Capitolo 2

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Quello davanti a me sembra quasi un castello per via delle sue dimensioni. I decori delle mura sono in stile vittoriano, ricorda una villa di un magnate di qualche secolo prima. Mi trovo a perlustrare tutto ciò che mi circonda, non so se per curiosità o per cercare una qualche via di fuga. I miei piedi si muovono automaticamente, rimanendo così, poco distante da Viktor, che sono certa, stia ascoltando il rumore dei miei passi, mentre mi da le spalle. Mantiene un andatura piuttosto lenta, forse per lasciarmi il tempo di capire in che situazione mi trovo, mentre ci avviciniamo inizio a riconoscere qualche suono, qualche risata e degli ordini dati in fretta. Al nostro arrivo due uomini ci spalancano il portone d'ingresso , mentre io rimango a occhi sbarrati sulla soglia. Niente di ciò che mi avevano raccontato era vero, qui di vampiri era pieno. 

>Ti muovi o devo di nuovo portarti in spalle?< 

Il suo sorrisetto comincia ad urtare i miei nervi che sono ormai tirati al limite, decido comunque di respirare e mantenere una parvenza di calma. Comincio a muovermi, continuando a seguirlo, saliamo una rampa di scale prima di entrare in una stanza, dove, tra alcuni vampiri, al centro di essa, vi è una sedia con su un uomo, sembrerebbe anziano, che mi fissa al punto da farmi abbassare lo sguardo al pavimento. Le mie mani si stringono a pugno con talmente tanta forza da far diventare le nocche bianche. 

>Perchè hai portato una traditrice tra noi? Cosa ti ha fatto pensare che lei possa stare qui, tra tutti noi?< L'uomo si alza dalla sua scranna, puntando lo sguardo da Viktor a me, il tono è a dir poco adirato nei confronti del ragazzo. 

>L'ho portata perchè i cacciatori, temevano che la catturassimo. Lei è una di loro, potrebbe sapere come farci arrivare al loro covo. L'avrebbero anche uccisa per evitare che la portassimo con noi.< 

Sussulto e i miei occhi finiscono sul vecchio, quasi in una supplica. Non so cosa possa essere peggiore, il fatto che sono stata tradita dalla mia famiglia o che io sia in una tana di vampiri, mentre poco prima ero armata di paletti. Fisso l'anello che porto al dito per qualche istante e sembra l'unico a darmi una qualche sensazione di calma. 

>Capisco. Portala in una stanza nel sotterraneo e falla tenere d'occhio, domani la interrogheremo e vedremo cosa la ragazzina saprà dirci.< 

Solo allora torna a fissare entrambi, i miei occhi sono più assottigliati e il mio sguardo si riempe di rabbia . Lascio che Viktor mi afferri il polso e mi conduca di nuovo sulle scale, questa volta in discesa, per arrivare fino alla loro fine. Mi spinge dentro una stanza seguendomi, finisco contro ad un muro, i brividi mi percorrono la schiena per via della parete gelida. Solo quando si china verso di me, poggiando una mano alla destra della mia testa, noto un piccolo ciondolo a forma di lacrima, con al suo interno una pietra di rubino, mi lascio distrarre per qualche momento da quella prima di alzare il viso verso di lui. 

>Sei stata così tanto tempo coi cacciatori che ormai la tua puzza sembra come la loro.< Si avvicina chinando la testa di lato e avvicinandosi al mio collo, annusando la mia pelle, per poi passarci leggermente la lingua. Perdo un battito e tutti i miei muscoli si induriscono. Quando si allontana, ha un sorriso divertito sulle labbra, mi volta le spalle e dopo aver chiuso la porta si limita a qualche parola. 

>A domani.< 

Solo allora, mi accascio a terra, lasciando che i muscoli tesi si rilassino, porto le ginocchia al petto, mentre le mani vanno a coprire la faccia. Mi sono cacciata in un guaio enorme.

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