Un fragile equilibrio.

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Lei-Passo le mie giornate a farmi violentare da tutto ció che mi circonda;Compio le mie azioni passivamente,come se fossero loro a prendere qualcosa di me e non il contrario. Non sono soddisfatta della mia vita,mi sento usata dall'aria che respiro,dalle persone che si confrontano con me e da tutto ció che mi tocca direttamente o indirettamente.

Ad esempio nelle giornate di sole che sono la scusa per uscire di casa,quel sole cosí caldo e appagante per alcuni è per me nullo,indifferente e freddo.

Allo stesso modo le giornate di pioggia sono trasparenti e insensate non realmente tristi o felici. La mia vita è uno scorrere di tempo regolare e monotono.

A volte mi sento come un pezzo di pasta usata da un bambino e infilata in uno spago per fare una collanina,sento di non essere usata nel modo giusto e di non riuscire a compiere ció che ho bisogno di fare per realizzarmi e così mi lascio andare e perdo interesse per le cose. Per questo,per questa mancanza di interesse, sono propensa a sciogliere quella matassa di convinzioni che mi sono state imposte fino ad oggi,ad esempio il credere in un essere superiore e benevolo, penso in modo distaccato e freddo e quindi realistico. Il realismo mi sta peró uccidendo o meglio,mi sta portando al suicidio e cosí per consolarmi maschero la mia mancanza di sogni con la fortuna degli altri.

Lui: Ti amo cosí come sei, perchè sei fragile e affascinante ,perchè le cose ti scivolano addosso, hai una fragilitá tenace,dura ,resistente ai colpi della vita. Sei mutevole e flessibile,niente riesce a spezzarti e ti amo soprattutto perchè non sei mia. In realtà tu non sei di nessuno,neanche del cielo o della terra,tu sei vuota e allo stesso tempo piena del nulla piú assoluto,sei in qualche modo piena di possibilità. E io sono debole,debole. Ancorato al terreno,incapace di spiccare il volo,di camminare e di far passare tutto sopra la mia pelle. Io sono pieno, le cose si sedimentano dentro di me, si fanno conoscere dal peso. Ecco la differenza tra me e te:io sono pesante e reale,tu sei leggera e trasparente.

Ma ti amo,si ti amo.

Lei:Io guardo il cielo,e a volte penso sia l'unica cosa che mi passi attraverso gli occhi,che arrivi oltre.

Oltre al cielo vedo te,che dici di essere innamorato di me ma che in realtà soffri con me per quello che non sono. Tu sei reale,e ti odio per questo,tu sei reale al contrario di me. La realtà a me entra nel cervello senza regole e mi uccide,a te la realtà fa da madre,sorella, amica e amante. Tu ti cibi della realtà e della concretezza che mi uccidono. Tu sei l'antidoto alla malattia che non voglio curare. E ti amo,ti amo perchè sei pieno di sofferenza, sei pieno di anima e terra ma sei il mio cielo.

Lui: Il mio orizzonte è stretto e limitato, è il parco della mia esistenza,del mio vivere e apparire umano. È un buco nero che assorbe tutta la materia che lo circonda e non si sazia mai. E tu sei il mio veleno amaro che inevitabilmente mi finisce in gola e poi nel sangue,nel cuore,nel cervello e dappertutto. E sei la morte, bella e cara morte che mi soddisfa e mi riempie di niente,l'irraggiungibile niente a cui aspiro. Sei la mia meta e il mio faro nella notte del naufragio. E io ti amo,ti amo sempre di più.

Lei: Ti sento arrivare, lo sento nella gola e nella bocca e poi lo sento sulle labbra. Sono stesa sul divano e ti immagino scendere dall'autobus ,attraversare la strada e arrivare al portone del mio palazzo; inserisci la chiave che ti ho dato nella serratura e apri lentamente uno spiraglio che ti permetta di passare nell'androne,sali le scale a due a due impaziente di vedermi e poi arrivi alla porta di casa mia. A questo punto suoni il campanello anche se ti ho dato le chiavi pure di questa porta, a te piace cosí, dici che cosí non ti senti un intruso; e allora io mi alzo dal divano arrivo alla porta e faccio schioccare la serratura: ora sei libero di entrare.

Lui: Quando mi hai dato le chiavi di casa tua era come se ti stessi svuotando ancora piú di tutto ció che di materiale ti circonda. Sono cosí felice e ansioso di vederti che cerco di scacciare questo pensiero scomodo e salgo velocemente le scale che mi separano dalla tua pelle. Ho il mazzo delle chiavi in mano e potrei benissimo aprire con quelle la porta di casa tua ma sono troppo desideroso di conferme del tuo amore per me e quindi busso, chiedo il permesso che tu mi faccia entrare nel tuo mondo,nel tuo corpo,nella tua testa. Resto in attesa del responso, aspetto e ascolto il rumore irregolare del mio corpo sotto affanno. Guardo ancora le chiavi che ho in mano e le stringo forte fra le dita,come se in quel gesto potessi stringere il legame tra noi due; ancora una volta cerco qualcosa di reale che mi tenga ancorato al terreno e che mi separa inevitabilmente da te e quindi con un gesto fulmineo smetto di stringere le chiavi e le lascio cadere a terra.

Lei: Indugi senza aprire la porta di casa mia e io me ne resto qui dietro ad aspettare il tuo corpo  e le tue emozioni. Fremo dalla voglia di vederti e illudermi di guardare dietro ai tuoi occhi ma niente, la porta resta immobile.

Mi preoccupo e abbasso la maniglia per vedere se sei veramente tu dietro alla porta ma mentre sto per aprire sento che qualcosa dietro la porta mi blocca, è la tua mano.

mi dici 《Ferma》

《Perchè? Voglio vederti》

《No,aspetta, anche io ho voglia di vederti ma non è possibile》

《Come non è possibile vederci?! Sei qui dietro la porta, basta aprirla e sarai da me》

《È proprio questo il problema》.

A questo punto forzo un po la maniglia per cercare di aprire, per guardarlo negli occhi e  capire questi suoi pensieri, niente, la porta non si smuove.

Allora dico 《È un gioco forse?》

《Forse》 mi fa eco lui.

Lui: Sono sicuro di aver voglia di vederla ma non riesco a togliere la mano che blocca la maniglia e permetterle di aprire.

Mi chiede:《 È un gioco?》

《Forse》 le rispondo.

Sono confuso e folle.

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