1.Nuovi Incontri

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Canzone del capitolo: Perfect
Ed Sheeran

4:56 AM

Mi sveglio di soprassalto, ho la fronte imperlata di sudore, il fiato corto, i battiti accelerati.
Di nuovo lo stesso incubo.

Le coperte sono aggrovigliate ai piedi del letto, sembra che dalla mia camera sia passato un uragano.

Mi alzo velocemente e mi dirigo verso il bagno con l'intenzione di fare una doccia, mi sfilo velocemente il pigiama ed entro.

Lascio l'acqua scorrere per un po', poi dopo essere entrata all'interno della cabina mi accascio al suolo e stringo le ginocchia al petto, appoggio la schiena alle gelide piastrelle che rivestono il muro e al contatto sussulto.

Inizio a pensare al solito incubo che ormai da ben tre anni mi accompagna nel dormire, al solo pensiero sento gli occhi bruciare e avverto delle lacrime che si impongono di uscire dai miei occhi.

Involontariamente il mio sguardo si posa sul mio polso destro e di conseguenza sul mio tatuaggio, mi accorgo che la cicatrice, coperta dal disegno, che pian piano sta scomparendo lasciando completamente lo spazio alla scritta "Limitless", sembra quasi non essereci più.

Mi alzo da terra ed inizio a lavare dapprima i capelli, sfrego poi la spugna su tutto il corpo mi risciacquo ed esco dalla doccia avvolgendomi all'interno del mio accappatoio blu.
Mi avvicino piano allo specchio notando che i miei occhi non sono più azzurri, ma blu notte.

Ho la pelle arrossata per quanto ho strofinato, i capelli rossi gocciolano sul pavimento e, poiché sono inzuppati d'acqua decido di tamponarli e poi li pettino e li asciugo con il phone.

Do un occhiata al cellulare e solo adesso mi rendo conto che sono le 7:45 e che tra esattamente un quarto d'ora dovrò essere a scuola.

Non mi capacito di come abbia fatto a passare tutto questo tempo in bagno, ma bando alle ciance, sarà meglio che vada a vestirmi.

Mi dirigo quindi verso l'armadio e, dato il clima rigido di New York in inverno decido di scegliere un maglione nero con sotto una camicia di jeans abbinato ovviamente ad un paio di jeans a vita alta e alle mie adorate converse nere, completo l'opera con il mio fedele parka nero e con il mio zainetto di eco-pelle dello stesso colore che è ormai colmo di libri, saluto infine la mia gatta Minou e mi avvio al piano di sotto.

Mentre scendo le scale controllo l'ora e non appena leggo 7:54 per poco non mi prende un colpo.

È impossibile, per quanto io mi sforzi, non c'è mattina in cui io non arrivi in ritardo a scuola.

Esco di fretta senza neanche salutare i miei, e corro fino alla fermata del bus, solo ora mi accorgo che sta piovendo e, ironia della sorte, non ho nemmeno un ombrello con me.

Il bus si ferma ed io mi affretto a salire non curandomi di superare la miriade di persone che, a causa delle mie spinte per prendere posto, mi urla contro.

Nonostante abbia fatto in fretta, il pullman è già stracolmo di gente ed è rimasto soltanto un posto che è accanto a quello occupato da una ragazza bionda e minuta, ma nonostante tutto molto bella che, non appena mi nota, alza gli occhi che si rivelano di un grigio chiaro misto all'azzurro e mi squadra dalla testa ai piedi.

Mi avvicino per sedermi e lei appena se ne accorge scansa il suo zainetto e lo appoggia sulle gambe.

Prendo posto e dato che il pullman ci metterà almeno 15 minuti ad arrivare accendo il mio iphone e clicco sulla play list "DIVIDE➗" di Ed Sheeran, e immediatamente parte la mia canzone preferita, Perfect.

Noto che la ragazza sconosciuta accanto a me butta di tanto in tanto l'occhio sul mio cellulare.

Di punto in bianco mi accorgo che mi sta scuotendo per un braccio allora tolgo una cuffietta e la guardo con un sopracciglio alzato, lei
esclama:
《Oddiooo, non credevo ci fosse ancora qualcuno disposto ad ascoltare buona musica sulla faccia della terra!》.

Sicuramente percepisce la mia espressione stranita e allora continua:《Comunque scusa se non mi sono presentata, mi chiamo Elettra Thompson, ma tu mi puoi chiamare Ele, El, Ellie, o come preferisci.
Ho diciassette anni e frequento la Lincoln, anzi a dire il vero, inizierò oggi perché io e la mia famiglia, per lavoro, ci siamo trasferiti qui da Boston.》

La ragazza logorroica mi scruta e poi dice:《Invece tu sei?》

Anche se questa conversazione sembra un interrogatorio, per pura educazione, le dico: 《Io sono Rebecca Clark, ma tu puoi chiamarmi Rebe, Reb, Reby o come preferisci.》

Le rispondo, facendo riferimento alla sua precedente bizzarra presentazione.

《Ho anch'io ho diciassette anni anzi, quasi diciotto dato che, tra poco più di una settimana, il 14 gennaio sarà il mio compleanno, frequento anch'io il terzo anno alla Lincoln.》

Non appena pronuncio l'ultima frase le si illuminano gli occhi ed esclama:《Allora mi farai da cicerone oggi, vero?》

Uhm, okay, questa è un po' matta ma non mi dispiace di certo farmi una nuova amica dopo tutte le pietose esperienze che ho avuto in passato nel campo delle amicizie.

《Certamente!》esclamo, e un sorriso si fa subito spazio sul suo viso, rivelando una perfetta dentatura degna di qualsiasi pubblicità di dentifrici.

Senza aggiungere altro lei afferra la cuffietta che avevo precedentemente tolto e mi chiede, con lo sguardo, il permesso di poter ascoltare la musica insieme a me, io semplicemente annuisco e faccio ripartire la canzone che, susseguita da altre della stessa play-list, ci accompagna fino a scuola.

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Angolo autrice

Questo è il primo capitolo del mio primo libro, spero vi piaccia o che perlomeno lo apprezziate.
Fatemi sapere con un commento cosa ne pensate e se vogliate che continui.❤
Lasciate qualche stella💫

See you soon 💫 💗

XOXO
-Ire 💗

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