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Life of the party (Acoustic) — Shawn Mendes

Le dita di Selene sono tra i miei capelli quando lo schermo del suo cellulare si illumina e questo vibra sulla piccola mensola.

«Rispondi pure» le dico. «Posso tenerla ferma e la continui dopo.»

Ma Selene scrolla le spalle, lo riesco quasi a sentire perché non la posso vedere, è alle mie spalle. «Sarà Calum, gli rispondo più tardi.»

So che aspetta ancora una risposta da parte mia, ma la verità è che non ce l'ho ancora. E mi sembra così banale e inutile rimuginare su qualcosa del genere, sul passare fuori o meno una serata come tante. Dovrei — vorrei — avere la risposta pronta, essere più accondiscendente lasciandomi andare, anche se un po' ne sono spaventata; perché se mi lascio andare questa volta non so quale Leslie potrei essere, non so chi potrei diventare.

Selene ferma la treccia e la lega con un elastico sottile, e sento già le sue mani lasciarla cadere sulla mia schiena. «Ecco.»

«Grazie» mormoro, mentre raggiungo il mio armadietto tirandone fuori un piccolo contenitore.

«Prima o poi Abel ti vorrà lì con noi, lo sai già» continuo mentre allungo il contenitore verso Selene, che sembra illuminarsi e tornare bambina ogni volta che lo vede.

«Ci sarò, lo giuro» promette, mentre tiene già una posata di plastica tra le dita che posa sul petto, e l'altra mano sospesa in aria.

Mio nonno aspetta Selene da tanto, e qualche volta siamo anche riuscite entrambe a combinare un incontro di tanto in tanto, ma ultimamente è risultato molto difficile farlo. Sa quanto lei sia importante per me e lo stesso vale per lei, senza entrambi non sarei niente, non ce l'avrei fatta sicuramente.

«Les, giuro che ogni settimana diventa più buona» dice con la bocca piena e io sbocco in una risata sincera, a cui finisce per unirsi anche lei. Finisce la Rocky soddisfatta, felice, poi però entrambe ci guardiamo e io lo so che lei ha già capito; è il nostro modo di intenderci, di capirci e comprenderci. Mi sta dando il tempo che mi serve nonostante me ne abbia sempre dato troppo — specialmente durante gli ultimi mesi.

«Dài, andiamo ad aprire» prorompe poi alla fine alzandosi per prima e prendendomi per mano, solo che io la fermo prima di arrivare alla porta.

«Quanto tieni ad andare al Gold stasera?»

Lei mi guarda all'inizio confusa, poi accenna un piccolo sorriso. «Tengo più a te.»

Le parole di Selene mi fanno un po' sciogliere il cuore, perché quello che sentiamo non lo esterniamo quasi mai, anche se siamo ben consapevoli del legame indissolubile che ci lega, quindi quando succede ci ritroviamo così, a guardarci e sentirci, a sapere che ci siamo e che ci saremo ancora.

«Io sto bene, Selene, sul serio» le assicuro, e voglio crederci anch'io. Starò bene.

«Però la prima volta ti ho vista distante, come se volessi soltanto andare via» mi fa notare, e sapevo che prima o poi sarebbe successo.

«Dovevo soltanto abituarmici, sai che sembra tutto diverso. Come se dovessi ricominciare da capo.»

«Lo so» sospira e mi sfiora il braccio con le dita, «quindi se non vuoi tornarci, allora non ci andiamo.»

Io scuoto la testa. «Non potrei negarlo anche a te. Andiamoci.»

Selene riprende a guardarmi confusa e sorpresa, e probabilmente con lei lo sono anch'io, ma voglio tentarci. Lo devo a lei, e lo devo a me.

𝐒𝐀𝐍 𝐅𝐑𝐀𝐍𝐂𝐈𝐒𝐂𝐎 - 𝐋𝐔𝐊𝐄 𝐇𝐄𝐌𝐌𝐈𝐍𝐆𝐒 [𝟓𝐒𝐎𝐒]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora