0.2~Inside the Iron Armor~

1.2K 105 10
                                    


In un attimo il portellone d'ingresso si richiuse, segnando il netto confine tra me e Arwee; lui era un mercante, lui poteva scorrazzare per la città che fino a pochi mesi prima mi aveva accolta solo come un'ingente fonte di guadagno e poteva raccogliere ciò che trovava e farlo suo.
Lo aveva fatto con me al mercato nero, di certo non avrebbe avuto scrupoli con dei bambini abbandonati al loro destino.
E adesso che ci penso, il termine mercante era altamente inaccurato, poteva esser meglio descritto come un apatico schiavista, ma non lo era.
A lui interessava della sua merce, ma odiava quando non la vendeva.
Per quelle poche settimane di permanenza vidi cose abominevoli; corpi massacrati che venivano fatti girare per il corridoio principale, guardie con armi sempre zuppe di sangue e clienti che chiedevano esplicitamente di poter consumare il loro "pasto" sotto gli occhi di tutti.
Ancora potevo sentire le loro urla rimbombarmi nella mente, ma dovevo pensare al mio destino, in questa galassia noi eravamo meno di un cagnolino domestico.

Ci aveva salutate con un leggero inchino, sfoggiando un sorrisetto per nulla rassicurante e portando il suo cappello in avanti, cercando di apparire galante a gli occhi di Mitz che era parsa annoiata dal suo atteggiamento.

"Sai quanti problemi ci porta quell'uomo? Una marea."
Attirò così subito la mia attenzione, sfilandosi lo spillo dorato dai capelli e posandolo sulle mani di una serva così minuta da parere una bambina.
"Arwee è la spina nel fianco di questa colonia, ma se non ci fosse lui i nostri affari affonderebbero come una barchetta bucata...poco male, quindi umana, ti chiami davvero Nova?"
Deglutii.


Gli Assimariani avevano cancellato una buona parte dei miei ricordi e con essi il mio nome, la parte più importante di un umano che veniva portata avanti per tutta la vita.
Scossi la testa e presi a guardarmi con nervosismo le mani, ancora sudate per prima.
"Non ricordo molto del mio passato."
"Capisco, allora ti chiamerò Nova, spero non ti dispiaccia."
Il suo comportamento era fin troppo sospetto,fino a quel momento avevo solo trovato esseri che mi trattavano come un oggetto e incontrare qualcuno così gentile quasi mi straniva.
Osservavo l'edificio di Arwee farsi sempre più lontano, così come la colonia di Cerere-8, ricca di campi per la coltivazione di cereali che non avevo mai visto;
Alcuni erano addirittura di colore azzurro, altri invece erano dorati come il grano e somigliavano, per ovvie ragioni, ai capelli fluenti di Miss Mitz.
Tutto si faceva sempre più piccino, fino a scomparire al di sotto di nuvole bianchicce.
Mitz mi prese per la mano e incominciò a camminare verso la porta per la sala principale, che si aprì con una luce accecante, tanto da portarmi a coprire gli occhi.
Gli riaprii poco dopo e quello che vidi mi lasciò di stucco.


La aeronave era abitata da molte guardie, che rimanevano ferme e impassibili ai diversi angoli del salone circolare;
Era enorme e tinto dei colori delle bandiere azzurrine viste al di fuori della struttura.
Al suo centro erano poste diverse console che venivano controllate da esseri umanoidi, il loro funzionamento probabilmente era collegato alla navigazione, ma non escludevo cose più complesse.
Mitz non si fermò vicino a loro,anzi , mi portò attraverso diverse porticine che con un solo tocco scomparivano.
Ne passammo una decina fino ad arrivare ad una stanzetta a dir poco claustrofobica, di forma rettangolare, tranne per la parte finale, che concludeva in una specie di mezza sfera.
Lei si adagiò su un divanetto rosso cremisi che dava ad una enorme vetrata facendomi segno di sedermi con la mano.


Non me lo feci ripetere due volte e mi sedetti vicino a lei.
"Sai, siamo una delle famiglie nobili del multiverso, temuti e amati solo perché gestiamo una funzionale rete di commercio alimentare, nulla di così losco dopotutto."
"Quindi quei campi erano i vostri?"
Miss Mitz si passò le dita tra i boccoli dorati e dopo aver buttato giù un enorme respiro mi rispose.
"Si, anche se quella colonia è prossima alla distruzione."
Strabuzzai gli occhi appena sentii quella parola scivolarle dalla bocca con tanta facilità.
"Arwee lo sa bene, è per questo che ha fatto di tutto per trovare un regalo e tornare nelle grazie del principe, ma credo non sarà sufficiente."
Sussurrò guardandomi dritta negli occhi.
"I campi di Cerere-8 sono spogli e non producono abbastanza, è una cosa risaputa, è anche il motivo principale per cui quel furbacchione invece che bonificare il terreno preferisce vendere a prezzo d'oro i poveri orfani trovati in strada."
"Ho visto di tutto quando ero in quel luogo, adesso spero solo di non dover ricordare le atrocità di quell'uomo."
Cercai di argomentare, ma le mie conoscenze si fermavano dove la barriera che delineava la mia ex cameretta bianca venne alzata, proteggendomi da tutto quello che avrebbe potuto uccidermi in quella struttura fatiscente.


Scacciai tutti quei pensieri, concentrandomi sul paesaggio al di là dello spesso materiale trasparente vicino a noi. 
Riuscivo a vedere pianeti e stelle;
Alcuni di essi brillavano in modo spettacolare, grazie ai centri abitati che regalavano un paradiso sicuro ai più fortunati.
Con lo sguardo la cercavo avidamente, ma per tutto il tragitto il mio sguardo non riconobbe neanche lontanamente il mio pianeta natio.
Chissà dov'ero, dopotutto stavo fluttuando in uno spazio freddo e inospitale, lontana dal mio Sole e la mia romantica Luna.
Lontana dalla Terra.
Il suo nome era sempre un motivo per versare qualche lacrima, ma non volevo far vedere a Miss Mitz la mia debolezza, poteva nascondere segreti orribili sotto quei sorrisi smielati e di certo non avrei voluto darle una soddisfazione in più o un modo sadico per potermi attaccare.
"I tuoi occhi."
Incominciò lei, indicandomi il volto.
"Sono davvero strani, è come se una galassia sia collassata e abbia creato l'amaranto nel tuo iride sinistro, invece nel tuo iride destro è tutto l'opposto!"
Pareva sorpresa di vedere quei colori, come se l'intero universo non possedesse esseri dalla sfumature simili alle mie.


"Nel tuo iride destro è come ritratto un oceano privo di onde, calmo e placido...i tuoi occhi sono spettacolari! Se non fossero praticamente impossibili da replicare utilizzerei i tuoi intricati disegni per delle lenti!"
Tutti quei complimenti mi rendevano confusa, da quando mi ero specchiata al laboratorio degli Assimar avevo sempre pensato di assomigliare più ad abominio che ad una "bellezza rara".

Il resto del viaggio passò in silenzio, con me che fissavo lo spazio sfrecciare ad una velocità tanto elevata da oltrepassare un pianeta intero in soli due minuti e Mitz dedita a leggere un libro scritto nella sua lingua natia, che aveva preso dalla libreria collocata dal lato opposto della stanza.
Ogni tanto mi osservava, riuscivo a sentire il suo sguardo penetrante e per quei secondi quasi mi mancava il respiro, ma anch'io sapevo esser curiosa;
"Come si chiama la vostra razza?"
"Veniamo chiamati I Primi dalle razze inferiori, ma il nostro nome ufficiale è Teom, siamo stati la prima razza a sfruttare la materia oscura come fonte di energia e ne andiamo molto fieri."
Sulla Terra la materia oscura era ancora un mistero e sapere che Mitz probabilmente sapeva usarla alla perfezione mi fece riflettere; 


Noi non avevamo alcun tipo di conoscenza elevata, l'unica cosa che sapevamo fare con perfezione era sbagliare e lottare l'uno contro l'altro, forse era per questo che gli Invasori ci avevano attaccato, forse non ci consideravano più degni di vivere su un pianeta così pieno di risorse.
I miei pensieri vennero bruscamente interrotti da una voce, che rimbombava secca sulle pareti della stanza.
"Arrivo a Lusia-1 previsto entro ventiquattro minuti."
Quell'avviso fu seguito da altri due, in lingue così complicate da far fatica addirittura ad afferrare i suoni. 
Mitz sbadigliò, come se quell'annuncio non la riguardasse minimamente e continuò a leggere il libro che aveva in mano.
"Lusia-1 è la nostra colonia più prosperosa, un po' il contrario di Cerere-8, faremo una piccola sosta solo per rifornirci, la capitale è ad un giorno da qui, quindi prendiamo gli alimenti per la cena e ce ne andiamo, semplice e pulito."
"Potrei-."
Subito mi bloccai appena vidi lo sguardo accusatorio di Miss Mitz, che mi penetrava come una pioggia di spilli.


"Non sei autorizzata ad uscire da questa stanza Nova e se proverai anche solo ad alzarti attiverò il collare di controllo e stanne certa, farà molto più male di qualsiasi esperimento che gli Assimar hanno svolto sul tuo corpo."
Rimasi immobile a quella dichiarazione così esplicita.
Lei aveva la mia vita tra le sue mani e non aveva esitato neanche un istante a ricordarmelo.
Abbassai istintivamente la testa e ritornai a guardare fuori la finestra, era l'unica cosa che potessi fare.
Sentivo il pesante collare stringermi nettamente la gola, molto di più di quanto ne faceva prima.
Sono una schiava.
Cercai di ripetermi dentro la testa, ma non volevo crederci, speravo fosse tutto un orribile incubo, ma la realtà tornava a tormentarmi ogni volta che toccavo il freddo metallo del collare.
Io adesso sono Nova, la schiava umana.

✬Red Azalea✬ [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora