Quarto Capitolo

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La mattina seguente il primo a svegliarsi nel bagno fu Park Baek-hyun che allungando le gambe sentì il freddo della vasca, sbattè un minimo le palpebre e si alzò frastornato con il busto.
Vide dallo specchio il suo riflesso malconcio, e le facce stanche dei suoi due 'infermieri', che dormivano a terra, lui poggiato sulla piccola ma comoda concavità tra la spalla e il collo di lei  .

Baek-hyun sentiva la testa scoppiare con ricordi disordinati della serata precedente se non del discorso vivido che gli aveva fatto la madre.

Ed era l'unica cosa che avrebbe voluto cancellare, sentiva la rabbia salire, a tal punto che chiuse le mani in due pugni con la voglia spaccare tutto.

"mhhhh" mugugnò Lee Hee-Young, distendendo le braccia.
Aprì gli occhi e alzò la testa che aveva adagiato su quella del suo vicino, si guardò in torno alienata, si prese tutta la coperta con cui si erano coperti e la avvolse roteando su se stessa.

Facendo svegliare anche Chin-hae, iniziò a strisciare come un bruco tirando il sedere in alto e poi sbingendosi in avanti con le ginocchia sul pavimento freddo.
Uscì dal bagno lasciando la porta aperta e entrò nella camera del fratellastro, arrivò al letto e si infilò sotto le coperte.

Alla scena buffa della ragazza stordita dal sonno, Baek-hyun si acquietò e rilassò i pugni mentre Chin-hae alzò un sopracciglio si e uno no, inquieto ma divertito .

"Devo fare la doccia" disse Baek-hyun alzandosi.

"Si, puzzi" rispose l'amico mettendosi in piedi e andando nella camera in cui era entrata la ragazza.

Chiuse la porta del bagno lasciando solo il ragazzo.

Baek-hyun si mise sotto il getto bollente della doccia, appoggiando le mani al muro e volgendo il viso verso il basso.

Il giorno precedente dopo aver lasciato le moto in garage, la madre lo aveva subito convocato nel suo studio.

"Che cosa vuoi?" aveva detto lui in modo poco garbato, sedendosi al tavolo senza guardare la donna seduta davanti a lei.

"Bada al tono che usi quando parli con me, non fare il viziato adeul (figliolo)" aveva risposto lei, marcando l'ultima parola, sapendo l'avrebbe fatto imbestialire.
Era seduta alla sua scrivania e in braccio aveva il suo persiano bianco, che aveva degli occhiacci verdi aguzzi e il quale muoveva la coda di tanto in tanto.

Lui aveva alzato lo sguardo in modo intimidatorio.

"Ecco adesso che ho catturato la tua attenzione posso parlare.
Devi far cacciare la ragazza a meno ché tu non voglia essere disereditato"

"Se la dovevi cacciare perché l'hai adottata? "

"Non è stata una mia decisione, ma di tuo padre"

"Lui non è mio padre, e io non considero te mia madre, il mio vero genitore se n'è andato quando gli hai tolto tutto." aveva risposto con le vene del collo gonfie, mentre con le mani si stringeva i pantaloni, tanto da graffiare e martoriare la pelle delle gambe.

"Quello è il passato, tu devi pensare al presente e al futuro"

"A te interessano solo i soldi.
Hai divorziato per i soldi e ti sei risposata per i soldi, mi hai fatto nascere solo per avere un erede a cui dare i tuoi fottuti soldi del cazzo!!" rispose in modo brusco alternandosi per le provocazioni.

"Come se tu avessi rifiutato questa casa, la retta per la tua scuola prestigiosa, le tue moto e tutti i tuoi averi"

"Se ti interessa tanto, portali nella tomba i tuoi sol-"

Venne interrotto dal sonoro schiaffo che Park Hyun-ae gli ebbe dato, dopo essersi alzata dalla sedia facendo balzare all'aria il gattaccio.
Dopo aver sentito ribollire il sangue nelle vene ed evaporare l'ossigeno nei neuroni, non si era trattenuta minimamente a picchiare il figlio.

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