse su una guancia.
Bryant lo strinse forte a sé, perdendosi in quelle iridi argentate che lo avevano fatto uscire di testa, volta dopo volta, secondo dopo secondo, fino a rapirgli l'anima.
Si sentiva l'uomo più fortunato del mondo perché tra le braccia aveva il più pregiato e prezioso gioiello che potesse esistere e gli apparteneva, lo avrebbe fatto sempre.
Ora la sua vita era perfetta, completa e felice, nessuna ombra a incupirla, solo l'amore in tutte le tonalità d'Argento.
Fine.