2. Ꮲianto

192 10 3
                                    

La mattina dopo mi svegliai alle 10.
Mi vidi il film che mi avevano assegnato all'universitá ( questa settimana era 'Fight Club' di Fincher) e feci un'analisi approfondita come ero solita a fare.
Amavo la mia scuola.
Studiavo abiti di scena ma da quest'anno, negli ultimi due mesi, avevo iniziato anche fotografia, sempre nell'ambito del cinema.
Ci siamo trasferiti a Genova quando avevo 10 anni, semplicemente perché Cogoleto, per quanto la amavo e tutto, non c'era lavoro e quindi mia madre decise di cercarlo qua a Genova.
Infatti riuscì a trovare lavoro in un hotel lungomare. Purtroppo questo impiego, gli porta via un sacco di tempo ed è a casa solo per dormire e ogni tanto la mattina.
Sta tutto il giorno alla reception, 24h su 24 e siamo più noi che l'andiamo a trovare.
Mangio qualcosa e poi prendo le solite pastiglie. 
Mi vesto, mettendomi un paio di leggings da corsa e  una maglia Adidas vintage di mio padre e le mie adorabile Adidas da corsa e do una sistemata(trucco e capelli).
Esco di casa portandomi con me sigarette, accendino, telefono e cuffiette.
Camminai ed andai nel mio solito parco dietro casa.
Stavo correndo con entrambe le cuffiette quando sentii una mano toccarmi la spalla e mi girai di scatto,ritrovandomi il tipo di ieri sera davanti a me  che mi fece cadere a terra..
mi tolsi le cuffiette e lui mi porse una mano.
Lo guardai schiafata e mi alzai da sola.
Continuai a correre senza badare della sua presenza.
Senti una voce da dietro:' scappi proprio come tuo fratello '
Mi fermai e mi voltai :' vaffanculo!'
Gli andai contro e spinsi le mani sul suo petto come per dargli uno spintone ma non lo spostai di una virgola.
Aveva delle spalle enormi e in passato probabilmente aveva fatto qualche genere di sport simile alla box.
Di scatto lui mi prese per i polsi.
D:' hai ancora più poco Miriam..'
lo disse con un ghigno sulla faccia.
Io:' che diavolo significa?'
D:' lo vedrai'
Mi lasciò e se andò.
DIEGO'S POW
La lasciai e me ne andai sfrecciando velocemente con la mia moto verso il capannone.
Dovevo solo scoparmela e tutto lo spaccio era mio.
E soprattutto Rkomi soffrirá come io avevo fatto anni fa per colpa sua.
Voglio proprio che si vede la scena di me che sfondo di brutto l'adorabile sorellina di Mirko.
Voglio inquadrare il suo viso mentre è nel pieno dell'orgasmo.
A parte la scommessa e tutto me la sarei scopata lo stesso.
È una gnocca della madonna e ha un aria innocente che attizza un botto.
Tanto riuscivo sempre a fare quello che volevo e so per certo che lei avrebbe ceduto facilmente.
Dovevo solo provocarla.
MIRIAM'S POV
Lo guardai mentre se ne stava andando con la sua moto.
Era bellissima e andava velocissimo.
Bella quanto chi ci è sopra, pensai.
Ma che diavolo ho pensato?
Era un coglione.
Poi cosa significava 'hai ancora poco Miriam'?
Ne approfitto e vado a trovare mia madre.
È li al suo posto e sta lavorando.
Mi vede e mi viene incontro abbracciandomi..
M:' tesoro mio come stai?'
Io:' bene ma', anche Mirko sta bene'
M:' amori miei.. l'università?'
Io:' mi sto trovando benissimo, sono felice'
M:' oggi vi arriveranno a casa i soldi per l'affitto di fine mese.. mi dispiace ma non ci saró per tutta l'estate.. la prossima settimana però saró a casa tutti i pomeriggi e sere.
Finalmente non lavoro.'
La abbraccio.
Io:' finalmente ma'
M:' mi dispiace amore mio, ma lo faccio per voi. '
Io:' lo so'
La abbraccio e me ne vado.
A volte mi manca tremendamente la presenza di mia madre a casa peró è lei che ci permette di fare tutto quello che vogliamo.
Si sforza per farci felici e la reputo una gran donna.
Nonostante tutto siamo una bella famiglia.
Mirko mi vuole un mondo di bene.. fa il fratello maggiore anche se a volte è un po' possessivo ma è comprensibile con gente in giro come Diego.
Dopo che ero uscita dall'hotel dove lavorava mia madre, decisi di farmi una passeggiata lungomare che a Genova durante le ore del tramonto era sempre affascinante.
Mi stavo perdendo completamente nei pensieri ignorando addirittura la musica che stavo ascoltando.
Ero concentrata quando ad un tratto sentii delle voci diverse da quelle delle mie cuffiette.
Mi fermai e mi osservai intorno cercando di capire da dove potessero venire.
In lontananza vidi, un tipo di spalle con dei soldi in mano e dalla parte opposta una persona a me molto familiare.
Lo riconobbi subito, era Mirko.
Mio fratello.
Si salutarono con le mani e si scambiarono qualcosa.
Mio fratello ora aveva i soldi del tipo e se ne andava tutto soddisfatto.
Era ovvio che stava spacciando.
Rimasi li, ferma e in piedi senza fare niente, vedendo mio fratello che mi veniva incontro.
M:' ehi sorellina, tutto bene? '
No
Ti prego..
Non di nuovo..
avevo freddo,
Stavo tremando e mi sentii da svenire.
Da lì, non ricordai più nulla.
Mi svegliai 5 minuti dopo ed ero sempre lì sulla spiaggia del mare ma stavolta ero sdraiata.
Era risuccesso di nuovo.
Le fottute crisi.
CAZZO.
Quanto le odiavo.
Non ci faró mai l'abitudine.
Guardai Mirko per un attimo e mi ricordai cosa era successo.
Mirko, i soldi in mano e lo spaccio.
M:' ti sei ripresa? '
Lo guardai di nuovo.
Miriam:' no, non sto bene. Mirko, vaffanculo. Sei un bugiardo del cazzo.'
M:' ma che stai dicendo?'
Miriam:' le stronzate e le scuse raccontale a chi gli vendi la roba.'
M:' cosa?'
Miriam:' Mirko lo so, smettila di fare il finto tonto. '
Mirko :' scusa'
Abbassó lo sguardo.
Miriam:' non mi parlare mai più.. tu non sei mio fratello'
Mi alzai, presi una sigaretta e me la accesi.
Sentivo dietro di me Mirko che mi chiamava e io andavo dritta, senza guardare neanche dove stavo andando.
Volevo solo stargli lontano, perché non si merita una famiglia.
Volevo solo stare sola.
Non volevo nessuno.
Ma avevo bisogno allo stesso tempo di sfogarmi.
Non volevo la mia migliore amica.
Non lo so chi volevo.
Qualcuno che non mi giudicava.
In realtá forse un po' lo sapevo chi volevo e lui nel momento giusto era lì.
Come se mi avesse letto nel pensiero.
Mi misi seduta su un molo.
Iniziai a piangere.
Un pianto insensato che per me era però fonte di sfogo.
Mi accesi un' altra sigaretta.
Lui arrivó e si sedette vicino a me.
Inizió a parlare:' baby'
M:' non chiamarmi baby'
Mi irritava.
Neanche mi conosceva.
E mi chiamava così.
Ma dove ce l'ha un po' di buonsenso sto ragazzo.
D:' il più è che è inutile piangere. Anche se odio tuo fratello come se non ci fosse un domani, lui lo fa per te.
Per renderti felice.'
M:' tu non sai niente ne di me ne di quell'altro essere umano con cui condivido la casa.
Quindi non ti immischiare nei cazzi miei.'
I:' io so anche troppe cose piccola'
Mi disse con un sorriso ammiccante.
I:' voglio essere sincero con te,anche io spaccio'
Lo guardai.
Non sapevo cosa pensare.
Non aveva ragioni per farlo come faceva mio 'fratello' o lo faceva perché era stato costretto?
Genova e in particolare i quartieri di periferia dove vivevano 3/4  dei genovesi, era pieno di gente e ormai ste cose non erano nuove.
Lo continuai a guardare.
Lui mi guardó e gli chiesi:' posso farti una domanda Diego? '
D:' dimmi piccola'
Andai avanti senza badare troppo al soprannome.
Dai lo so che ti piace quando ti ci chiama..
La mia coscienza.
Mai zitta.
E non era vero.
M:' perchè tu lo fai?'
D:' queste non sono cose che ti riguardano.'
Mi guarda e prese dal pacchetto di camel da 20 una canna già prerollata.
Ho sempre cercato di evitare quella roba, perché con le crisi mi hanno sempre detto i medici da evitare.
Però cazzo, perché non farlo?
Insomma voglio vivere.
Sono pur sempre giovane e se ne non lo faccio ora, quando mai potró farlo?
Quando avró dei figli e saró vecchia e isterica?

Se la accese e scrutai tutte le sue mosse.
Così decisi di chiederglielo:'perché lo fai?'
Mi guardó e alzó la voce:' ancora? Ti devi fare i cazzi tuoi baby.'
Fece un tiro.
Lo interruppi e ripresi a parlare:' no intendo fumare quella.. come ti senti?'
Mi guardó con sguardo ammiccante e mi chiese :' vuoi contribuire ragazzina?'
Annui e me la passó.
Fumai per un po'.
I primi tiri non sentii nulla.
Poi dopo un po' iniziai a rilassarmi.
Chissà per quale ragione non l'hai fatto prima!
Stupida!
La ripassai a Diego.
Le nostre mani si sfiorarono.
E le i nostri visi si stavano avvicinando.
C'era come una calamita che mi stava trascinando verso di lui.
Non so se erano gli effetti dell'Erba ma mi stava piacendo.
La me non fatta si sarebbe subito fermata ma al diavolo.
Chissà perché mio fratello mi ha detto di stargli alla larga.
Era un ragazzo così intrigante.
Cazzo mio fratello.
Ripensai a ciò che avevo visto e mi fermai.
Abbassai lo sguardo e mi iniziai a sentire debole.
Non era colpa dell'Erba insomma.
Era colpa di Mirko.
Mi buttai all'indietro e mi sdraiai sul molo.
Le medicine cazzo.

Ꮳon me|| I Z I .Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora