Primo Capitolo

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Lee Hee Young era la figlia di una donna italiana , Anastasia Rossi, e un uomo coreano, Lee Man-Shik. La madre era una donna piena di energia ma con i piedi per terra, la sua pelle era lattea, la sua statura era media e la sua corporatura esile ma con le forme al punto giusto, i suoi capelli erano castani e i suoi occhi verdastri, il suo viso ... bhe per rendervi chiara l'idea , immaginate il viso sereno e sorridente di vostra madre che vi aspetta su una spiaggia al tramonto con il rumore del mare come sottofondo.

Anastasia dopo aver iniziato a studiare il coreano all'università , poichè per conseguire la laurea doveva  fare almeno un secondo corso di lingue ed esso era l'unico che partisse dal livello base, si era appassionata e aveva conosciuto molti ragazzi coreani in Italia. Era infine giunta alla decisione di trasferirsi in Corea per insegnare l'italiano, non ebbe problemi o ancore da ritirare , era diventata orfana poco dopo il diploma, ma non ne soffriva o almeno non lo dava a vedere.

Per una decina di anni non ebbe nessun intoppo. Viveva in un minuscolo appartamento nella gigante metropoli di Seul, adorava i rumori della città, la pioggia, le macchine, le ajumma urlanti intente a raccogliere cartoni dalla strada, il sapore del ramen a ogni ora del giorno, le sigarette fumate dalla piccola finestra da cui si vedevano tutte le luci della città.
Erano la cosa che più la rendesse sicura, quelle luci non si sarebbero spente mai.

Tutto andò bene finchè non incontrò uno sguardo , si esatto,  tutto cambiò con un fatidico sguardo...

 Era una calda serata d'estate quella durante la quale la  giovane donna stava sistemando i suoi libri dopo aver tenenuto una delle sue lezioni pomeridiane. Una mano busso alla porta della classe in cui lei si trovava, lei acconsentì con un si e il suo sguardo incrociò un paio di occhi a mandorla neri coperti da lunghe ciglia del medesimo colore, solitamente le persone coreane non hanno la doppia palpebra e quando dicono occhi grandi, intendono lunghi, i suoi erano invece al contrario.

L'uomo entrò e si inchinò, poi sorrise facendo creare tante piccole pieghette alla sommità degli occhi in modo ammaliante, il suo naso era schiacciato ma non brutto, le sue labbra erano piene e rosee, aveva gli zigomi alti e lineamenti marcati . Malgrado ciò si notava fosse un sorriso freddo , solo di cortesia. Era un uomo alto, sulla 35, con la pelle chiara e i capelli scuri. Si notava fosse un uomo d'affari per il suo abbigliamento elegante e la sua valigetta nera.

 La donna rimase basita alla sua vista poi però si riprese e rispose all'inchino.

"Le lezioni sono finite, se cerca informazioni avrebbe potuto benissimo chieder-..."

"Mi scusi se la interrompo, ma sarei disposto a pagare un'ingente somma se solo lei mi potesse fare un corso accelerato e privato di Italiano."

"Quanto?" le domandò la donna incrociando le braccia al petto e pressando le labbra, pensò che quell'uomo fosse veramente maleducato ma diverso da tutti gli altri coreani che aveva incontrato.

"Abbastanza da poter pagare 1 anno di affitto di un qualsiasi appartamento nel centro di Seul"

La risposta fece incuriosire la donna, che si girò un attimo prese una calcolatrice lasciata da qualche altro insegnante sulla catterdra e fece i conti, la somma era veramente espansiva.

Rigiratasi sbatté le ciglia in modo sensuale, inchinò di nuovo il capo e sorridente disse "Benvenuto nuovo studente"

"La ringrazio" 

Anche lui rimase attratto in qualche modo da quella bella donna occidentale , tanto che con la scusa di accordare l'orario e il giorno delle lezioni la invitò a cena  in una bancarella di strada , dove era impossibile incontrare occhi indiscreti.

Dovete sapere che in Corea reggere l'alcol è un punto d'orgoglio e ogni notte vengono bevute 19 milioni di bottiglie tra soju e birra eppure Anastasia era solo brilla dopo aver ingerito la stessa quantità di carne e alcol del signor Lee Man-Shik , il quale si era ubriacato.

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