Capitolo 1

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Diario:

La mia vita non è mai stata semplice, nessuno ha mai reso un solo giorno di essa leggero. Vivo in un piccolo paesino del Sud Dakota, la mia famiglia all'apparenza sembrerebbe la classica "famiglia felice". Non crea problemi, rispetta le regole e non si fa vedere molto in giro. Peccato che in realtà, non ci siano poi tante famiglie simili a noi; Mia madre è una scrittrice, ben pochi conoscono la sua reale identità, mentre mio padre, lavora per la gilda. Vi chiederete cosa diavolo sia la gilda, ne parleremo dopo. Mi presento, solo Clarisse, ho 17 anni e sono un vampiro, l'ultimo della mia casata, i miei genitori? Loro sono umani, così come mio fratello. Sono stata adottata dalla gilda molti anni fa, mi è stato insegnato a non attaccare gli umani, a convivere con loro, a trattenere la mia rabbia quando alcuni di loro si rendono poco simpatici. Ed eccoci a parlare della Gilda, viene chiamata la casa delle  4 croci -ancora oggi non so con certezza il motivo di quel nome- sono cacciatori di vampiri. Riderete per questa contraddizione, un vampiro in un covo di cacciatori? Ebbene,si.  Durante la mia crescita, mi è stato insegnato a riconoscere quelli come me, per cacciarli e trovarli in caso facessero del male ad esseri umani. Scrivo queste parole per far si, che nessuno si dimentichi di me, che tutti sappiano chi io , sia in realta.

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Un rumore di passi mi  interrompe  dal continuare la scrittura, con mani leggermente tremanti mi affretto a richiudere velocemente il piccolo libro, che  rapidamente nascondo sotto la scrivania. Giusto il tempo di quel movimento e tre colpi, risuonano sulla pesante porta di legno.

 >Clarisse,dobbiamo andare. Gli allenamenti sul campo cominciano questa notte. <

 Il mio cuore manca un battito, sapendo ciò che mi aspetta al di fuori della mia stanza. Lancio un'ultima occhiata veloce alle foto appese sui muri, ai boschi che tanto amo e a tutti gli animali che sono riuscita a catturare con la mia vecchia macchina fotografica. Trascino indietro la sedia mentre mi alzo, sbuffando appena, evitando che "mia madre" senta il mio lamento. Alla fine decido di alzarmi e aprire la soglia, chiudendomela alle spalle. 

>Sono pronta.< 

Percorriamo tutta la casa, scendendo nello scantinato, mio padre apre la porta nascosta dietro alla libreria, che conduce ad una serie di gallerie elaborate in modo che, solo chi conosce la strada, può arrivare alla Gilda. Mi muovo lenta, il mio cervello elabora così tante cose, che nessuna di esse pare quello di una ragazza della mia età. Nessuno osa parlare, dopotutto, nessuno mi ha mai pensata realmente come una parte della famiglia, solo mio fratello. La strada si fa sempre più stretta ad ogni passo che faccio e il respiro quasi mi si mozza in gola quando alla fine, arriviamo nell'ampio atrio che fa da ingresso all'imponente villa privata. Mio padre china il capo quando incontra il capo, portando la mano sul proprio petto. 

>Siamo pronti per uscire per la caccia.< 

La sua voce risuona sicura, mentre la mia, sembra essersi persa tra le gallerie. Porto lo sguardo su mio padre e su quello che dovrebbe essere mio zio, proprio mentre il secondo si rivolge a me con un sorriso. 

>E tu? Tu sei pronta mia cara? <

>Si, certo.< Mi meraviglio di me stessa, per il modo in cui la mia voce risuona sicura e autorevole, quasi come se le paura fossero svanite. 

>Perfetto. Jessica, aiuta Clarisse a indossare le sue armi.< 

Rimango ancora senza fiato, quando sento parlare di armi, nessuno aveva parlato di farmi uccidere uno come me. In ogni caso, seguo le loro direzioni, non ho mai osato contraddirli, da piccola ricordo di averli visti torturare un vampiro fino allo stremo delle forze , semplicemente per aver sbagliato qualcosa. Ai miei jeans, viene attaccata una cintura di pelle nera, con piccoli foderi in cui vi sono inseriti alcuni paletti, dopo un anello, con un piccolo bottoncino a pressione, da cui esce una sottilissima ma affilatissima , lama argentata. La gente intorno a me è in trepidante attesa di andare a caccia, ci sono urla e risate , sento il mio nome in alcune frasi: "Clarisse è stata abituata da Joshua, sicuramente uccideremo un bel pò di vampiri, questa notte". Questa è la frase che più mi terrorizza e che più mi fa credere che le belle parole di mio zio, non fossero altro che "belle parole." A mezzanotte in punto tutti si radunano all'uscita, io vengo affiancata alla mia famiglia e a mio zio, per stare a capo del lungo gruppo di cacciatori. Esco per prima, lasciando poco più indietro gli altri, annusando l'aria in cerca di qualche odore famigliare: Fiori, animali, lo smog della città vicina e poi lo sento, l'odore del sangue. Gli occhi che prima erano color del ghiaccio, si fanno più scuri mentre il mio passo accelera nella direzione di quell'odore. I cacciatori non sono molto lontani, sento il loro fiato, il loro battito cardiaco reso più svelto dalla corsa e infine mi ritrovo lì, davanti al corpo inerme di un uomo, piuttosto anziano, attendo che arrivino tutti, prima di espormi completamente. Sono appoggiata ad un albero quando del movimento raggiunge il mio udito, non faccio in tempo a voltarmi che una mano si piazza sulle mie labbra, mentre un'altra raggiunge la mia maglia, per poi sollevarmi sopra ad un albero. 

>Sei piuttosto svelta per essere una cacciatrice.< 

I miei occhi scorgono il viso che mi sta parlando, un ragazzo giovane, i suoi capelli sono scuri, mentre gli occhi sono verdi, un verde quasi fluorescente. Mi limito a respirare più velocemente, ho paura, e sono certa che lui lo senta, come io sento la sua tranquillità. 

>Un vampiro con i cacciatori? Quindi abbiamo una traditrice, peccato non possa giudicarti io sul momento, intanto possiamo goderci la scena in cui qualcuno di voi si fa male, cosa ne dici?< 

Ora il mio sguardo si carica di rabbia, mentre mi fa voltare verso il gruppo in arrivo, per poi farmi notare i vampiri nascosti sui vari alberi che circondano la zona. La gilda, credeva quello, come un posto sicuro, non si sarebbero certo aspettati un imboscata, soprattutto, vista la ormai scarsa popolazione dei vampiri. I miei pensieri vengono bloccati dalle prime grida, ci sono paletti che volano verso alcuni vampiri, lanciati probabilmente dalle balestre dei compagni di mio padre. Un urlo squarcia il frastuono dei colpi tra umani e non umani.

>Trovate Clarisse, i vampiri non devono scoprire chi è lei. Ci è troppo utile, se la vedete con uno di loro e non riuscite a uccidere chi la trova, uccidete lei. < 

Sento una fitta nel petto mentre i miei occhi si chiudono per qualche istante, per evitare che le lacrime mi sgorghino dagli occhi. Il ragazzo davanti a me , mi guarda, si fa confuso mentre mantiene salda la stretta su di me. Quando riapro le palpebre noto che da indicazioni ad altre persone prima di voltarsi verso di me. 

>A quanto pare, sai più di quello che dovresti sapere, mi servi viva. Quindi cerca di stare dietro al mio passo e non rallentarmi, quando ci saremo allontanati abbastanza, ti metterò una benda sul viso, in modo che tu non possa ricordarti il percorso, siamo d'accordo?< 

Non ho altra scelta, mi trovo ad annuire, lanciando un ultimo sguardo a quella che in una piccola parte di me, consideravo famiglia. Quando lui si alza, mi limito a seguire i suoi movimenti, proprio per evitare cadute che non mi sarebbero comunque state di aiuto. Quando siamo abbastanza lontani molla la presa su di me rimanendo ad osservarmi. 

>Sono Viktor, sono un vampiro, come avrai potuto capire. Ti sto portando a casa, mio padre saprà cosa fare di te.<

Ci metto qualche minuto a rispondere, squadro bene il ragazzo,rendendomi conto solo ora della sua bellezza, scrollo la testa, non è il momento e per di più è anche piuttosto antipatico. Mi limito a dire qualche parola. 

>Clarisse, come avrai capito. Mi sta bene.< 

Mi ritrovo dopo qualche attimo sulle sue spalle, schiocca la lingua in segno di apprezzamento , prima di bendarmi velocemente. Sento la velocità in cui percorriamo la strada, dal vento che mi spettina i capelli e in poco più di mezz'ora siamo arrivati alla meta.

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