Capitolo 6

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Il polso quasi mi duole per via del modo in cui Viktor la stringe, il passo è svelto, tanto che non so fin quando riuscirò ad evitare una caduta catastrofica da questi tacchi. Rimango in silenzio anche quando spalanca le porte e ci permette di uscire. L'aria fresca mi scombussola un poco ed il silenzio mi tranquillizza. Scendiamo delle scale in pietra, che portano ad un ampio giardino ben curato. 

"Viktor, non riesco a correre con queste scarpe, rallenta!" 

Tento di sembrare il più autorevole possibile, sebbene lui sembri piuttosto incazzato con me. Non mi importa, non può trascinarmi dove gli pare come se fossi una bambola di pezza. I miei pensieri si interrompono quando le sue mani mi afferrano sotto natiche e mi sollevano. Mi ha presa in braccio, esattamente come si fa con i bambini capricciosi. Me ne rimango in silenzio solo perchè la camminata così è più comoda. Comincio ad intravedere un bosco e il mio fiato si accorcia, per paura di cosa voglia farmi, dopotutto lui, sembra odiarmi. Istintivamente poggio le mani sulle sue spalle e spingo verso di lui, per allontanarmi. 

"Sta buona, non ho intenzione di ucciderti." 

Non so bene se fidarmi o meno, ma alla fine , decido di acconsentire a seguirlo, o per lo meno lasciare che mi porti dove vuole. Solo ora, che i nostri visi sono così vicini scorgo qualche lentiggine sul suo volto. Il suo passo rallenta qualche minuto dopo che siamo entrati nel bosco e delicatamente mi poggia a terra, prendendomi la mano e portandomi verso un lago. La vista è meravigliosa, la notte ha portato lucciole che rendono il lago meraviglioso. Lascio la sua mano per dirigermi verso di esso, liberandomi delle scarpe per andarmi a bagnare i piedi. 

"Ma è meraviglioso qui." 

Lo dico con sincerità, senza nemmeno osservalo, sorridendo verso l'acqua. Sento i suoi passi dietro di me, si avvicina al punto che sento il suo fiato vicino a me. Mi decido a voltarmi per guardarlo in viso inspiro pesantemente dal naso prima di parlare. 

"Perchè mi hai portata qui?" 

Lui mi guarda, senza sorridere, avvicinandosi pericolosamente al mio viso, facendomi indietreggiare di un passo.

"Questo posto, ti piaceva molto. O almeno, piaceva a quella che tutti pensano che tu sia." 

Passo dopo passo, l'acqua sale alle gambe, mentre lui, mi segue dentro il lago, avvicinandosi ogni volta che mi allontano, tanto che alla fine mi ritrovo le ginocchia completamente zuppe ed il vestito che ora galleggia nell'acqua smossa dai nostri corpi. 

"Divertiamoci un pò, cosa ne dici?" 

Lo osservo leggermente spaventata, mentre lui in un istante poggia la sua mano sulla mia clavicola , spinge con forza, tanto che,mi ritrovo a cadere all'indietro nell'acqua gelata. Apro gli occhi mentre sono in acqua e noto che si sta tuffando pure lui. Quando riemergo, scoppio a ridere involontariamente, mentre lui mi osserva. Ha i capelli zuppi e qualche ciocca ricade appiccicandosi al viso, facendolo sembrare se è possibile ancora più bello. Io ovviamente sarò un disastro, sento i capelli appiccicati alla pelle. Eccolo che torna ad avvicinarsi, mentre la sua mano va a poggiarsi sulla mia guancia, liberandola dai capelli.

"Sei bellissima." 

Sta sorridendo, io arrossisco violentemente lo sento dal sangue che mi pulsa sulle gote. Abbasso lo sguardo, non ho mai ricevuto complimenti per il mio aspetto, non ci sono abituata, non rispondo. Lui si porta ancora più vicino, tanto che il suo fiato sta sulle mie labbra, alzo gli occhi, fissando i suoi, mentre l'altra mano di Viktor mi si sofferma sul fianco. Alla fine le sue labbra sfiorano le mie con delicatezza, le mie mani finiscono sul suo collo e nei suoi capelli, non so nemmeno io cosa fare, sto sbagliando a fidarmi di lui probabilmente, ma è lo sbaglio migliore di questa serata. Quando ci stacchiamo lui mi osserva sorridendo e porgendomi la mano, per uscire dall'acqua. Nessuno dei due parla, ci limitiamo a camminare mano nella mano, fino all'uscita del bosco, li ci separiamo. Ci dirigiamo verso la sala dove c'è la mia festa e veniamo subito fermati dalla ragazza incontrata nella sua stanza, che ci osserva, soffermandosi su di me, con un certo disprezzo. 

"Dove siete stati e cosa è successo?" 

Il mio cuore inizia a battere velocemente e abbasso lo sguardo ai miei piedi. 

"L'ho trovata al lago, si era tuffata ma poi non sapeva nuotare, ho dovuto tirarla fuori per forza, non credi?" 

Rimango senza parole, stringendo le mani a pugno, rilasciando li, tutta la mia rabbia. Rialzo lo sguardo verso la ragazza sorridendo. 

"Se non ci fosse stato lui, sarei annegata con questo vestito. Ancora grazie, scusate vado a cambiarmi. " 

Mi dirigo a passo svelto all'interno, scorgo mia madre che mi guarda mentre distolgo lo sguardo per non farle capire come sto realmente, salgo la scalinata fatta ad inizio serata e corro in camera mia. 

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