Il Consigliere

25 4 2
                                    

"Quando ti senti perso, figlio mio, affidati all'unica e sola verità: la ragione. Lei ti salverà dalla dannazione di questo mondo e dagli stupidi sentimenti che ci distolgono dalla felicità".

Così gli disse suo padre, quando gli si presentò in lacrime dopo che la bambina di cui si era innamorato lo ebbe rifiutato.

"Tutto ciò che non è spiegabile con la ragione umana è effimero e controproducente per la nostra felicità ed esistenza".

E cosa spinge l'uomo a cercare l'oltre quindi?

"Non voglio più essere triste".

Disse dopo quella notte, a 10 anni.

"Non voglio più essere triste".

Si ripeté dopo la morte del fratello, a 15 anni.

"Non voglio più essere".

Incise nella sua mente dopo la morte del padre, a 19 anni.

Iniziò da lì la trasformazione in ciò che era ora, il Consigliere. Il fidato secondo braccio del Re, colui che per smettere di soffrire decise di smettere di essere. Una persona metodica, organizzata e del tutto razionale.

"Ora ho capito, padre".

Colui che per paura di essere raccolse tutti i suoi sentimenti e la sua dolcissima interiorità in un forziere, incatenandolo e confinandolo nell'abisso più profondo della sua anima.

Ma l'aveva ancora un'anima?

Perché hai abbandonato il mondo del sogno, dei desideri e dell'amore per rifugiarti in una scatola grigia, in quel maledetto regno? Per paura

Così anche tu, punisciti da solo per non permettere agli altri di farlo prima di te; farebbe troppo male, non è così? Abbandonare tutto il mondo perfetto costruito su fondamenta di carta straccia è così rischioso per te, fragile creatura.

Quello che dimentichi è di aver scelto tu stesso di essere fragile, dal momento che hai deciso di non essere.

Riempi la giornata di calcoli, programmi e organizzazioni di feste e incontri: pensi di averlo scelto perché ti piaccia, o perché è l'unico modo per non sentire il forziere che fermenta?

Eppure quando guardi nei suoi occhi senti qualcosa, non è cosi? Per questo lo detesti così tanto? 

Detesti lui... o te stesso?

"Alcune voci dicono che tu sia innamorato del Giullare"

Il Consigliere sbuffò a quell'affermazione fatta da persone di poca importanza. Che ne sapevano loro di quello che provava e che si rifiutava di ammettere. Probabilmente era vero, all'inizio aveva un occhio di riguardo per lui.

Avevano trascorso serate a parlare di loro e del futuro, anche se il Giullare del secondo argomento non aveva accennato nulla: forse non ne vedeva uno?

"Qual è il tuo più gran rimpianto?"

Gli chiese una volta il Giullare. Servirono parecchi minuti perché lui riuscisse a rispondere.

"Aver fallito. Non essere stato in grado di ottenere ciò che volevo".

A quella risposta il Giullare gli sorrise dolcemente. Perché?

"Il tuo?"

In quel momento, guardandosi negli occhi, entrambi capirono qualcosa di davvero importante.

"Non averci provato affatto".




La maledizione del GiullareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora