Frammenti del Ragazzo del vento

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Sfogliano i giorni nella sua mente come pagine di un libro, ma il Giullare non riesce a capire cosa sia potuto andare storto.

Pareva ieri che fossero insieme su quel prato, di quel parco, di quel villaggio, di quel regno: tutto era perfetto e in ordine.

La vista annebbiata per il troppo caldo di giugno, il mese di quel ragazzo, li portò su quel prato a raccontarsi di loro: non fosse mai successo.

In passato, il ragazzo dell'aria aveva speso giornate intere a pensare al Giullare: ma il diretto interessato non l'avrebbe mai saputo.

Tutti i pensieri di quel giovane si dispersero nell'aria, la stessa aria che lo governava.

"Avrei dovuto dirgli come il mio cuore batteva quando ero in sua compagnia"

Già, avresti dovuto ragazzo dell'aria. Non potevi però immaginare che anche una parola, un gesto di gentilezza o un po' di affetto al Giullare avrebbero crepato la maschera.

Ma di chi fu la colpa? Del fato, forse? O loro? O sua? O.. del Giullare...?

Si erano incontrati al confine di quel bosco, che ora li separava, per puro caso: lui vide il Giullare senza maschera, rimanendo meravigliato da tanta bellezza, così incuriosito, si avvicinò per scoprire chi mai fosse quella splendida figura.

Splendida? Era realmente così o solo ai suoi occhi?

Le gote di lui divennero rosee, mentre spiava da dietro un albero il Giullare in lacrime, con la sua maschera a pezzi: non era la prima volta che si crepava quella sua amatissima maschera, nonché ogni sua speranza di sopravvivenza.

Quando si accorse di essere spiato il Giullare si coprì il volto con un movimento brusco, cercando di far aderire alla sua pelle a quello che della maschera restava.

"Vattene".

E il ragazzo così fece, troppo impaurito e timido: ma non si arrese.

Il giorno dopo andò nel villaggio, scoprendo così che il Giullare lavorava principalmente nella reggia del Re.

Che fosse così importante da aver catturato l'attenzione del Re? Forse era a causa sua che il Giullare stava piangendo...?

Iniziò a esplorare quel luogo, quando finalmente lo trovò in azione: era completamente diverso da come l'aveva visto per la prima volta, episodio nel quale pareva che la fonte di quel fiume vicino fossero le sue lacrime.

Da quel giorno iniziò a osservarlo da lontano, mentre dentro di lui il sentimento cresceva non lasciando più spazio ad altri pensieri: il cuore e la mente non gli appartenevano più.

Passò giornate intere a fantasticare un loro tenero bacio, in una giornata d'inverno magari, così avrebbe potuto avere una scusa per avvicinarsi a lui.

Prese così il coraggio, incontrandolo alla fine di un suo spettacolo.

"Buongiorno gentiluomo, come posso esserle utile?"

Chiese il Giullare con il suo solito fare teatrale.

"Io...mi chiedevo se avesse un accompagnatore per la festa di questa sera, mi farebbe molto piacere andarci con lei..."

Il Giullare rimase in silenzio, immobilizzato, quasi sconvolto; poi rispose.

"Io solitamente non vengo cercato per questo"

Chi era quel ragazzo che si mostrava così interessato ad uno come il Giullare?

Per quale ragione? Era forse una qualche beffa organizzata a sua insaputa?

"Se mi vuole scusare"

Con un inchino liquidò il giovane, lasciandolo lì a mordersi il labbro per trattenere le emozioni che dentro di lui tempestavano.

Perché una risposta così gelida, Giullare?

Sei così abituato ad essere usato che non sei riuscito a vedere il sentimento negli occhi di quel giovane?

Perché mai dovrei essere cercato se non per il mio lavoro?, pensava il Giullare mentre si allontanava con eleganza.

E tu, ragazzo, sei ancora interessato a dormire sui rovi?


Rimase lì ad osservare la sua figura allontanarsi e con essa il suo cuore, ma nonostante il palese rifiuto, qualcosa di quell'incontro accese in lui la curiosità: se solo avessi saputo, ragazzo... te ne saresti volato via prima della tempesta.

La maledizione del GiullareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora