Chicago

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Mi svegliai abbastanza bene quella mattina, nonostante fossimo tornati tardi.

Appena il jet era atterrato ognuno aveva preso la propria auto ed era corso a casa per rilassarsi un po' prima del ritorno a lavoro, che sarebbe stato dopo qualche ora.

Mi alzai dal letto e andai a farmi una doccia, luogo di riflessione per tutti gli essere umani, infatti, mentre l'acqua scorreva veloce sul mio corpo pensai al mio primo caso, che si era concluso abbastanza bene.

Avevamo evitato altre due morti e questo mi rinfrancava molto, anche se sapevo che non sempre sarebbe stato così.

Uscii dalla doccia dopo 5 o 6 minuti e mi andai a vestire, optai per un pantalone nero morbido che si andava leggermente ad allargare all'altezza della caviglia, una camicia bianca leggera, con sopra una giacca nera e per finire abbinai al tutto delle scarpe nere abbastanza alte, ma molto comode.

Quando finii di truccarmi andai in cucina e feci velocemente colazione, poi preparai la mia valigia, che tutti noi dovevamo sempre tenere pronta nell'auto ed uscii di casa diretta verso la sede della BAU.

Quando arrivai trovai Aaron e Spencer alla scrivania di quest'ultimo a parlottare, ma si fermarono quando mi videro e mi salutarono entrambi.

Aaron si scusò un attimo con il ragazzo e venne verso di me.

<< Vieni >> mi disse solamente e si diresse verso una scrivania vuota.

<< Questa da oggi in poi sarà la tua scrivania, questi sono il distintivo e la pistola di servizio. Per quest'ultima dovrai fare un corso, per poterla usare sul campo. Te li sei meritati, il tuo intuito ci ha fatto arrivare a prendere l'SI e non potevo far altro che accettarti nella squadra >> concluse Aaron, al quale sorrisi immensamente e dopo poco se ne andò nel suo ufficio, dicendo di dover rivedere alcune carte.

Mi sedetti alla mia scrivania, fiera del mio lavoro e mi rigirai tra le mani il distintivo.

Ero riuscita nel mio obbiettivo, nel mio sogno.

<< E' uno strano effetto non è vero? Almeno io mi sono sentito strano appena mi sedetti qui, appena capii che facevo parte di questa strada >> mi domandò Spencer.

<< Si, strano. Ma fantastico! >> mi girai verso di lui e gli sorrisi.

<< Come è andata questa notte? Per gli incubi intendo >> continuò lui

<< Bene, non so, forse il fatto che il caso si sia concluso bene ha aiutato >> gli risposi.

Continuammo a parlare del più e del meno in attesa degli altri, che non tardarono ad arrivare.

C'erano J.J., Derek e un'altra donna, bionda che con il suo strano modo di vestire stonava con tutto il resto, ma che metteva buon umore solo a guardarla.

"Deve essere Garcia" pensai.

Nella fretta e nell'urgenza del caso non avevo fatto nemmeno in tempo ad incontrarla di persona, per questo quando si avvicinarono a noi lei si presentò.

<< Ciao, io sono Penelope Garcia e non capisco perché sono l'ultima a conoscere il nuovo acquisto della squadra >> disse.

In altri casi, essere definita acquisto mi avrebbe dato alquanto fastidio, ma lo disse con un tono così carino e simpatico, che si capita lontano un miglio che lo aveva detto in tono scherzoso.

<< Già, e io non capisco perché nessuno mi abbia presentato la mente di tutta la squadra >> scherzai, adulandola << Io sono Samantha Smith >> le strinsi la mano e poi felice come una bambina feci vedere il mio distintivo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 14, 2017 ⏰

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