Prima scelta: Restare

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Sento che dovrei soffrire. Stare male. Sentire qualcosa. E invece nulla.
Forse, ma non ne sono certo, sento qualcosa di ovattato ai limiti del campo massimo raggiungibile dalla mia percezione. Giro su me stesso, guardandomi attorno.

La nebbia sembra bianca, all'orizzonte. Non che esista un orizzonte nel vero senso della parola, ma non saprei bene come descriverlo. Credo, anzi, che nessuno saprebbe descriverlo. Come si può raccontare ciò che si vede dentro ad una mente? Essa è quello che ci permette di rielaborare quello che viviamo, oppure di creare qualcosa di nuovo da portare all'esterno, ma cos'è che ci permette di farlo? Che forma ha?

Di certo non quella di cellule della glia o assoni o vescicole colme di neurotrasmettitori. Nel senso, sì, quella è la base fisica, ma non è di certo quello che vedo ora che ci sono in mezzo. Tecnicamente, poi, come faccio a "vedere"? Tutte le figure che ho incontrato... Io stesso, come posso avere un corpo in questo luogo non esistente sul piano che noi consideriamo realtà? Come faccio ad avere gli occhi quando probabilmente se allungassi una mano potrei toccare i nervi ottici? O la corteccia pre-frontale? O il nervo abducente?
Sono l'interiorizzazione di me stesso, cioè come io mi sono sempre visto? Abbasso lo sguardo sulle mie mani: allungate, bianche, con delle piccole efelidi sparse sulle nocche. Mani da pianista, una passione che adoravo praticare prima di...

Prima. Non ho ancora ben capito cosa mi è successo.

-Non è che sia cambiato molto, dall'ultima volta che te lo sei chiesto.-

L'uomo con cui stavo parlando, simbolo della mia consapevolezza, si alza in piedi. Guarda anche lui l'orizzonte vago, la nebbia bianca come quella che circonda lui e la sua maschera, anch'essa bianca. -Beh, sembra che quell'infarto non abbia avuto conseguenze letali. O forse ormai siamo seppellitti talmente a fondo nel tuo inconscio che nulla ci può più toccare.-

-Ma se morissi, non sparirebbe tutto ciò?- dico indicando il nulla che ci circonda con un ampio gesto, che include anche noi.

-Non saprei. Forse? Per quanto ne sappiamo, la coscienza potrebbe anche esistere a prescindere dalla presenza corporea. Non sappiamo come agiscono pensieri, ricordi, impressioni eccetera. Sono generati da impulsi elettrici, certo. Ma come? Perché? Se non sappiamo nemmeno in che modo queste funzioni avvengono nel nostro corpo come possiamo pensare di credere che non sia concesso loro di esistere anche autonomamente?-

Apro la bocca per replicare, ma mi rendo conto che non posso farlo. Quello che sta dicendo, in un suo modo contorto, astruso e astratto ha senso. Non possiamo essere a conoscenza di cose al di fuori della nostra portata. Qualche centinaio di anni fa non avevamo idea del fatto che esistessero altre lunghezze d'onda oltre alla luce, oggi invece usiamo onde radio, ultravioletti, raggi X e quant'altro nella quotidianità. Quindi si può affermare che la coscienza esiste a prescindere del corpo?
Per quanto piccola possa essere la mia esperienza, mi verrebbe da rispondere affermativamente a questa domanda. In questo momento il mio corpo è in coma, probabilmente tenuto in vita da una macchina, quindi non credo nemmeno di potermi definire vivo. Eppure sono qui, a pensare.
Questo cosa fa di me?

-Non per dire- inizio una frase, tanto per rompere il silenzio che iniziava a darmi una certa impressione, non positiva. -Ma non dovremmo, che so, spostarci? Fare qualcosa? Cercare qualcun'altro?-

-Chi?- chiede lui.

-Ehm... Non so chi ci sia ancora. Ma come ho trovato te, e gli altri prima di te, allora forse ci sono ancora altri sopravvissuti.-

-Vuoi veramente andare a cercare altre parti della tua mente dopo quello che tutti gli altri ti hanno fatto? Ti hanno sequestrato, molestato, tentato di uccidere.-

Stavo quasi per pensare tra me e me, ma poi mi ricordo che tutti possono sentire i miei pensieri, quindi me ne frego e lo dico a voce alta. -Non è che mi sia dispiaciuto essere "molestato" dal desiderio... Era una donna così attraente...- dico mimando le virgolette attorno alla parola molestato. Non potrei fare la figura del maniaco, non davanti alla mia consapevolezza. So benissimo cosa sono e cosa potrei sembrare.

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